Trovo nel sito della Fondazione Veronesi l'articolo "Che fine ha fatto l'antitumorale cubano? Nessuna evidenza scientifica sulla sua efficacia" di Daniele Banfi.
Nonostante l’Escozul, il preparato
ricavato dallo scorpione, continui ad essere utilizzato non è stata
ancora chiarita ufficialmente la composizione chimica del contenuto
commercializzato e anche la sua potenzialità terapeutica
Non abbandonare le normali cure chemioterapiche. E’ questo il
messaggio lanciato da Filippo De Braud, direttore della Divisione di
Farmacologia Clinica e Nuovi Farmaci presso l’IEO di Milano, sulla
potenziale cura antitumorale disponibile a Cuba. Un’opinione condivisa
anche dai maggiori esperti mondiali in campo oncologico. Non abbandonare
le normali cure chemioterapiche. Questo il messaggio di Filippo De
Braud, direttore della Divisione di Farmacologia Clinica e Nuovi Farmaci
presso l’IEO IDENTIKIT DELLA TOSSINA-
L’Escozul, il potenziale “farmaco”, è un estratto del veleno dello
scorpione Rhoplaorus junceus, animale presente solamente
nell'isola caraibica. A descriverne per primo gli effetti fu il biologo
Misael Bordier nel lontano 1985. Attualmente la tossina prodotta dallo
scorpione viene estratta e distribuita dall'azienda cubana Labiofam.
Nonostante il presunto farmaco sia utilizzato da diversi anni non è
stata ancora chiarita ufficialmente la composizione chimica del
contenuto commercializzato. Il dosaggio non è noto in quanto adattato a
seconda del paziente (in genere 5 gocce da due a quattro volte al
giorno).
COSA SOSTIENE CUBA- Secondo quanto dichiara l'azienda Labiofam tramite il suo sito, l'Escozul possiederebbe proprietà antidolorifiche, antinfiammatorie e, dato molto discusso, sarebbe un adiuvante nel trattamento delle diverse forme di cancro. Il presunto successo del trattamento con Escozul sarebbe dovuto alla capacità della tossina di modulare la risposta immunitaria, inibire l'angiogenesi, processo fondamentale nella sopravvivenza e diffusione di un tumore, ed infine di inibire le proteasi cellulari. L’azienda produttrice sostiene inoltre di avere iniziato un trial clinico di fase 3 senza però che nessuno studio né preclinico né clinico di fase precoce sia mai stato pubblicato. In oltre 20 anni sostengono di aver trattato 8200 pazienti da tutto il mondo con tumori ai polmoni, seno, colon o cervello.
COSA SOSTIENE CUBA- Secondo quanto dichiara l'azienda Labiofam tramite il suo sito, l'Escozul possiederebbe proprietà antidolorifiche, antinfiammatorie e, dato molto discusso, sarebbe un adiuvante nel trattamento delle diverse forme di cancro. Il presunto successo del trattamento con Escozul sarebbe dovuto alla capacità della tossina di modulare la risposta immunitaria, inibire l'angiogenesi, processo fondamentale nella sopravvivenza e diffusione di un tumore, ed infine di inibire le proteasi cellulari. L’azienda produttrice sostiene inoltre di avere iniziato un trial clinico di fase 3 senza però che nessuno studio né preclinico né clinico di fase precoce sia mai stato pubblicato. In oltre 20 anni sostengono di aver trattato 8200 pazienti da tutto il mondo con tumori ai polmoni, seno, colon o cervello.
VALIDAZIONE SCIENTIFICA- Come
dichiara De Braud, «Nessuna di queste informazioni cliniche fornite
dall’azienda è pubblicata su riviste scientifiche mentre ci sono alcuni
dati su modelli sperimentali di alcuni derivati da veleno di scorpioni».
Una ricerca bibliografica condotta su PubMed.gov, principale sito dove
si raccolgono le pubblicazioni scientifiche, ha confermato che non
esistono lavori specifici su Escozul ma ha messo in evidenza lavori
preclinici e clinici riguardanti la Clorotossina, un peptide ricavato
dal veleno dello scorpione giallo di Israele.
CONSIGLIO- I dati di
letteratura ufficiale, associati a sporadiche segnalazioni di malati che
hanno riferito un miglioramento soggettivo, dovuto anche a un possibile
effetto placebo rappresentano delle possibili premesse per studiare
questo farmaco. «Esse però non costituiscono ancora un elemento di
prova dell’efficacia di Escozul e quindi non è possibile considerarlo
un’ alternativa alle cure convenzionali e di provata efficacia quali
quelle disponibili» conclude De Braud.
Daniele Banfi
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