domenica 23 dicembre 2012

Moreno Morello: "esperto" in implantologia

Un impianto dentale è una piccola vite in titanio destinata a sostituire la radice di un dente naturale mancante. L'impianto viene posizionato nella mascella superiore o inferiore e nel corso del tempo si legherà all'osso per servire da base per il nuovo dente. Gli impianti dentali possono essere utilizzati per sostituire uno o più denti mancanti.
Non è facile vedere nei siti degli ambulatori odontoiatrici italiani i costi per gli interventi di implantologia, mentre più facile è trovarli in quelli che pubblicizzano il turismo dentale all'estero. Il costo per la sostituzione di un dente con impianti dentali dipenderà da diversi fattori, compreso il numero di denti da sostituire e il numero di impianti richiesti per supportare i nuovi denti. È possibile vengano richieste alcune procedure aggiuntive prima di posizionare gli impianti dentali per garantirne la lunga durata (ad esempio aggiunta di osso). Generalmente, si applica un costo per la procedura chirurgica e un altro costo per collegare i perni e costruire la protesi. Riporto, affinché i lettori abbiamo la possibilità di un confronto, i costi trovati nel sito, alla voce convenzioni, dello SPI CGIL VENETO, naturalmente applicati agli iscritti, dalla Coop Dentale. Si possono confrontare con quelli che lo studio del prof. Paolo Rossi Chauvenet applica agli iscritti alla CGIL Padova e consultabili nel sito (clicca qui).
Sicuramente altri sindacati avranno simili convenzioni, io però non sono riuscito a trovarli.
I volontari di "IASI-Pronto Anziano" e di "(Chiama) Informazione come cura" sono convinti che  pazienti  informati contribuiscano a migliorare la trasparenza e la qualità dei servizi. In un sistema sanitario come quello italiano, dove le cure odontoiatriche e protesiche sono a totale carico dei pazienti (salvo poche eccezioni) e dove i codici etici/deontologici vengono spesso ignorati, è necessario che chi ha il dovere  di controllare lo faccia con serietà e compito  della cittadinanza attiva è controllare  che ciò avvenga. Quando le persone si rivolgano ai media per denunciare truffe o disservizi nelle pubbliche amministrazioni non è un buon segnale, significa che gli organi di controllo non funzionano.
Moreno Morello non demorde, continuano le sue inchieste sulle cure odontoiatriche e protesiche. Nella puntata di Martedì 18.12.12 ha affrontato il tema della trasparenza nelle fatture, mentre in quella del 20.12.12 si è occupato della certificazione di conformità relativa alle protesi. Il mio dentista, dopo avermi impintato.
Le quattro puntate precedenti, prendendo spunto dal fenomeno del turismo dentale che sposta molti pazienti verso la Croazia e la Romania, Morello le aveva dedicate alla  Clinica Odontoiatrica dell'Azienda Ospedaliera di Padova e al suo responsabile. Recentemente il Comitato dei Garanti dell'Azienda/Università si è espresso all'unanimità per la sospensione del professore dall'attività assistenziale prestata in regime di convenzione con l'Azienda, imponendo «il suo allontanamento dall'Azienda medesima».

venerdì 21 dicembre 2012

Dino Buzzati: Ce n'è troppo di Natale



Dino Buzzati, con lo scalatore
Rolly Marchi, sulla Croda da Lago
Ho riscoperto Dino Buzzati Traverso, scrittore, giornalista, drammaturgo, librettista e pittore italiano, conosciuto come Dino Buzzati (San Pellegrino di Belluno, 16.10. 1906 – Milano, 28.1 1972), leggendo il racconto Sette piani di cui parlerò dopo le feste natalizie. Non voglio annoiarvi o peggio rattristarvi con il racconto della storia di Giuseppe Conte ospite di un sanatorio di sette piani dove, man mano che la malattia peggiorava, si scendeva di un piano; metafora della vita.
Dino Buzzati è morto a 66 anni per un tumore al pancreas, come il padre. Le sue ceneri sono state sparse sulla Croda da Lago, la montagna che anch'io amo.  La Croda da Lago è un massiccio montuoso delle Dolomiti Ampezzane a sud-est di Cortina d'Ampezzo, la cui vetta più alta si erge per 2.709 m. 
Ad una cima della croda è stato dato il suo nome, Campanile Buzzati.
La Croda da Lago è cara anche agli amici della Casa Alpina del Bosco Verde e in particolare a: padre Leone, don Egidio, don Antonio, Paola, Giovanna (mia moglie) e Matteo.
Oggi parleremo, invece, di un altro racconto di Buzzati: Ce n'è troppo di Natale.
Le domande che anch'io, come Dino Buzzatti e come il bue del presepe, mi pongo da molti anni a Natale, sono le seguenti:
Per le strade, nei negozi, negli uffici, nelle fabbriche, uomini e donne parlavano fitto fitto scambiandosi l'un l'altro, come automi, delle monotone formule. "Buon Natale, auguri, auguri, felici feste, grazie, auguri, auguri, auguri". Era un brusio che riempiva la città. - Ma ci credono? - chiese il bue. - Lo dicono sul serio? Vogliono veramente così bene al prossimo?
"Ogni anno scolastico - dice una maestra - leggo ai bambini che ancora non lo conoscono, il bellissimo e profondo  racconto di Buzzati". Non ho ancora trovato, negli anni, un bambino a cui non piaccia. E poi ci fa riflettere un pò sul consumismo sfrenato, su tutti gli inutili orpelli di cui siamo schiavi in occasione di questa festa...
A me piace, speriamo che piaccia anche ad adulti e anziani!

giovedì 20 dicembre 2012

L'Ufficio per le Relazioni con il Pubblico (URP) dell'Istituto Oncologico Veneto (IOV)


Ho conosciuto di recente, da circa un anno, da quando sono volontario dell'Associazione (Chiama) Infomazione come cura, la responsabile dell'Ufficio per le Relazioni con il Pubblico (URP) dello IOV, Martina. Ho trascorso, come volontario di (Chiama), alcune mattine con lei per capire quali sono le esigenze delle persone che telefonano all'URP dello IOV. Ho constatato che è una persona ricca di umanità, sempre disponibile; svolge il suo compito con responsabilità, impegno e dedizione. Chi entra in contatto con lei, per telefono o perché si reca nel suo ufficio, si sente accolto, ascoltato e ne esce soddisfatto. Il suo telefono squilla in continuazione e lei prontamente risponde dando informazioni esaurienti e competenti sulle problematiche che assillano i pazienti oncologici. Ha una buona parola per tutti. Svolge il suo compito, per fortuna non è l'unica negli ambienti ospedalieri padovani, non come fosse un semplice lavoro, ma come una missione.
In conclusione è riuscita a creare un URP veramente utile ai pazienti oncologici e ai loro familiari; attento ai loro bisogni, capace di ascoltare le loro richieste e a soddisfare le loro aspettative.

lunedì 17 dicembre 2012

La luce illumini le vostre case e porti la speranza

Auguro a tutti: ai familiari, ai parenti, agli amici, ai volontari, in particolare a quelli di (CHIAMA), alle amiche e agli amici del forum "No stomach for cancer" e soprattutto a chi soffre nel corpo e nello spirito, Buone Feste 2012/13. Con la  prima slide è un invito ai malati oncologici a sperare. Nella seconda  riporto una poesia di Arturo Capasso, scrittore e giornalista napoletano morto nel 2009, tratta dal suo libro "Il mio Gesù". Capasso amava molto la sua Napoli e spesso si rammaricava nel constatarne i gravi, irrisolti problemi e con rabbia ed amarezza lanciava invettive, ma non perdeva mai la speranza di una “rinascita” che la potesse riportare agli antichi splendori.
Sono versi attuali, potrebbero riferirsi alla situazione della nostra Italia. Mi auguro e vi auguro, come dice lui, che I portatori di vecchie gabelle/Gli speculatori di oscura ignoranza/ I profittatori di gente alla buona/ E’ certo, certissimo, NON PRAEVALEBUNT! (non prevarranno, per chi non conosce il latino). Non dimentichiamoci di coloro che sono "passed away"(passati a miglior vita)! Ricordiamoli quando festeggeremo l'anno che se va e il nuovo che arriva! Facciamo tutti parte di una grande famiglia, anche se spesso lo dimentichiamo! (modificato il 21.12.12)





 

sabato 15 dicembre 2012

Arturo Capasso al famoso oncologo Philip A. Salem: "Allora dottore, devo fare testamento"?


Philip A. Salem
Nel post precedente ho parlato del professore Philip A.Salem, direttore del programma di ricerca sul cancro del St. Luke’s Episcopal Hospital e docente all’University of Texas Medical School.
Il Salem Oncology Centre, fondato nel 1991, è una clinica oncologica privata di fama mondiale situata nel Texas Medical Center a Houston, Texas, Stati Uniti d’America. La clinica offre i più avanzati e qualitativamente elevati ritrovati nel campo medico oncologico, per quanto riguarda prevenzione, diagnosi e terapia oncologica, ma non è alla portata delle nostre tasche.
Ho trovato nel web nel sito Scena illustrata, una rivista prima cartacea oggi sul web, un articolo ben scritto di Arturo Capasso, postato lunedì 1 settembre 2008  dal titolo: Un ospite inatteso - E’ successo anche a me, e così da esploratore sono diventato esplorato. Penso tra me e me: Come è fortunato Arturo, ha tre esperti che lo seguono ed uno di questi è il famoso Philip A.Salem, sicuramente se la caverà. Leggo l'articolo, mi piace e decido di farne un post. Non conosco Capasso e cerco notizie sul web. Trovo su Agenzia Radicale  del 15 giugno 2009 un articolo di Giovanna d'Arbitrio dal titolo Arturo Capasso, un napoletano da imitare. E' una commemorazione, dopo meno di un anno è "passed away" (13 giugno). Scrive Giovanna: La morte di Arturo Capasso, rappresenta una grave perdita per la nostra città. Scrittore, giornalista, ma soprattutto uomo buono e saggio, amico sincero e affettuoso, egli sarà sempre per noi un esempio da imitare per coerenza, schiettezza e il grande coraggio dimostrato anche nell’affrontare la malattia che se l’è portato via. Nato nel 1935 a Napoli, dove si laureò in Scienze politiche, amante dei viaggi e animato da spirito d’avventura, s’imbarcò su una nave mercantile per raggiungere il subcontinente indiano. 
Realistica constatazione personale: Già la vita per chi non è ammalato di cancro è incerta, figuriamoci quella di coloro che hanno impattato con il "mostro"!! 
Anche se con molto ritardo, sentite condoglianze ai familiari e amici e in particolare alla sua nipotina che ha scritto una bellissima letterina in ricordo del nonno Arturo.
Riporto alcune parti dell'articolo di Capasso del 2008, quando sperava, come tutti quelli colpiti dalla malattia di farcella:

venerdì 14 dicembre 2012

Oncologia, la chance delle terapie integrate


Suite del St. Luke di Houston: chi può e chi non può
Sia nella rassegna stampa dell'Azienda Ospedaliera di Padova che in quella dello IOV trovo questo interessante articolo di Lucilla Vazza pubblicato nel SOLE 24 ORE SANITA di giovedì 13 dicembre 2012, a pag. 14.
Mi sono permesso di linkare alcuni acronimi e lemmi per renderlo più comprensibile ai lettori, chiedo venia a Lucilla Vazza e al Sole24Ore. Inoltre ho postato la foto di una delle 9 suite dell'Ospedale St. Luke di Houston. A chi non piacerebbe essere curato in un ospedale come questo? Ho cercato di capire quanto costa farsi curare lì; vi consiglio di leggere l'articolo su  RepubblicaD "Una città per guarire" sul Texas Medical Center di Houston, il centro ospedaliero più grande del mondo. Dove si curano, tra gli altri, politici europei, rockstar americane e sceicchi arabi. (Mi sembra che manchino metalmeccanici, professori, presidi...)
Ma torniamo al nostro articolo.
Sopratitolo dell'articolo: AL CONGRESSO ARTOI IL PUNTO SULLE BEST PRACTICE INTERNAZIONALI
Titolo dell'articolo: Oncologia, la chance delle terapie integrate        
«L'essenziale è invisibile agli occhi», con questa citazione del "Piccolo Principe", Philip A. Salem, direttore del programma di ricerca sul cancro dell'Ospedale St. Luke di Houston e tra i massimi esperti mondiali di terapia integrata in oncologia, spiega l'approccio alla diagnosi di tumore.

lunedì 10 dicembre 2012

Daniele e Giovanni fans di John Wayne



Ombre Rosse (1939)
Questo post lo dedico al compagno di avventura Daniele, a me stesso e a tutti i fans di John Wayne. Scopro dal tuo racconto sulla terapia chemioterapica (clicca qui), che abbiamo molte cose in comune, una di queste è la passione per "Duke" (Duca), soprannome con cui veniva chiamato Wayne e che a lui piaceva moltissimo. Caro Daniele, considerando il periodo in cui è vissuto John Wayne, egli è più in sintonia con la mia età che con la tua;  tu 56enne, io 71enne, John è morto nel 1979. Chi non ha visto il celeberrimo "Ombre rosse" (titolo originale "Stagecoach", la Diligenza), film del 1939 diretto da John Ford, con John Wayne, Claire Trevor, Thomas Mitchell e John Carradine.
Pochi sanno, però, che in suo onore i familiari hanno contrbuito a costituire, per continuare la lotta contro il cancro: la John Wayne Cancer Foundation e il John Wayne Cancer Institute.
La John Wayne Cancer è stata fondata dai familiari nel 1985, in onore di John Wayne, per continuare la sua lotta contro il cancro. La missione della John Wayne Cancer Foundation è quella di portare coraggio, forza e grinta alla lotta contro il cancro.

sabato 8 dicembre 2012

Simone Busija: mamma coraggiosa gastrectomizzata



Simone Busija, il marito  Danny e i figli
 Jack, 8 anni e Sam, 3anni.
Si legge in Wikipedia: Il coraggio (dal latino coraticum o anche cor habeo, aggettivo derivante dalla parola composta cor, cordis cuore e dal verbo habere avere: ho cuore) è la virtù umana, spesso indicata anche come fortitudo o fortezza, che fa sì che chi ne è dotato non si sbigottisca di fronte ai pericoli, affronti con serenità i rischi, non si abbatta per dolori fisici o morali e, più in generale, affronti a viso aperto la sofferenza, il pericolo, l'incertezza e l'intimidazione.
E la storia di Simone, che racconterò, è un messaggio di chi ha cuore, coraggio e speranza
Ho trovato in No stomach for cancer, oltre alla storia di Melani, brillantemente tradotta da Rosie (clicca qui), team leader del forum, anche quella tragica, ma nello stesso tempo molto coraggiosa di Simone Busija (vedi foto).
Sono storie che richiamano sempre alla mia memoria la strofa della poesia di Angela: Non togliermi mai la speranza di potercela fare, anche se sei convinto del contrario: la speranza può fare miracoli proprio dove voi medici l’avete perduta.
Ecco la mia libera traduzione del post.

venerdì 7 dicembre 2012

Oncologia, dipartimenti in crisi


Nella Rassegna Stampa dell'Istituto Oncologico Veneto (IOV), trovo questo articolo del SOLE 24 ORE SANITÀ, di Manuela Perrone, dal titolo:
Un'indagine dei primari Cipomo* rivela la tendenza a riportare i reparti dentro quelli di medicina interna
Oncologia, dipartimenti in crisi
La sfida è fallita: rischia un primario su tre - Allarme di medici e malati sui tagli ai servizi

Non solo i dipartimenti oncologici sono al palo, ma i reparti di oncologia medica rischiano di essere risucchiati dalla medicina interna tanto che un primariato su tre potrebbe sparire. Cancellando i progressi degli ultimi anni. A lanciare l'allarme sugli effetti della spending review* per i malati di cancro sono i primari oncologi del Cipomo.
Il Collegio ha inviato a tutti i circa 200 soci un questionario sulla situazione dei dipartimenti, raccogliendo i disagi e le paure dei medici. Il futuro non è roseo: conti alla mano, potrebbe estinguersi un primariato su tre. «Ma quello che temiamo - spiega il presidente Cipomo, Roberto Labianca - è la tendenza a generalizzare le specialità, fingendo di dimenticare che l'oncologo non è solo un medico che somministra una terapia ma un "consulente" con cui il paziente interagisce continuamente». I segnali del trend sono molti: a Mantova dopo il pensionamento del primario oncologo l'Uo* è sparita, inglobata nel dipartimento di medicina. La stessa sequenza pensionamento-declassamento si è verificata in Emilia Romagna. Nel Lazio, su 13 unità complesse di oncologia, soltanto tre afferiscono a dipartimenti. Alla richiesta di segnalare le forze avverse alla realizzazione dei dipartimenti oncologici i soci Cipomo dal Piemonte alla Toscana, passando per Lazio, Liguria e Calabria - hanno indicato spesso il modello per intensità di cure, insieme con la scarsità di risorse, i personalismi e la mancanza di una strategia di ampio respiro. Ma tornare indietro rispetto al cammino virtuoso intrapreso mezzo secolo fa non è salutare. «Si rischia di curare peggio i pazienti, per giunta spendendo di più o comunque spendendo male», spiega Labianca. Dello stesso avviso Alberto Scanni, past president* Cipomo, e Gianni Bonadonna, primario emerito dell'Istituto nazionale tumori di Milano, autore di libri sull'essere medico e insieme paziente, e celebre in tutto il mondo tanto da avere un premio che porta il suo nome: il "Gianni Bonadonna Breast Cancer Award and Lecture", istituito nel 2007 dall'Asco*, la Società americana di oncologia clinica. «In Italia esiste ancora carenza di divisioni di oncologia in molti centri ospedalieri», scrive Bonadonna nel suo ultimo libro, edito dalla Fondazione Michelangelo.
Labianca respinge con forza il sospetto di una difesa corporativa della categoria e chiarisce: «Soprattutto in un momento in cui l'oncologia continua a fare grandi progressi, dispone di strumenti sempre più sofisticati e di farmaci innovativi via via più efficaci, ma anche più costosi, affidare la gestione di questa disciplina a un non oncologo comporta dei rischi: innanzitutto per il paziente e poi per le casse del Ssn».
Un appello contro i nuovi tagli è arrivato anche dall'intera comunità degli oncologi Aiom*, dai chirurghi della Sico*, dai radioterapisti Airo* insieme ai pazienti e ai volontari di Favo*. In una lettera inviata al premier, agli assessori regionali alla Sanità e a tutti i governatori le quattro associazioni chiedono di non sacrificare i servizi per i malati di cancro sull'altare della spending: «Siamo tutti pronti a collaborare per ridurre al minimo sprechi e inefficienze». E avvisano: «Penalizzare i malati di cancro attraverso la riduzione dei servizi non è una scelta etica e soprattutto non porta reali risparmi».

Per aiutare studenti, pazienti e volontari a capire acronimi e lessico usato riporto in fondo all'articolo il significato delle parole con asterisco.
*Cipomo=Collegio italiano primari oncologi medici ospedalieri
* spending review=revisione della spesa
*Uo=Unità oncologica
*Past president=ex presidente
*Asco= American Society of Clinical Oncology
*Aiom=Associazione italiana oncologia medica
 *Sico=Società italiana chirurgica oncologica
*Airo= Associazione Italiana di Radioterapia Oncologica
*Favo= Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia

#Chuckstrong


 cheerleaders rasate
Negli USA ha suscitato molto clamore e solidarietà la notizia che Charles D. "Chuck" Pagano (nato a Boulder -Colorado, il 2 ottobre 1960)  allenatore ed ex giocatore di football americano è malato di Leucemia. Da gennaio 2012 allena la Indianapolis Colts che milita nella National Football League (NFL).
A causa della malattia, diagnosticata nel settembre 2012, Cuck  ha preso un congedo a tempo indeterminato come coaching. Sarà sottoposto a quattro-sei mesi di terapia, compresa la chemioterapia, in un ospedale di Indianapolis. Il 5 novembre, i medici hanno annunciato che la leucemia di  Pagano è in remissione. Per supportare Pagano, alcuni giocatori e due cheerleaders (vedi foto), si sono rasati la testa.
Dice Pagano: "Ho una vision: accompagnare le mie due figlie in chiesa quando si sposeranno, ballare con loro per le nozze e alzare il trofeo del Super Bowl, il Vince Lombardi Trophy, assieme a voi".
Per capire cos'e la leucemia, per vedere dove si cura:

venerdì 30 novembre 2012

Veronesi e il metodo Di Bella



Ritorna alla ribalta delle cronache il Metodo Di Bella (MDB) e si tira in ballo il prof. Veronesi e lo IEO. Ma come dimostro, riportando le risposte  del prof. Veronesi alle domande di due lettori, non c'è nulla di nuovo sotto il sole.
Ricordo sempre quello che dice l'amica Angela, presidente di ANGOLO - Padova, in una strofa della sua poesia "Tu sei il mio medico":
Non togliermi mai la speranza di potercela fare, anche se sei convinto del contrario: la speranza può fare miracoli proprio dove voi medici l’avete perduta.

martedì 27 novembre 2012

Capire lo staging e il grading di un carcinoma gastrico


Anche questo post lo dedico alle amiche e agli amici di "No stomach for cancer" perchè, chi lo desidera, possa capire il lessico che gli oncologi usano. Che bel titolo!! Che bella foto, la natura ci sorprende spesso!! Che bella stadiazione, anche qui la natura ci riserva sorprese!! Lo stadio IV è quasi una sentenza di morte?
Tutta la vita sono stato e siamo valutati; dal punto di vista scolastico, medico e, qualche volta, anche religioso. Non dimentichiamo anche i giudizi dei tribunali, per alcuni un'esperienza traumatica. Scolasticamente sono sempre stato valutato: alle elementari con l'esame di terza e di quinta; per frequentare la scuola media, ho dovuto sostenere l'esame di ammissione (ricordo ancora il problema di matematica, il lavandino che si riempie e si scarica); siccome venivo rimandato a settembre, spesso dovevo sottopormi ad un altro supplizio, gli esami di riparazione. Avendo frequentato l'istituto tecnico industriale, per accedere al corso di laurea in fisica, ho dovuto fare un concorso, eravamo dei "paria" rispetto ai liceali. All'Università ogni esame universitario era una valutazione di quelle toste, e avendo frequentato, in parte,  anche in 'anni terribilis', pre 68, alcuni esami li ho fatti più volte. Il sadismo dei professori, a volte, non aveva limiti! Alcuni di loro, in particolare i matematici, per passare alla storia quando ti bocciavano, mettevano nel libretto dei voti strani invece del classico 12/30 (corrispondeva a 4/10): 'e' (2,71), 'π' (3,14) ed 'i' (unità immaginaria).

prof. Alessandro Puzziello
Cancro dello stomaco ereditario
Per laurearmi, esame di laurea; per insegnare, esame di abilitazione; per entrare in ruolo per fortuna ho approfittato dell'ope legis. Per fare il preside, altro concorso; per diventare dirigente, corso di formazione (oves et boves);  negli ultimi anni della mia carriera in Provveditorato, distaccato per l'autonomia, nuovi concorsi ogni due anni. Se ci penso, sudo freddo! E' per questo che ricorre frequentemente nei miei sogni, in sintonia con quanto afferma Freud,  l'ansia di non riuscire a superare un esame. Anche per fare il volontario ti valutano, colloquio con la psicologa prima di entrare e continua valutazione del tuo operato da parte di chi usufruisce del servizio. Ma che razza di volontari siete?
Dal punto di vista medico le cose sono andate così e così! Finora non avevo avuto grossi problemi. Ora, però, è arrivato un bel tumore maligno! Mi tocca essere valutato ogni sei mesi per probabili recidive di un adenocarcinoma allo stomaco: visita oncologo, esami del sangue, tac, risonanze, colonscopie e gastroscopie, chi più ne ha più ne metta. Chissà il futuro cosa mi riserverà? In conclusione anch'io, come tanti,  ho il mio calvario e la mia via crucis. Dal punto di vista religioso sono stato valutato per la prima comunione, per la cresima e per il matrimonio. E l'esame di coscienza che si deve fare tutte le sere? E dopo la morte dovrò ancora sottopormi ad esami? Qualcuno, dovrà pur decidere se mandarmi all'Inferno, Purgatorio o Paradiso! Per fortuna  hanno eliminato il Limbo! Si addice alla terra la locuzione latina che si trova su alcune porte delle chiese: 'Terribilis est locus iste'!! Terribile è questo luogo, anche se terribilis  può essere tradotto con rispettabile. Lascio al lettore decidere quale interpretazione dare della sua esistenza in questa vita!!
Ma veniamo al titolo del post: Come stadiare e graduare un carcinoma gastrico.

sabato 24 novembre 2012

Carcinoma dello stomaco


Nel precedente post ho trattato il tema del grado e dello stadio di un cancer (uso il termine inglese nel tentativo di addolcirlo). Ho riportato dal sito le Basi Scientifiche per Linee Guida in ambito clinico per le diverse patologie oncologiche, dei documenti interessanti relativi a 19 tipologie di tumori. In questo post ricavo dal  volume "I numeri del cancro in Italia 2012", frutto della collaborazione tra Associazione Italiana Oncologia Medica (AIOM) e Associazione italiana dei registri tumori (AIRTUM),  la parte riguardante il carcinoma dello stomaco che si può leggere a pag. 67. Il post è solo informativo, quindi è sempre necessario ricorrere all'oncologo per prendere delle decisioni, anzi direi di sentirne almeno due. 
Questo post è dedicato, in particolare, alle amiche e agli amici di "No stomach for cancer", perchè ho trovato che nel forum molti, spesso, dichiarano di brancolare nel buio e sono desiderosi di informazioni. Mi sono permesso di porre un asterisco vicino ad alcuni lemmi del lessico medico, non comprensibili ad un pubblico di non specialisti, come me, con l'intento di chiarirli con rimandi ad altri siti per la loro comprensione.
Attenzione!! Non sono un oncologo ma un paziente oncologico che si informa, perchè crede nell'informazione come cura, motto dell'Associazione (CHIAMA)!! Mi auguro che Aiom e Airtum non siano dispiaciuti del lavoro che ho fatto!!
Ricordo che esiste una classificazione internazionale delle malattie e dei problemi correlati. ICD-10 è la decima revisione della classificazione ICD (in inglese International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems), proposta dall'Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) (in inglese World Health Organization - WHO). Sono classificate oltre 2000 malattie. La traduzione ufficiale in lingua italiana, è stata effettuata a cura dell'ISTAT e dell'Ufficio di Statistica del Ministero della Salute.

mercoledì 21 novembre 2012

Non togliermi mai la speranza di potercela fare, anche se sei convinto del contrario: la speranza può fare miracoli proprio dove voi medici l’avete perduta.





Questo post, che inizia con la bellissima poesia di Angela Pasqualotto, è dedicato a chi desidera essere informato, a chi vuole conoscere lo stadio e il grado del suo cancro, a chi vuole conoscere a quale terapia lo stanno sottoponendo.
Il blog ha pretese solo informative, quindi è sempre necessario ricorrere al medico specialista per curarsi. Io sono un paziente oncologico che desidera essere informato, che preferisce sapere che cosa gli sta accadendo, anch'io spesso, però, metto come lo struzzo la testa sotto la sabbia per non sentire e non vedere.
Vanno, però, rispettati i pazienti che non vogliono conoscere lo stadio della loro neoplasia. 
E i familiari? Penso che i familiari preferiscano una informazione corretta e precisa, a loro si può parlare apertamente di diagnosi e prognosi. I pazienti e il familiari informati sono sempre preferibili a quelli disinformati? L'oncologo preferisce un paziente informato o uno "ignorante, nel senso di non informato? Sono domande difficili, alle quali personalmente ho dato sempre una risposta affermativa.
Condivido quanto  Roberto Magarotto scrive nel suo sito "Per una vita come prima":
1) di tumore si puo' guarire ( e si guarisce molto piu' di quanto si pensi);
2) si deve essere informati sin dall'inizio delle conseguenze anche a lungo termine delle scelte terapeutiche, valutandone l'impatto sulla vita personale di ciascun malato di tumore;
3) per chi non puo' guarire si sta cercando con terapie innovative di cronicizzare la malattia, imparando a convivere con essa;
4) per chi non può bloccare l' evoluzione della malattia in senso favorevole, si dovrà fare in modo di preservare il più possibile la dignità e le possibilità fisiche e sociali della vita di prima.
Sono d'accordo anche con Angela Pasqualotto, presidente dell'Associazione Angolo sezione di Padova.  Ricordo ancora la sua commovente relazione presentata il  9 giugno 2012, il pubblico l'ha ascoltata in silenzio e con viva partecipazione, al Convegno dal titolo Mass media, oncologia ed etica, organizzato dal Comitato Etico dell’Istituto Oncologico Veneto (IOV-IRCCS), presieduto da Renzo Pegoraro.
Riporto l'introduzione della relazione di Angela, per leggere tutto clicca:
Quando leggo o sento l’aggettivo incurabile riferito al cancro, io rabbrividisco… rabbrividisco perché quella parola potrà essere letta o ascoltata da chi il cancro lo sta vivendo.. e sta affrontando la chemioterapia, la radioterapia.. l’intervento chirurgico…una parola può sollevarti e darti speranza ..o ucciderti… è vero che il cancro può essere incurabile, ma è anche vero il contrario…
Quando parliamo dobbiamo sempre ricordarci che ciò che per noi può essere innocuo, per altri potrebbe essere una lancia che trafigge….
Ho ripresentato nelle slide in alto anche la bellissima poesia dal titolo: Tu sei il mio medico. 
Ecco un verso che mi piace: Non togliermi mai la speranza di potercela fare, anche se sei convinto del contrario: la speranza può fare miracoli proprio dove voi medici l’avete perduta.
Ogni medico, in particolare l'oncologo, dovrebbe affiggerla nel proprio studio in modo da averla sempre presente, chiediamo troppo?

lunedì 12 novembre 2012

La morte: "Che cosa importa? Tutto è grazia"



Locandina del film di Bresson
Dopo aver postato "La vita è bella, anche se ho il cancro?!", un tema difficile e controverso, tratto in questo post un altro argomento alquanto complicato ma reale. Parto dal cancro nel cinema e mi soffermerò su un vecchio film e sull'omonimo famoso romanzo da cui è stato tratto: Il diario di un curato di campagna di Georges Bernanos. 
Perché analizzare questo film del 1951? Mi ha intrigato la frase di chiusura del romanzo e del film, pronunciata il 30/9/1897 anche da Teresa di Lisieux mentre stava morendo: "Che cosa importa? Tutto è grazia". 

Ma cosa significa questa affermazione, mi chiedo? L’autore del romanzo ha voluto evidenziare la scoperta che alcuni fanno alla fine della vita non importa se muoio perchè tutto è grazia ovvero dono?  Sta ad indicare che la morte e la sofferenza provengono dalla Grazia, dono di Dio? La vita è un dono, non siamo al mondo per nostra volontà e neppure moriamo, tranne nel suicidio, per nostra decisione. 
Ma procediamo con ordine nell'intricato labirinto delle storie, alquanto drammatiche, delle persone protagoniste del romanzo e rappresentate nel film!
Punto di partenza per questa riflessione è stato l' articolo di Adriana Bazzi del 20 settembre 2012, scritto per il Corriere della Sera Salute (Sportello Cancro),  dal titolo: Volete saperne di più sul cancro? Non andate al cinema.
Sopra titolo: In molte pellicole è presente la malattia, ma senza approfondimento.
Sotto titolo: I film non dicono la verità sulle possibilità di diagnosi e di cura che oggi la medicina mette a disposizione dei pazienti.

venerdì 9 novembre 2012

Fare o non fare il vaccino antinfluenzale per chi è malato di tumore??

Per leggere il post "Fare o non fare il vaccino antinfluenzale?", clicca qui.
Si legga anche l'articolo pubblicato sul Corriere della Sera (Sportello Cancro) dal titolo «Influenze» alle porte: i consigli per chi è malato di tumore. Gli esperti dicono come orientarsi fra le proposte vaccinali di quest'anno e come affrontare le paure, di Donatella Barus  (Fondazione Veronesi) 12 settembre 2009 (ultima modifica: 13 ottobre 2009). L'articolo si riferisce all'anno 2009/10 ma sicuramente è ancora attuale.