lunedì 9 aprile 2012

Dialogo sul Paradiso cristiano e musulmano in attesa di una chemio

Mi chiama al cellulare dallo IOV un carissimo amico musulmano, mio coetaneo, che aveva accompagnato una sua amica per una seduta chemioterapica (bravo, amico mio). Mi telefona sia per farmi gli auguri di Pasqua, sia per sapere come sto e sia perchè vuole che parli con la sua amica della patologia (il fantomatico K) e la chemio che ci accomuna.
Prima di passarmela scherzo un po' con lui sulla sua religione e sulla mia, lo facciamo a volte per sdrammatizzare le differenze. Lui però è un bravo musulmano, io un cristiano poco "ortodosso". 
Ad un certo punto del discorso gli chiedo: Nell'altra vita io sarò nel Paradiso cristiano e tu in quello musulmano (Jannat)?
No - mi risponde - abiteremo tutti nello stesso Paradiso, ma ti conviene che sia il mio,  per via delle 40 vergini che ci aspettano. Sono d'accordo con te - gli rispondo
Fare un po' di ironia sul Paradiso non guasta, anche se navigando in internet scopro che per alcuni studiosi le Uri, cioè le vergini, non sono affatto vergini adibite al piacere dell'uomo in Paradiso, ma più che altro esseri puri, angelici, di consistenza completamente diversa da quella terrena, che hanno lo scopo di allietare il defunto, di qualunque sesso sia.
Mi passa l'amica, non so se fosse sotto chemio o in attesa. Non ci conosciamo, non abbiamo mai parlato insieme, anche se abita nel mio quartiere e se l'incontrassi saprei riconoscerla. Le racconto della mia esperienza chemioterapica a Piove di Sacco, scherziamo sugli effetti della chemio (vedi il post: incontri lungo l'argine la domenica mattina), le racconto dei due blog che seguo, mi dice che guarda spesso, nelle notti insonni, il blog "Dure come muri. Piccolo spazio per donne che hanno avuto una diagnosi di cancro al seno. Perchè parlare aiuta!".
Leggendo le esperienze di donne che hanno il mio stesso problema - dice - trovo conforto, speranza e aiuto. Non ho, però, il coraggio, per pudore, di inserirmi nel forum.
Ho visitato il sito e l'ho trovato molto interessante, lo consiglio alle donne ma anche agli uomini. Ci sono molte rubriche utili ed è molto visitato: ci sono, alla data odierna, 152846 messaggi nel forum e 2189 utenti registrati. Congratulazioni alle curatrici!
Faccio ad entrambi gli auguri di Buona Pasqua, anche se per l'amico musulmano la Pasqua non è una festa riconosciuta dalla loro religione, sperando di incontrarli presto.

mercoledì 4 aprile 2012

Buona Pasqua

I volontari di (CHIAMA)-Informazione come cura, augurano una Pasqua di speranza con questa bellissima poesia "L'importanza di seminare" scritta da don Ottaviano Menato.
Don Ottaviano è nato a Casale di Scodosia nel 1927 ed è stato ordinato sacerdote nel 1952. Dopo le prime esperienze pastorali a Conselve, Pontelongo e Montegrotto Terme, nel 1962 giunse a Fellette di Romano d’Ezzelino con l’incarico di fondare la nuova Parrocchia del Sacro Cuore. Ottenuta la specializzazione in Psicologia presso l’Università Lateranense di Roma, ha messo la sua carica umana e la sua sensibilità spirituale a servizio di numerose comunità in varie città d’Italia. E’ stato dal 1992 al 2002 parroco alla Guizza, una grossa parrocchia della città di Padova.
Don Ottaviano Menato è noto soprattutto per la sua poesia, fatta di ricordi struggenti, di immagini, di sentimenti. Nel 1982 pubblicò la sua prima raccolta di poesie Semina, semina (3 edizioni) e nel 1989 la seconda La mia voce (3 edizioni esaurite). Del 1999 è la terza raccolta Nel cuore sogni infiniti (4 edizioni), del 2004 la quarta Non toccate i miei cavalli, del 2006 l’ultima raccolta Canto la vita, la bellezza e l’amore. Ha vinto vari premi di poesia prestigiosi, a livello sia nazionale che internazionale. Le sue poesie sono state incluse in antologie di prestigio. E' morto il 30.02.2010.

martedì 3 aprile 2012

Dire o non dire la verità in oncologia?

Mi sono occupato negli ultimi anni della mia attività professionale, quando lavoravo presso l'Ufficio Interventi Educativi del Provveditorato agli Studi di Padova, ora Ufficio Scolastico Territoriale IX, della categoria filosofica della "Verità". Ho spesso citato la frase del poeta spagnolo Antonio Machado: Tu verdad? No, la Verdad, y ven conmigo a buscarla. La tuya, guàrdatela (La tua verità? No, la Verità, e vieni con me a cercarla. La tua, tienitela).Perchè è difficile dialogare? Perché ognuno è saldamente ancorato alla sua verità, alla sua ideologia, alla sua filosofia e alla sua religione! Per dialogare è necessario porsi in posizione di ascolto e di dubbio!
Ciò vale anche per la verità oncologica? A ogni malato di cancro si deve dire tutto? Credo che la verità sulla patologia vada cercata insieme, come dice Machado, ma con molta delicatezza. Ricordiamoci che la verità oncologica è comunque una verità statistica o probabilistica e quindi misurabile, ci conforta che ciò che non si può misurare è la solidarietà e l'altruismo.
Mi ha fortemente "intrigato" un'interessante relazione che il dott. Roberto Magarotto ha tenuto a Bardolino l'8.3.2008 dal titolo: "Il valore della comunicazione in oncologia" (La trovate nel sito "Per una vita come prima"). L'ho sistemata graficamente e trasformata in pdf.
Riporto alcune sue affermazioni tratte dalle slide.