martedì 28 ottobre 2014

Un esempio di buona sanità che mi riguarda: Ambulatorio Multidisciplinare di Osteoncologia dello IOV



Un giornalista di una rete nazionale ci ha chiesto, avendo visto il mio blog di IASI-Pronto Anziano, se siamo a conoscenza di casi di mala sanità. Gli rispondo indirettamente tramite questo post, citando un caso di buona sanità che mi tocca personalmente. Per un caso di pessima sanità, di cui mi sono occupato in passato, faccio riferimento all'articolo del Corriere del Veneto del  02 luglio 2014.
Caso di Buona Sanità che mi riguarda
Come sapete la mia vertebra L2 è crollata a seguito della progressione dell'Adenocarcinoma Gastrico; ho effettuato la gastrectomia il 3 dicembre 2010.

La colonna vertebrale, detta anche rachide o spina dorsale, è il principale sostegno del corpo umano e di quello di molti animali: i vertebrati. Oltre alla funzione di sostegno, la colonna vertebrale assolve altre importanti funzioni; una protettiva e una motoria. La funzione protettiva perché questa protegge il midollo spinale e riduce la possibilità che urti o vibrazione arrechino danni al nostro corpo, mentre la funzione motoria perché, grazie alle sue articolazioni, la colonna vertebrale riesce a capacitarci di muovere la testa nello spazio, di piegare il corpo in avanti ed estenderlo in senso opposto, di fletterlo e di ruotarlo. I costituenti fondamentali della colonna vertebrale sono le vertebre, queste non sono tutte uguali fra di loro,  ma presentano diverse caratteristiche che ci consentono di farne una generica descrizione. Le vertebre sono costituite da un 'corpo vertebrale' che, insieme al cosiddetto 'arco vertebrale', delimita il 'foro vertebrale'. Attraverso la sovrapposizione delle vertebre si forma una specie di canale per via dei 'fori vertebrali', questo canale contiene il midollo spinale: la parte più importante del sistema nervoso centrale. Il corpo vertebrale è la parte più grande e resistente della vertebra, di forma pressoché cilindrica. Esso presenta tre facce, una superiore, una inferiore e una di contorno (detta anche circonferenza), l'arco vertebrale costituisce la parte posteriore della vertebra; esso è costituito da varie porzioni: due peduncoli, due masse apofisarie, due lamine, e un processo spinoso. (Wikipedia) Per vedere disegni della colonna vertebrale, clicca qui.
Ho fatto recentemente 5 sedute di radioterapia (tot. 20 Gy) e sto prendendo lo Zometa. Ma entrambe le terapie sono palliative e non curative. Sono seguito, all'Istituto Oncologico Veneto (IOV), dalla dott. ssa Chiarion Sileni e dai due collaboratori dott. Pigozzo e dott.ssa Valpione. Per capire come intervenire sulla vertebra la dott.ssa Chiarion mi ha prenotato per giovedì 23 ottobre una visita presso l'Ambulatorio Multidisciplinare di Osteoncologia dello IOV.  Alle ore 13.30 del 23 sono entrato nell'ambulatorio n. 6 e con grande sorpresa mi sono trovato di fronte ben 9 medici. Alcuni erano specializzandi in oncologia e radioterapia, altri strutturati in chirurgia del rachide, radioterapia, terapia del dolore e cure palliative e endocrinologia. Era presente anche la dott.ssa Chiarion che, prima che entrassi, ha spiegato ai colleghi la mia storia oncologica.

E' scritto sul foglio che mi è stato rilasciato: Paziente già portatore di busto C35 che porta saltuariamente, alla tac di rivalutazione crollo della L2. Non particolari dolori, si mantiene attivo, nuota. Alla valutazione: ipostenia a sinistra, non deficit di sensibilità agli AA.II., non dolori alla digitopressione del rachide. Dal punto di vista osteoncologico, le problematiche sono legate al crollo di L2, con coesistente lombosciatalgia.
Ci sono indicazioni chirurgiche differenti per il crollo della L2:
1.   Intervento demolitivo (se solo quella vertebra è interessata da malattia), oppure;
2.   Approccio più conservativo con trattamento locale e stabilizzazione (crioablazione o vertebroplastica +/- stabilizzazione percutanea).
Per verificare se la metastasi ha intaccato solo la L2 o anche altre vertebre, eseguirò  il 04/11/2014 una risonanza magnetica nucleare (RMN) del tratto cervicale-dorso-lombare. Siccome soffro ogni tanto di parestesie alle mani si è deciso di analizzare anche le vertebre cervicali.
Considero la presenza di diversi specialisti un esempio di buona sanità.

sabato 25 ottobre 2014

Il Giudice Diego Mattelini è "passed away"



Diego, Studente e Giudice
(aggionato il 29.10.2014) Ho preso parte il 3 febbraio 2014 alle esequie del giudice Luciano Fiscon di 58 anni nella Chiesa di Albignasego. L'ho conosciuto tramite il fratello Mario e la cognata Sandra. Era stato per diverso tempo giudice al Tribunale per i minori, poi al Tribunale civile di Rialto e, infine, in Corte d’appello, nelle sezioni penali. Lascia la moglie Pinuccia e le due figlie Silvia e Roberta.
Ora un altro lutto ha colpito la Magistratura. Le sorelle Nella e Bruna, mie amiche, mi hanno avvisato che il giudice Diego Mattelini è "passed away" all'Ospedale di Verona e che i funerali si terranno a Padova, dove abitava, giovedì 23 ottobre alle ore 11, nella sala del commiato del Cimitero Maggiore. Uso il termine "pass away", utilizzato  negli USA perché dà il senso della continuità e non della frattura netta tra vita e morte. Come sarà questa interruzione è un grande mistero che ognuno interpreta secondo le sue credenze, filosofie e ideologie. Non potendo partecipare al commiato, per una visita oncologica, del Giudice Mattelini, gli dedico un post.

lunedì 20 ottobre 2014

Profilo etico-deontologico di un chirurgo oncologo toracico



Trovo nel sito del dott. Filippo de Marinis questo impegnativo profilo che contiene importanti affermazioni di principi e valori. Andrebbe però aggiornato a partire da novembre 2013, data dalla quale il dott. de Marinis è diventato  Direttore dell'Unità di Oncologia Toracica deI prestigioso Istituto Europeo di Oncologia (IEO).
Ricordo che lo IEO è una Società a Responsabilità Limitata con importanti azionisti.
Indirizzo: Istituto Europeo di Oncologia - IEO, Via Ripamonti 435, 20141, Milano
Telefono: +39 02 5748 9440; Fax: +39 02 9437 9235
E-mail: demarinis.filippo@virgilio.it; filippo.demarinis@ieo.it
Data di nascita: 24/04/1952
Mi sono permesso di sottilineare le parti del profilo che ritengo più significative.

Vi sono alcuni punti cardine del mio essere medico ed oncologo polmonare che mi piace riassumere ritenendo che qualifichino la mia “mission” professionale per chi mi voglia conoscere anche come persona.
Ho iniziato il mio tirocinio pre-laurea nell’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini nel 1977 (allora si chiamava Ente Ospedaliero Monteverde e comprendeva anche l’Ospedale Spallanzani) dove nel 1980 sono stato assunto come Assistente pneumologo e dove ancora oggi esercito come Primario di una unità di Pneumologia Oncologica. Non ho quindi mai cambiato Ospedale da oltre 30 anni e ritengo che questo non solo sia un segno di “appartenenza” ma anche di “soddisfazione”.

domenica 19 ottobre 2014

Come scaricano lo stress due chirurghi oncologi dello IOV?



dott. Castoro e dott. Cagol, felici al termine della ferrata
Per vedere le foto della ferrata, clicca qui.  Per leggere un'esauriente descrizione della via attrezzata con foto, clicca qui. A un amante della montagna come me, tenente della Julia, non poteva sfuggire l'avventura del dott. Carlo Castoro, direttore dell'Unità chirurgica dei tumori dell'esofago dell'Istituto Oncologico Veneto (IOV). Si è fatto convincere, dal suo assistente dott. Matteo Cagol, noto alpinista padovano, con all'attivo centinaia di scalate nelle Alpi come capocordata, a percorrere, per la prima volta, una via attrezzata  impegnativa sul Montalbano (Trentino). Trovo in internet che la ferrata che hanno scalato è una di quelle toste, da affrontare con buona preparazione fisica e ottima tecnica, anche di arrampicata. I tratti esposti sono molti e i due traversi iniziali, con appoggi molto unti, ne sono la massima espressione. Nella parte alta alcune pareti verticali sono state attrezzate per intero con pioli per agevolare il passaggio ma anche con questi, alcuni, possono trovare difficoltà vista la verticalità della parete e la distanza tra i pioli. È considerata una delle vie più difficili della regione. Offre un'arrampicata divertente e varia su un percorso immerso in un ambiente molto suggestivo. Richiede un notevole impegno atletico, in quanto risale una parete verticale, in alcuni tratti addirittura strapiombante, e l'utilizzo di mezzi artificiali è ridotto al minimo indispensabile. Le caratteristiche di verticalità e continuità, unite alla notevole esposizione ed alla limitatezza delle attrezzature, la avvicinano molto ad una vera e propria scalata. Richiede quindi una buona preparazione fisica e tecnica.

E' una Via ferrata che dopo molti anni dalla sua realizzazione (1976) è stata completamente rifatta con caratteristiche e disposizione delle attrezzature che ricordano molto le Vie attrezzate francesi. Il percorso che di per sé sarebbe ricco di diedri-camini-placche viene di fatto superato attraverso una notevole serie di cambre metalliche, in linea retta, senza possibilità e necessità di toccare roccia. Roccia che risultando però piuttosto "unta" sarebbe comunque di scarso aiuto. Tecnicamente le difficoltà della "nuova Mori" sono calate notevolmente però l'esposizione è rimasta ovviamente la stessa e quindi, in particolare alcuni traversi, NON sono assolutamente da banalizzare. In particolare proprio quest'ultimi hanno mantenuto parzialmente una certa dose adrenalinica che richiede di muoversi con cautela in quanto raramente, la roccia "unta" trasmette fiducia negli appoggi dei piedi. A tal proposito originali alcune zigrinature artificiali create per ovviare proprio alla mancanza di grip.

giovedì 16 ottobre 2014

Speranze e illusioni di Giovanni

La mia L2

Le più belle parole non sono “Ti amo”, ma “E’ benigno!” [Woody Allen]  
Ho ritirato il 14/10/2014 il referto della tac con mdc; il prof. Fabio Pomeri, direttore del reparto di Radiodiagnostica Oncologica dello IOV, ha refertato: Crollo di L2, stabilità degli altri reperti TC.  Speranze e illusioni si sono accavallate nella mia psiche. Speranza di guarire? Probabilità zero! Speranza di sopravvivere? Qualche probabilità in più! Mi sorge il dubbio che più che speranze le mie siano solo illusioni. Questa mattina ho fatto il richiamo di ipilimumab dopo 12 settimane dalla precedente infusione. Nella stanza del day hospital ho incontrato due signori più giovani di me che mi hanno raccontato la loro avventura oncologica. Stanno sperimentando, per un melanoma metastatico, due anticorpi monoclonali ipilimumab+nivolumab, ora stanno prendendo solo nivolumab. Li ho trovati molto rilassati e per nulla preoccupati, in particolare quello seduto vicino a me che affermava che la terapia sperimentale aveva stabilizzato le sue 5 metastasi. Era quindi speranzoso! In bocca al lupo compagno di avventura, oggi era anche il suo compleanno!
trovo nell'enciclopedia Treccani che la Speranza, dal latino "sperare", è un sentimento di aspettazione fiduciosa nella realizzazione, presente o futura, di quanto si desidera. Nella morale cattolica è, insieme con la fede e la carità, una delle tre virtù teologali. Speranza (dal latino: Spes) è la personificazione nella mitologia romana della Speranza l'equivalente greca di Elpis.
È tradizionalmente definita come "ultima dea" (Spes Ultima Dea), espressione che si ritrova nel detto popolare «la speranza è l'ultima a morire», in quanto, come era narrato nel mito del Vaso di Pandora, essa è l'ultima risorsa per l'uomo. Quando tutti i mali contenuti nella giara all'apertura si erano dispersi nel mondo rimase, per volontà di Zeus, solo Elpis come riparo consolatore per l'umanità. La Speranza, nell’antichità classica venerata come una divinità, era rappresentata in piedi, con un bocciolo di fiore nella mano destra e la veste sollevata sul fianco sinistro.
Il termine illusione (dal latino illusio, derivato di illudere, "deridere, farsi beffe") indica in genere ogni errore dei sensi o della mente che falsi la realtà. Nel linguaggio della psicologia, le illusioni possono considerarsi come percezioni reali falsate dall'intervento di elementi rappresentativi che si fondono così strettamente allo stimolo sensoriale, da far perdere al soggetto la capacità di differenziare gli elementi sensoriali diretti da quelli riprodotti.

domenica 12 ottobre 2014

Diario dalla Radioterapia dell'Istituto Oncologico Veneto (IOV)




dipinto di Monika Zerbetto,
mi assomiglia?
Sono stato ricoverato da sabato 6/09/2014 a martedì 16/09/2014 nel reparto degenze della Radioterapia dell' Istituto Oncologico Veneto (IOV).  Si trova al 1° piano di un vecchio edificio all'interno dell'Azienda Ospedaliera di Padova e non al Busonera dove ha sede lo IOV. Al secondo piano c'è il reparto delle degenze di oncologia medica 1a e 2a. Nel sito è scritto che il responsabile del reparto è il dott. Guido Sotti, ma è andato in pensione da poco,  l'attuale facente funzione è il dott. Luigi Corti. I reparti sono stati tutti riadattati, le stanze, da due e 6 letti sono piccole e i bagni sono fuori stanza. Sono previsti spostamenti di reparti alla sede centrale dello IOV. Sono rimasto colpito nello scoprire che alcune scale di sicurezza non sono mai state collegate con l'interno, terminano con una finestra. E' scritto nella lettera di dimissioni del 16.09.14 indirizzata al medico e all'oncologo curante, firmata dalla dott.ssa Friso:  All'ingresso il paziente, affetto da osteolisi a carico di L1 (vedi tac del 28.08.14) e già portatore di busto, presentava lombalgia ingravescente. Un RX della colonna eseguito il 06/09 descriveva parziale riduzione in altezza del soma di L2 per processo osteolitico. E' stato pertanto sottoposto a RT su L1-L2 con dose totale erogata di 20 Gy in 5 frazioni, terminata in data odierna con buona tolleranza. Per ogni frazione venivo irradiato in quattro parti: sopra la vertebra, sotto, di fianco a destra e a sinistra, in totale mi sono stati somministrato 4 Gy sulle vertebre L1 e L2.

Il gray (simbolo Gy) è l'unità di misura della dose assorbita di radiazione del Sistema Internazionale. Un'esposizione di un gray corrisponde a una radiazione che deposita un joule, (definito come 1 kg·m²/s²), per chilogrammo (simbolo: kg), di materia (sia tessuti biologici sia qualsiasi altra cosa). Per leggere le attività del reparto di Radioterapia e Medicina Nucleare, clicca qui.

sabato 11 ottobre 2014

Sanità, spending review: al Sant'Orsola le colangiografie si fanno col succo di ananas



Trovo su Repubblica.it di Bologna del 25 settembre 2014 il seguente articolo:
Sanità, spending review: al Sant'Orsola le radiografie si fanno col succo di ananas
Usandolo come mezzo di contrasto al posto del Lumirem i costi sono scesi da 14.000 a 380 euro in due anni: stessi effetti dal punto di vista clinico
Spending review al succo d'ananas: passando dal farmaco Lumirem al succo d'ananas come liquido di contrasto liquido di contrasto per le risonanze magnetiche alle vie biliari, il policlinico Sant'Orsola di Bologna, così, ha abbassato questa specifica voce di spesa da 14.000 a 380 euro in due anni. A spiegarlo è Marco Storchi, responsabile dei servizi di supporto alla persona del policlinico, che oggi insieme alla direttrice amministrativa Maria Cavazza ha incontrato la stampa per illustrare un più articolato piano di razionalizzazione della spesa.
Il succo d'ananas, rispetto al Lumirem "dà gli stessi effetti dal punto di vista clinico", afferma Storchi, con vantaggi non solo dal punto di vista economico: il paziente, infatti, deve bere del succo di frutta e non un "beverone" farmacologico. Spulciando sul web, si trovano diverse "tracce" sulla possibilità di utilizzare l'ananas come liquido di contrasto orale. Al Sant'Orsola la soluzione è stata adottata già da un paio di anni: "l'abbiamo scoperto- sottolinea Storchi- parlando con medici e radiologi, cuochi e dietisti", cioè mettendo in connessione le diverse professionalità presenti nel policlinico.

Nobel per la pace 2014 a Malala Yousafzay e Kailash SatyarthiIl

Kailash Satyarthi e Malala Yousafzay
Per non parlare solo di problemi oncologici, dedico questo post ai due premi Nobel per la Pace 2014, un 60enne indiano e una 17enne pachistana.
Avevo già dedicato un post a Malala in occasione del suo coinvolgente discorso alle Nazioni Unite, ora a lei e all'indiano Kailash Satyarthi il Comitato del Nobel Novergese hanno assegnato il premio Nobel per la pace 2014.
La 17enne Malala è stata vittima di un attentato talebano nel 2012 perché difendeva il diritto delle bambine allo studio. Il 60enne Satyarthi è un attivista dei diritti dell'infanzia. Sono stati premiati per la loro lotta a favore dei bambini e del loro diritto all'istruzione
Oslo 10 ottobre 2014ll Nobel per la Pace 2014 è andato all'indiano, Kailash Satyarthi, 60 anni, attivista dei diritti dell'infanzia e a Malala Yousafzai, la ragazzina pachistana che nel 2012 rimase vittima di un attentato dei talebani per il suo impegno a favore del diritto delle bambine di andare a scuola. Lo ha annunciato Thorbjoern Jagland, il presidente del Comitato del Nobel norvegese al Nobel Institute di Oslo.

Aumentano i casi di decessi legati all'uso di analgesici e ansiolitici (BMJ)

Trovo su italiasalute.it
Aumentano i casi di decessi legati all'uso di analgesici e ansiolitici
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Morire per overdose non è un rischio solo per chi si droga, ma anche per chi semplicemente assume un farmaco analgesico. Le stime diffuse dai Centers for Disease Control americani segnalano l'impennata di morti dovute proprio all'utilizzo di farmaci analgesici come hydrocodone, morfina e ossicodone.
Questi medicinali avrebbero causato circa 3mila morti non intenzionali nel 1999, ma addirittura 12mila nel 2011. Il trend è costantemente in crescita se si eccettua il 2006, segno evidente che aumenta anche la tendenza alla prescrizione facile da parte dei medici.
Il rapporto presentato dall'agenzia statunitense parla di un tasso di mortalità per overdose di antidolorifici aumentato di circa il 18 per cento negli ultimi anni.

Benzodiazepine: aumentano il rischio di Alzheimer con l’assunzione prolungata

Trovo su quotidianosanità.it
Benzodiazepine: aumentano il rischio di Alzheimer con l’assunzione prolungata

A lanciare l’allarme è uno studio franco-canadese, che evidenzia un aumento di rischio del 51% in chi assume benzodiazepine in maniera continuativa per oltre tre mesi. Le long acting sarebbero le più pericolose
11 SET - Le benzodiazepine, assunte come ansiolitici o ipnoinducenti  per lunghi periodi, potrebbero rappresentare un fattore di rischio per morbo di Alzheimer. Già in passato c’erano state segnalazioni di un aumentato rischio di demenza tra gli habitué di questi farmaci, ma non era chiaro se questa associazione fosse solo casuale o meno. Un gruppo di ricerca franco-canadese è andato dunque ad esaminare la relazione tra Alzheimer ed esposizione alle benzodiazepine, alla ricerca di una relazione dose-risposta, cioè di una soglia di esposizione che facesse lievitare il rischio Alzheimer.

martedì 7 ottobre 2014

IOV Tumori, in un anno 31 mila nuovi casi - Mantoan: farmaci, problema risorse


Nel Corriere del Veneto del 07/10/14, trovo l' articolo sulla conferenza stampa che si è tenuta  il 06/10/14 allo IOV relativa al bilancio dopo i primi sei mesi dalla nascita della Rete Oncologica Veneta ( ROV).
Titolo: IOV Tumori, in un anno 3lmila nuovi casi - Mantoan: farmaci, problema risorse
PADOVA La buona notizia è che il tasso di guarigione è salito al 60% che la mortalità diminuisce e che nei pazienti in cui non si riesce a debellare, la malattia si cronicizza, allungandone la sopravvivenza. La cattiva notizia è che il numero dei malati di cancro cresce sempre di più: nel 2012 il Veneto ha contato 31.568 nuovi casi e 14 mila vittime. I tumori più diffusi sono quelli a mammella, prostata, polmone e colon retto. Tutti dati emersi nel corso della celebrazione dei primi sei mesi di attività della Rete oncologica veneta (Rov), coordinata dallo IOV e creata dalla Regione per arrivare alla tempestività della presa in carico dei pazienti, all'uniformità del percorso diagnostico-assistenziale, all'equità nell'accesso delle terapie innovative e alla personalizzazione delle cure. "Già 212 mila veneti hanno avuto una diagnosi di tumore - spiega il professor Pier Franco Conte, alla guida della rete - ma non assumono tutti lo stesso trattamento. Per personalizzare, e quindi rendere più efficaci e mirate le terapie, noi caratterizziamo le neoplasie dal punto di vista molecolare. Conosciamo sempre di più la malattia e possiamo contare su 150 professionisti divisi in vari gruppi di lavoro, perciò ogni paziente veneto sa in maniera tempestiva quale percorso deve fare, in termini di esami e cure, e in quale centro, che possibilmente dev'essere il più vicino a casa». E poi c'è il problema dei costi per i farmaci oncologici: dal 2008 a oggi sono aumentati del 70%. Su una spesa totale, in Italia, per tutti i medicinali di 671.463.000 euro, ne vengono investiti 8o.68o.ooo per i farmaci oncologici, dei quali 64.100.000 per quelli oncoematologici. L'Impennata dei costi è infatti causata soprattutto dai presidi contro leucemie, linfomi e mielomi. Da qui l'appello di Domenico Mantoan, commissario straordinario dello IOV, a «dare il farmaco giusto a chi ne ha bisogno, in modo da coniugare l'eccellenza della prestazione alla sostenibilità del sistema. Se abbiamo riunito tanti saperi -sottolinea - è proprio per lavorare sull'appropriatezza, anche nella consapevolezza che c'è un limite alle risorse». (m.n.m.)

E' nata la "RETE ONCOLOGICA VENETA - ROV"




Con Deliberazione della Giunta Regionale n. 2067 del 19.11.2013, la Regione Veneto ha istituito la RETE ONCOLOGICA VENETA (ROV).
L'obiettivo principale della Rete Oncologica Veneta è quello di:

·    garantire la tempestività nella presa in carico dei pazienti
·    adeguati livelli di cura e di continuità dell'assistenza
·    equità nelle condizioni di accesso e di fruizione, assicurando sia un'informazione capillare alla cittadinanza in considerazione che, indipendentemente dalle modalità di accesso alle cure oncologiche e dal luogo di residenza, a ogni cittadino devono essere comunque fornite le migliori cure limitandone per quanto possibile i trasferimenti, nel pieno rispetto della sicurezza delle cure erogate, sia una risposta adeguata al fabbisogno regionale ed il controllo dell'appropriatezza prescrittiva ed erogativa.
COMUNICATO STAMPA

mercoledì 1 ottobre 2014

Convegno allo IOV: ALIMENTAZIONE E NUTRIZIONE NEL PAZIENTE ONCOLOGICO





dott.ssa Vittorina Zagonel
All'Istituto Oncologico Veneto (IOV) si terrà il 17/10/2014 l'interessante Convegno: ALIMENTAZIONE E NUTRIZIONE NEL PAZIENTE ONCOLOGICO. 
Descrizione
Il rapporto tra alimentazione e cancro è elemento fondamentale sia nella prevenzione del tumore che in corso di trattamento. Il convegno vuole focalizzare le attuali conoscenze in tema di corretta alimentazione e prevenzione della cachessia neoplastica, nell’ottica di ottimizzare la qualità di vita e la compliance ai trattamenti oncologici. Saranno presi in considerazione alcuni aspetti peculiari legati ai tipi di tumore che più frequentemente determinano malnutrizione, alle più recenti scoperte dell’impatto dell’obesità, rischio di cancro e ricaduta per i tumori della mammella, i supporti nutrizionali da effettuarsi in corso di chemio e radioterapia, e le tossicità di nuovi farmaci biologici e terapie ormonali che hanno impatto a livello metabolico.

Glossario: 
La compliance = (termine inglese di uso internazionale; in italiano a volte reso come acquiescenza) è l'adesione del paziente, dopo accurata consulenza del medico, ad una terapia, in genere farmacologica o igienica. 
Cachessia = La cachessia è una grave forma di deperimento organico, caratterizzata da progressivo deterioramento di tutte le funzioni metaboliche, con debolezza, anoressia e dimagrimento del 10-15% in 30-60 giorni, con escavazione dei tratti somatici (facies cachettica). Il lemma cachessia deriva dal greco καχεξία (κακός = cattivo + ἕξις = condizione).
La cachessia nel tumore è un processo dovuto all'infiltrazione neoplastica, all'emesi, alla chemioterapia o alla radioterapia, a forti dolori o a forte depressione e all'azione depauperante della risposta al tumore da parte dell'organismo tramite il continuativo rilascio di citochine quali TNF, IFN, IL-1, IL-6. Esse causano il riassorbimento di proteine, lipidi, glucidi, purine a partire dal tessuto muscolare e adiposo, determinando la perdita di peso. Il deperimento dell'organismo si accompagna quindi a edemi (per ipoproteinemia ed altre alterazioni dell'equilibrio idroelettrolitico) astenia, dispnea, anoressia, febbre, alterazioni del sensorio e agitazione psicomotoria.