domenica 17 novembre 2013

Carissimi medici e infermieri, donate un sorriso



Lungo i corridoi del Day Hospital dell'Istituto Oncologico Veneto (IOV), dove mi reco per fare chemio a causa della recidiva, ci sono appesi alle pareti quadri con dipinti e con poesie, dono di pazienti che hanno voluto in qualche modo testimoniare la loro riconoscenza alle infermiere e ai medici che li hanno curati. Ho letto  su un quadretto la poesia che riporto, attribuita a P. John Faber, autore alquanto misterioso forse la P sta  per padre (prete), dal titolo "Il valore di un sorriso". Copio e incollo, inoltre,  un'altra bella poesia avente come tema il sorriso, attribuita a Gandhi dal titolo "Prendi un sorriso".

Le dedico anch'io a medici e infermieri, in particolare a quelli che lavorano nei reparti oncologici, dove i pazienti sono bisognosi di un sorriso. Cari medici e carissimi infermieri donate un sorriso ai vostri  pazienti; quando  sorridete i prelievi e le cure fanno meno paura e meno male. Come si dice nella poesia: Un sorriso dona sollievo a chi è stanco, rinnova il coraggio nelle prove e nella tristezza è medicina … E se poi incontri chi non te lo offre, sii generoso e porgigli il tuo: nessuno ha tanto bisogno di un sorriso come colui che non sa darlo.
Concordo con l'articoletto dal titolo "La santità quotidiana e nascosta degli infermieri" (domenica, 9 giugno 2013) di Gad Lerner:  Domenica mattina in ospedale. Telefonate a casa di gente che si strugge dal dolore e dalla nostalgia. Ultimi lamenti estenuati della notte che non voleva finire mai. Chi sta meglio non osa lamentarsi per l’insonnia. E in mezzo a questo normalissimo dolore di un reparto di chirurgia si muovono loro, gli infermieri. Capaci di allungarti una mano quando capiscono che la ferita ti rende complicato sollevarti, e poi di avvicinarti le ciabatte ai piedi, esperti nel fingere allegria. Ho sempre considerato il lavoro di cura in ambito sanitario fra le attività umane piu’ delicate, faticose e complesse. La miseria delle retribuzioni del personale infermieristico rappresentano senza dubbio uno degli aspetti piu’ evidenti dell’ingiustizia sociale. Fare l’infermiere è un lavoro faticoso e usurante, anche se suppongo riservi la scoperta di incontri umani straordinari. Qui circola davvero l’umana santità, come in pochi altri luoghi.

Il valore di un sorriso – P. John Faber
Donare un sorriso
rende felice il cuore.
Arricchisce chi lo riceve
senza impoverire chi lo dona.
Non dura che un istante
ma il suo ricordo rimane a lungo.
Nessuno è così ricco
da poterne far a meno
nè così povero da non poterlo donare.

Il sorriso crea gioia in famiglia,
dà sostegno nel lavoro
ed è segno tangibile di amicizia. 

Un sorriso dona sollievo a chi è stanco,
rinnova il coraggio nelle prove
e nella tristezza è medicina.
E se poi incontri chi non te lo offre,
sii generoso e porgigli il tuo:
nessuno ha tanto bisogno di un sorriso
come colui che non sa darlo.



Prendi un sorriso – Gandhi 
Prendi un sorriso,
regalalo a chi non l’ha mai avuto.
Prendi un raggio di sole,
fallo volare là dove regna la notte.
Scopri una sorgente,
fa bagnare chi vive nel fango.
Prendi una lacrima,
posala sul volto di chi non ha pianto.
Prendi il coraggio,
mettilo nell’animo di chi non sa lottare.
Scopri la vita,
raccontala a chi non sa capirla.
Prendi la speranza,
e vivi nella sua luce.
Prendi la bontà,
e donala a chi non sa donare.
Scopri l’amore,
e fallo conoscere al mondo.

Riporto dal sito di Claudio Baglioni la sua parafrasi della poesia.
La poesia è un'esortazione all'innalzamento dei valori umani e della vita, un invito rivolto direttamente all'ascoltatore (è in 2a persona) di dare e donare sentimenti ed emozioni all'altro, in un'ottica di gioioso altruismo verso chi no ha o non ha ancora potuto avere e scoprire la felicità della vita.
Solo nel 7-imo distico non si vede un "donare all'altro" ma si assiste ad un insegnamento di vita, quasi a suggerire che la speranza è la forza che accompagna ogni uomo , che la speranza è il motore che muove lo spirito alla vita e permette di dedicarsi al prossimo, di condividere emozioni.
L'autore utilizza imperativi quasi a far sentire la forza e la necessità di questi consigli, attraverso i quali trasmette il suo messaggio di amore per la vita da condividere con chi "non sa ancora amare".

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