venerdì 29 agosto 2014

Pianificare una gravidanza dopo una gastrectomia

Si può rimanere incinta dopo una gastrectomia ?  E' il titolo di un post che ho dedicato alle donne in età fertile gastrectomizzate. Una gastrectomia (totale rimozione dello stomaco) si può subire o per un carcinoma o come profilassi per un cancro gastrico ereditario diffuso dovuto alla mutazione del gene CDH1 o per un bypass gastrico (pluralità di operazioni chirurgiche atte a contrastare la grave obesità) .
Ora ho tradotto, con l'aiuto di Elena e Carlo, due studenti liceali che vengono per alcuni giovedì pomeriggio nella sede dell'Associazione Invecchiamento Attivo e Solidarietà Intergenerazionale (IASI), il secondo articolo segnalatomi da Rosie, coordinatrice del Forum "Vivere dopo un cancro allo stomaco (si può!)", trovato nel sito dell'Associazione "No Stomach For Cancer". S'intitola  Planning A Post-Gastrectomy Pregnancy (Pianificare una gravidanza dopo una gastrectomia)…As more and more young people discover their genetic predisposition for stomach cancer and choose total gastrectomy (TG), young women who undergo this procedure face a new challenge: family planning. TG patients are at lifelong risk for several problems associated … Read More...
Per leggere l'articolo tradotto, clicca qui. Nella foto la felice conclusione della gravidanza di Rachel Wick, una donna gastrectomizzata, di cui si parla nell'articolo.

mercoledì 27 agosto 2014

Auguro ai pazienti oncolologici di trovarsi nella parte destra della curva di sopravvivenza, come S. J. Gould



Stephen Jay Gould
Dopo un post pessimistico come il precedente, eccone uno più ottimistico. Nelle Basi Scientifiche per le Linee Guida del Carcinoma Gastrico, è scritto: Nonostante i progressi conseguiti negli ultimi anni nel trattamento delle neoplasie gastriche, la prognosi dei pazienti con malattia avanzata risulta ancora severa: la durata della sopravvivenza mediana, anche con gli schemi chemioterapici più recenti, si attesta intorno a 9-11 mesi. Stiamo parlando di uno stadio IV, come il mio. Ma cos'è la sopravvivenza mediana? Facendo una ricerca in internet, trovo nel sito Cancer Guide: Statistics, un articolo di Stephen Jay Gould dal titolo: The Median Isn't the Message (La mediana non è il messaggio). Fu pubblicato in inglese nel 1991, in italiano nel 1994 nel suo libro "Risplendi grande lucciola", Feltrinelli. L'ho acquistato, costa 8,50 €.

Gould  scrisse, 5 anni più tardi, nel 1996, un secondo articolo sullo stesso tema, ne parlerò in un prossimo post. E' contenuto nel libro pubblicato nel 1999 dal titolo "Full House" (Tradotto in italiano con "Gli alberi non crescono fino al cielo", Mondadori. Ecco una breve biografia di Gould, con riferimento al suo problema oncologico.
[Stephen Jay Gould (New York, 10 settembre 1941 – New York, 20 maggio 2002) è stato un biologo, zoologo, paleontologo e storico della scienza statunitense. Nel luglio 1982 a Gould fu diagnosticato un mesotelioma peritoneale, una forma particolarmente aggressiva di tumore all'addome. Dopo una difficoltosa convalescenza, durata due anni, Gould pubblicò un articolo per il Discover Magazine intitolato "The Median Isn't the Message" (la mediana non rappresenta il messaggio), in cui discuteva la sua reazione alla scoperta che i pazienti affetti da mesotelioma avevano una vita mediana di solo otto mesi dalla diagnosi.

fig. 1
L'articolo inizia descrivendo il reale significato nascosto dietro quel numero ed il suo sollievo nel rendersi conto che le statistiche sono solo delle utili astrazioni e non tengono conto dell'intera gamma di variazioni. La mediana è il punto di mezzo, il che significa che il 50% dei pazienti muore entro 8 mesi, ma l'altra metà vive più a lungo, potenzialmente molto più a lungo. Verificò, quindi, in quale punto di questa gamma di variazioni le sue caratteristiche personali lo ponevano. Considerando il fatto che la diagnosi fosse stata precoce e che egli fosse giovane, ottimista e con le migliori terapie a disposizione, Gould pronosticò di trovarsi nella metà favorita della statistica. Dopo un trattamento sperimentale di radioterapia, chemioterapia e chirurgia, Gould guarì completamente ed il suo articolo fu fonte di speranza per molti pazienti.

fig. 2
Gould fu un sostenitore dell'utilizzo terapeutico della cannabis. Durante la sua lotta contro il cancro era solito fumare la droga illegale per alleviare il senso di nausea associato alle sue terapie. Secondo Gould il suo uso della cannabis ebbe l'effetto "più importante" nella sua guarigione. Nel 1998 testimoniò in tribunale nel caso di Jim Wakeford, un canadese utilizzatore ed attivista dell'utilizzo della cannabis per scopi terapeutici.

Stephen Jay Gould morì il 20 maggio 2002, a causa di un adenocarcinoma metastatico del polmone, che raggiunse il cervello. Questo tumore era completamente indipendente da quello che lo aveva colpito venti anni prima e dal quale era completamente guarito. Morì nella sua casa "in un letto preparato nella biblioteca del suo loft in SoHo, circondato dalla moglie Rhonda, da sua madre Eleanor e dai molti libri che aveva amato." (Wikipedia)]
Faccio notare che l'articolo è stato scritto dieci anni dopo la scoperta del suo cancer. Per comprendere il testo, alquanto complicato ma interessante, premetto due figure: la prima assemblea i quattro grafici che ho tratto dal secondo articolo di Gould; la seconda spiega sinteticamente il significato di moda, mediana e media (sono chiamati indici di tendenza centrale). Ricordo, non essendo uno specialista, che la traduzione è sicuramente imperfetta. Mi sono aiutato con la traduzione dal testo americano di Libero Sosio.

giovedì 21 agosto 2014

L'oncologo mi ha detto: Giovanni, prima o poi dovrai morire



Nello spirito della Slow Medicine (fare di più non vuole dire fare meglio) e della Choosing Wisely (scegliere saggiamente) dobbiamo: imparare a fare domande per imparare a scegliere con saggezza, insieme al medico, ecco la nuova puntata della mia situazione oncologica. 
Non è vero che l'oncologo mi ha detto ciò!! Gli oncologi sanno bene che la comunicazione tra medico epaziente è importante e che nessun dottore è in grado di prevedere con esattezza l'evoluzione di un cancer, soprattutto al IV stadio. Sono io che rispondo in questo modo a chi mi chiede come sto. La maggior parte degli interlocutori mi guarda perplessa dopo la mia risposta e con un po' di esitazione rispondono: Che risposta mi dai Giovanni? Anch'io, prima o poi dovrò morire. Ma qual è la differenza tra chi ha un cancer e chi non ce l'ha? Chi ha un cancer vero come il mio, non tutti i cancer sono uguali, non per nulla vengono stadiati e graduati,  pensa al "pass away" più spesso rispetto a chi ha la fortuna di non averlo. Da quando sono andato in pensione, ogni tanto mi arriva un colpo di accetta, chi sarà mai il boscaiolo che mi vuole abbattere? Un colpo oggi, un altro domani e l'albero della vita cadrà!!

domenica 17 agosto 2014

La qualità della vita per i gastrectomizzati



oncologa Vanna Chiarion Sileni
Quando ho posto all'oncologa  Vanna Sileni Chiarion la questione della gravidanza delle donne che hanno subito una gastrectomia per un cancer allo stomaco, mi ha cortesemente spedito via mail questo interessante articolo dal titolo: The Impact of Prophylactic Total Gastrectomy on Health-Related Quality of Life (L'impatto della gastrectomia totale profilattica sulla qualità della vita relativamente alla salute)
Sottotitolo: A Prospective Cohort Study (Studio di coorte prospettiva)
Autori: Elizabeth Worster, Xinxue Liu, PhD, Susan Richardson, RGN, Richard H. Hardwick, MD, Sarah Dwerryhouse, MSc, Carlos Caldas, MD, and Rebecca C. Fitzgerald, MD. L'articolo è stato pubblicato su Annals of Surgery _ Volume 260, Number 1, July 2014.

venerdì 15 agosto 2014

Si può rimanere incinta dopo una gastrectomia ?




Sommario della storia delle pazienti
Fedele al motto della Slow Medicine "Imparare a fare domande per imparare a scegliere con saggezza, insieme al medico", riporto due articoli segnalatemi da Rosie Rosanna Fiorino, coordinatrice del Forum "Vivere dopo il cancro allo stomaco (si può)", vicepresidente dell'Associazione "Vivere senza cancro allo stomaco" (presidente Claudia Santangelo). Questi due interessanti articoli sono tratti dal sito statunitense "No Stomach For Cancer". Sono relativi ad una eventuale gravidanza di donne che hanno subito una gastrectomia o per un carcinoma o come profilassi per un cancro gastrico ereditario diffuso dovuto alla mutazione del gene CDH1 o per un bypass gastrico. Spero che gli articoli siano di aiuto alle amiche gastrectomizzate.

martedì 12 agosto 2014

5 domande. Slow Medicine. Fare di più non significa fare meglio

Slow Medicine: imparare a fare domande per imparare a scegliere con saggezza, insieme al medico



Cos'è la Slow Medicine? Slow Medicine è innanzitutto un'idea: Nasce dall'incontro di persone che, con esperienze e culture diverse, hanno operato ed operano all'interno del mondo delle cure per la salute e che negli ultimi trent'anni hanno prodotto pensiero e ricerca sul sistema sanitario dal punto di vista organizzativo, strutturale, metodologico, economico, comunicativo. L'idea che i fondatori di Slow Medicine condividono è che cure appropriate e di buona qualità e un'adeguata comunicazione fra le persone riducano i costi dell'organizzazione sanitaria, riducano gli sprechi, promuovano l'appropriatezza d'uso delle risorse disponibili, la sostenibilità e l'equità dei sistemi sanitari, migliorino la qualità della vita dei cittadini nei diversi momenti della loro vita. Sobria, rispettosa, giusta - Sono le parole chiave che sintetizzano questa idea di cura basata sulla sostenibilità, sull'equità, sull'attenzione alla persona e all'ambiente. Slow Medicine è una rete: Per la loro storia, per l'esperienza professionale e per l'attività che svolgono, i fondatori di Slow Medicine si collocano in punti diversi del sistema della cura: dalla qualità all'organizzazione sanitaria, dalla formazione alla prevenzione, alla medicina sociale, alla comunicazione visiva. Questo fa di loro una rete attiva e dinamica, in cui ognuno contribuisce con il proprio pensiero e la propria esperienza all'obiettivo di riproporre un sistema sanitario di qualità sostenibile.

giovedì 7 agosto 2014

Tumore gastroesofageo in stadio avanzato trattato con chemioterapia di combinazione con Antraciclina, Platino e Fluoropirimidina: tromboembolismo

Quando sono stato colpito, durante la chemio con Xeloda e Cisplatino per la recidiva epatica, da una trombosi venosa profonda alla gamba destra mi sono posto e ho posto ai medici domande sulle cause di questa patologia. Era dovuta alla chemio? Era causata dalla patologia? Era una combinazione delle due? Ho trovato sul sito di Xagena questo articolo, tratto dal Journal of Clinical Oncology del 2009 che risponde in parte alle mie domande: Tumore gastroesofageo in stadio avanzato trattato con chemioterapia di combinazione con Antraciclina, Platino e Fluoropirimidina: tromboembolismo
I dati relativi alla prevalenza e agli esiti degli eventi tromboembolici nei pazienti con tumore gastroesofageo in stadio avanzato, sottoposti a chemioterapia, sono limitati.
E’ stata compiuta un’analisi esplorativa, prospettica, degli eventi tromboembolici in uno studio randomizzato e controllato su 964 pazienti reclutati tra il 2000 e il 2005, e trattati con chemioterapia di combinazione a base di Epirubicina, Platino e Fluoropirimidina per tumore gastroesofageo avanzato o localmente avanzato.

mercoledì 6 agosto 2014

Video sulla sicurezza dei farmaci: giudizi discordanti tra FDA ed EMA



Ho trovato nel sito di Xagena (MedVideo.it) questo interessante video dal titolo: Sicurezza dei farmaci: giudizi discordanti tra FDA ed EMA.
Nel video si parla di una serie di farmaci non approvati negli USA per il non favorevole rapporto rischio-beneficio ma approvati in Europa e presenti in Italia. Nella vignetta umoristica, che ho inserito io, si legge: Farmaco approvato dalla FDA. Nell'etichetta in piccolo: Attenzione farmaco approvato dalla FDA.
La Food and Drug Administration (Agenzia per gli Alimenti e i Medicinali, abbreviato in FDA) è l'ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici. Esso dipende dal Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti.

sabato 2 agosto 2014

OMS: «L’infezione del virus Ebola avanza a velocità incontrollabile».

Hai scelto il paese sbagliato per creare problemi
La colpa potrebbe essere dei pipistrelli. Ma anche della siccità. Condizioni favorenti per il virus Ebola che si sta diffondendo con grande velocità in quattro paesi africani, Guinea, Sierra Leone, Liberia e da pochi giorni anche Nigeria.
L’Oms non usa giri di parole: «L’infezione avanza a velocità incontrollabile». E’ intervenuto Barack Obama: «Questo virus è qualcosa da prendere molto sul serio. Non si tratta di una malattia facilmente trasmissibile ma bisogna identificare, mettere in quarantena e isolare chi può trasmetterla». In via precauzionale saranno aumentati i controlli anche sui leader africani che dalla prossima settimana saranno alla Casa Bianca per il summit Usa-Africa (dal Messaggero).
La malattia da virus Ebola (EVD), precedentemente nota come febbre emorragica da virus Ebola, è una malattia grave, spesso fatale, con un tasso di mortalità fino al 90 %. La malattia colpisce gli uomini e i primati (scimmie, gorilla, scimpanzé).

L’Ebola è apparsa la prima volta nel 1976 in due focolai contemporanei: in un villaggio nei pressi del fiume Ebola nella Repubblica Democratica del Congo, e in una zona remota del Sudan.
L'origine del virus non è nota, ma i pipistrelli della frutta (Pteropodidae), sulla base delle evidenze disponibili, sono considerati i probabili ospiti del virus Ebola (dal Ministero della Salute)
Quanto è resistente il virus EBOLA?
Il virus Ebola viene ucciso facilmente da sapone, candeggina, luce solare o asciugatura. Il lavaggio in lavatrice di indumenti contaminati da liquidi è sufficiente a distruggere il virus Ebola. Il virus Ebola sopravvive solo per breve tempo su superfici esposte alla luce solare o secche.
Cosa sapere sull'Ebola (Corriere della Sera)
Ecco allora cosa sapere su Ebola (un virus comparso sulla scena la prima volta nel 1976):
1) Il periodo di incubazione di Ebola va da 2 a 21 giorni.
2) I sintomi sono: febbre alta, nausea, vomito e diarrea, fino ad arrivare ad emorragie diffuse.
3) Il contagio avviene solo nel momento in cui si manifestano i sintomi e soltanto per contatto con i fluidi corporei del paziente, mai per via aerea; pertanto attenzione a toccare vomito, saliva, sangue o feci.
4) Lavare spesso le mani e gli indumenti indossati: sapone, candeggina, luce solare o asciugatura uccidono facilmente il virus Ebola come altri virus.
5) Cucinare bene i cibi in particolare quelli di origine animale e mangiare frutta perfettamente integra, cioè non contaminata dai morsi dei pipistrelli della frutta (Pteropodidae).
6) Non esiste né vaccino preventivo, né una terapia specifica per il virus Ebola.
7) È fondamentale un intervento precoce appena si manifestano i sintomi: è questa la sola possibilità per abbassare la mortalità che è del 90%.
8) Chiedere ai primi sintomi subito assistenza medica, sia che siate all’estero che in Italia e riferite di contatti e posti in cui siete stati.
9) Sul portale del Ministero della Salute, una scheda con 15 domande e risposte a cura della direzione generale della prevenzione, l’Oms e l’Ecdm (Centro europeo per la prevenzione delle malattie) offre consigli ancor più dettagliati per chi deve viaggiare o è di rientro dall’estero.