giovedì 31 gennaio 2013

World Cancer Day: Scacco ai falsi miti sul cancro



«Cancro - lo conoscevi?»
«Ci sono molti miti. 
Il 4 febbraio 2013 capisci i fatti».
È di vitale importanza conoscere il cancro! Si conosce poco ed in Italia, come in tutto il resto del mondo, non se ne parla mai abbastanza. Bisogna sensibilizzare l’opinione pubblica, le istituzioni, le forze sociali, gli Stati e far loro comprendere che l’informazione e la prevenzione sono i mezzi migliori che esistono per prevenire il cancro
E'  anche fondamentale riuscire a migliorare la vita dei pazienti oncologici.
La Giornata mondiale sul cancro 2013, che si celebra il 4 febbraio 2013, che si incentrerà sul 5° punto della Dichiarazione mondiale contro il Cancro: Migliorare l’atteggiamento pubblico verso il cancro, e superare pregiudizi ed equivoci relativi alla malattia, sotto lo slogan Cancer - Did you know? ("Il cancro - Lo conoscevi?"). 
Trovo nella Rassegna Stampa dell'Istituto Oncologico Veneto del 31 gennaio 2013 un interessante articolo pubblicato sul Sole24ORE - Sanità del 29 dicembre 2013 (a cura di Manuela Perrone).
Sopra titolo: 
Il 4 febbraio si celebra il World Cancer Day promosso dalla Union for International Cancer Control (UICC)
Sottotitolo:   
Paura e ignoranza fanno male - Più sforzi nei Paesi in via di sviluppo

Ecco i quattro miti da sfatare, tradotti dall'inglese, riportati nella figura:
1° mito da sfatare
FALSO:  «Il cancro è soltanto una questione sanitaria».
VERO: «II cancro ha una vasta gamma di implicazioni sociali, economiche, di sviluppo e di diritti umani».
2° mito da sfatare
FALSO: «Il cancro è una malattia dei paesi ricchi e sviluppati»
VERO: «Il cancro è un'epidemia globale: colpisce tutte le età e tutti i gruppi socioeconomici»
3° mito da sfatare
FALSO: «Il cancro è una condanna a morte»
VERO: «Molti tumori un tempo inguaribili ora possono essere curati efficacemente»
4° mito da sfatare
FALSO: «Il cancro è il mio destino»
VERO: «Adottando le giuste strategie, un terzo dei più comuni casi di tumore può essere prevenuto»

«Cancro, in 5 anni non ucciderà più»

Alan Ashworth
Il titolo del post induce a sperare, ma quanti di questi annunci abbiamo  sentito? Tanti, troppi! Progressi nella lotta al cancro sono statti compiuti, ma la strada è lunga e sempre in salita per la ricerca. Nella vita di tutti i giorni, però, quando ti becchi un cancer, la strada da percorrere può essere in rapida discesa, senza riuscire a frenare.
Nella Rassegna Stampa dell'Azienda ospedaliera di Padova e dello IOV trovo l'articolo di Deborah Ameri, pubblicato sul Mattino di Napoli, mercoledì 30 gennaio 2013. 
Nel sopratitolo si legge: L'annuncio La promessa del direttore dell'Institute of cancer research di Londra: «Il male si trasformerà in una malattia cronica»         


Il titolo: «Cancro, in 5 anni non ucciderà più»
Il professor Alan Ashworth: analisi sul Dna del tumore per una cura personalizzata
[La notizia è stata tratta dal quotidiano inglese Daily Telegraph. Mi sono permesso di linkare alcune parole per meglio comprendere le fonti.]
LONDRA. «Le terapie contro certi tipi di cancro hanno fallito. Serve un approccio nuovo. E se non sempre curare il tumore sarà possibile in futuro almeno potrà essere trasformato in una malattia cronica e non in una sentenza di morte». A dare speranza a milioni di persone è il professor Alan Ashworth, direttore dell'Institute of cancer research di Londra, uno dei centri di eccellenza mondiale per la ricerca contro il cancro. Ashworth sostiene che ogni malato di tumore debba ricevere un trattamento personalizzato, una cura fatta su misura e basata sul Dna delle sue cellule cancerogene. Dieci anni fa erano serviti milioni di euro e infiniti tentativi per arrivare a sequenziare il genoma umano. Oggi in un paio di giorni e con qualche centinaia di euro si può ricavare la sequenza genetica di un tumore. E in base alla presenza o all'essenza di certi geni adottare una terapia specifica. «Non è fantascienza. In 5-10 anni questo approccio sarà routine. Tutti i malati avranno la mappa genetica del cancro da cui sono affetti. Ma già tra 2-3 anni qualcuno trarrà i benefici da questo metodo», ha assicurato al Daily Telegraph il professore. L'Institute of cancer research ha inaugurato un nuovo centro, una tumour profiling unit, proprio per raccogliere un database di tutti i geni collegati ai tumori. E invece di ricorrere alla tecnica invasiva della biopsia, per ricavare il Dna l'equipe di Ashtivorth sta mettendo a punto un semplice esame del sangue.
Più il database sarà vasto e aggiornato più probabilità ci saranno di creare terapie su misura davvero efficaci. «Oggi per testare i farmaci servono anni di laboratorio e migliaia di cavie. Ma spesso le cure non funzionano - prosegue Ashworth - Per esempio tra le donne con cancro al seno che si sottopongono alla chemioterapia solo una su dieci riceve benefici. Vogliamo creare farmaci che permettano anche a chi è in uno stadio avanzato della malattia di vivere dignitosamente e a lungo». Il profiling dei tumori è già in uso in certi casi, ma solo per alcuni tipi di geni. Le donne affette da cancro al seno vengono sottoposte a biopsia per verificare se il loro tumore contiene il gene Her2. Se questo gene è presente il farmaco più adatto è l'Herceptin. Che è però inefficace per il tumore al seno con diverse mutazioni genetiche. Una paziente curata al Royal Marsden hospital di Londra, dove ha sede l'Istituto della ricerca sul cancro, è in vita da 10 anni grazie all'Herceptin, nonostante lo stadio avanzato di un tumore alla mammella. Un'altra paziente convive da 5 anni con la leucemia. Mary Bacon, 66 anni, spiega: «I medici hanno individuato la mutazione genetica del mio tumore e in base a questa mi hanno prescritto certi farmaci con i quali riesco ad avere una vita normale».
Ashworth ammette che le cure su misura sono solo agli inizi. E soprattutto c'è un ostacolo non indifferente da superare: la resistenza di certe cellule cancerogene a qualsiasi tipo di farmaco: «Dobbiamo capire che cosa causi la resistenza - commenta il professore - Ma non è magia nera. E qualcosa che può essere definito e quantificato. Abbiamo solo bisogno di tempo».

Ogni giorno ci sono mille casi in più
Secondo la recente indagine contenuta nel volume «I numeri del cancro in Italia 2012», realizzato dall'Aiom, in collaborazione con l'Airtum), nel nostro paese sono circa 1.000 i nuovi casi di tumore che vengono diagnosticati ogni giorno. In totale, si stima che nel 2012 siano stati 364.000, cioè 4.000 n più rispetta all'anno precedente. Tuttavia le percentuali di sopravvivenza sono notevolmente migliorate. In Italia, infatti, 2 milioni e 250 mila connazionali vivono con una diagnosi di questa malattia. Ma più della metà, circa 1 milione e 285mila (57 per cento), l'ha sconfitta. Tecnicamente vengono chiamati "lungosopravviventi", ovvero persone che hanno superato la soglia dei 5 anni senza ricadute della malattia.

martedì 29 gennaio 2013

Storia del carcinoma a cellule squamose di Sigmund Freud


I sogni sono spesso più profondi
quando sembrano  più pazzi
Molti hanno sentito parlare di Sigmund Freud e della psicoanalisi, almeno di nome, ma pochi conoscono la storia del suo cancro. Leggendola scoprirete che alcune problematiche che hanno riguardato Freud, tra il 1923 e il 1939, sono ancora attuali: come trovare i medici adatti per curare una grave patologia, i costi economici della malattia impegnativi anche un personaggio famoso, intervenire o non intervenire chirurgicamente, fare o non fare la radioterapia o la chemioterapia (nel suo caso solo la radio), dire o non dire la verità sulla patologia, come affrontare il dolore, la sofferenza e la morte. Nato a Freiberg, oggi Příbor, una città della Repubblica Ceca nella regione di Moravia-Slesia il 6 maggio 1856, morì a Londra il 23 settembre 1939, quindi a 83 anni e non a 62 come aveva sempre preconizzato. Nella lettera a Jung del 1909 scrive a proposito del numero 62: "(...)Tale convinzione è sorta nel 1899: in quell’anno vi furono due fatti concomitanti. Innanzi tutto scrissi la Traumdeutung (già in precedenza datata 1900); in secondo luogo mi fu assegnato un nuovo numero di telefono, che ho ancora, il 14362. E’ facile trovare il legame fra questi due fatti: nel 1899, quando scrissi la Traumdeutung, avevo 43 anni, quanto facile allora credere che le ultime due cifre del mio numero telefonico rappresentassero la fine della mia vita, quindi a 61 o 62 anni! D’un tratto si scopre che nella follia c’è del metodo. La superstiziosa credenza che dovessi morire fra i 61 ed i 62 anni corrispondeva anche alla convinzione che col libro sui sogni avessi completato l’opera della mia vita, non avessi più nulla da dire e potessi quindi morire in pace". 
Sigmund era figlio di Jacob Freud e della sua terza moglie Amalia Nathanson (1835-1930). Si legge in Wikipedia: "Jacob, ebreo proveniente dalla Galizia e commerciante di lana, si trasferì a Vienna nel 1860, a causa di sconvolgimenti politico-economici. Dal padre non ricevette un'educazione tradizionalista, eppure già in giovanissima età si appassionò alla cultura e alle scritture ebraiche, in particolare allo studio della Bibbia. Questi primi interessi lasciarono evidenti tracce nella sua opera. E' stato un neurologo e psicoanalista austriaco, fondatore della psicoanalisi, una delle principali correnti della moderna psicologia. Ha elaborato una teoria scientifica e filosofica, secondo la quale l'inconscio esercita influssi determinanti sul comportamento e sul pensiero umano, e sulle interazioni tra individui. Di formazione medica, tentò sempre, pur con difficoltà, di stabilire correlazioni tra la sua visione dell'inconscio e delle sue componenti, con le strutture fisiche del cervello e del corpo umano: queste speculazioni hanno trovato parziale conferma nella moderna neurologia e psichiatria".  Sposatosi con Martha Bernays, è stato padre di sei figli, la più celebre è stata Anna. Anna Freud (Vienna, 3.12.1895 – Londra, 9.10.1982) è stata una psicoanalista che si è dedicata prevalentemente alla psicoanalisi infantile ed allo studio dei meccanismi di difesa dell'Io.
Il carcinoma a cellule squamose della mandibola, causa della sua morte, è stato diagnosticato nel 1923. Il racconto delle cure è tratto dagli appunti del chirurgo e dentista viennese Hans Pichler. Freud poté vivere fino all'età di 83 anni perchè, grazie alle cure di Hans Pichler, che ha eseguito su di lui 33 interventi chirurgici, è sopravvissuto sedici anni a una malattia che ai suoi tempi dava poche speranze ed è riuscito a portare avanti la propria opera scientifica.
Le  cure alle quali è stato sottoposto sono un'importante pagina della storia della medicina/odontoiatria. C'è chi dice che sulle teorie di Freud abbiano influito il fatto di essere nato da una famiglia di ebrei e la sua infanzia. E il cancro, che lo ha condizionato per 16 anni, ha influito sulle sue teorie psicoanalitiche?

domenica 27 gennaio 2013

La chemio può peggiorare il cancro della prostata?



Dr. Peter Nelson della
 Human Biology Division
Trovo sul  Corriere Nazionale Salute  di  Mercoledì 8 Agosto 2012, a cura di Marina Bisogno, questo interessante articolo che fa riferimento ad un articolo apparso sulla prestigiosa rivista britannica "Nature".  Il titolo dell'articolo di Nature, pubblicato l'8 agosto 2012, è il seguente: "Neighbours join the resistance". L'abstract afferma: Le cellule normali vicino a quelle cancerose sono in grado di supportare i loro vicini maligni secernendo delle proteine ​​ in risposta ai farmaci antitumorali.
Peter Nelson e il suo team, al Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle, Washington, ha scoperto che la chemioterapia induce le cellule benigne vicino ai tumori della prostata a secernere una proteina di segnalazione chiamata WNT16B. Questa promuove ... (per leggere l'intero articolo si devono pagare 30€)

venerdì 25 gennaio 2013

"Bufala" oncologica americana




Quante "bufale", phishing, mishing e truffe circolano nel web? Molte! Ognuno di noi ne riceve. A volte sono ben mascherate, tanto da sembrare vere. Ne potete vedere diverse  nel seguente sito (clicca qui).
Il termine bufala (da Wikipedia) può indicare in lingua italiana un'affermazione falsa o inverosimile. Può perciò essere volta a ingannare il pubblico, presentando deliberatamente per reale qualcosa di falso o artefatto. In alcuni casi si prefigura il reato di truffa, nel caso in cui l'autore, o gli autori, procurino per sé o per altri un ingiusto profitto a scapito delle vittime. Molte sono le interpretazioni del modo di dire. A me piace questa: Secondo il Vocabolario della Crusca "bufala" deriva dall'espressione "menare per il naso come una bufala", ovvero portare a spasso l'interlocutore trascinandolo come si fa con i buoi e i bufali, per l'anello attaccato al naso.
Spieghiamo il titolo del post. L'indirizzo di posta elettronica di un'amica californiana che vive in Italia da molti anni è inserito nella mailing list di una signora 91enne, anche lei della California e ivi residente, sua maestra di Kindergarten (bambini di 5 anni). La signora manda ai molti indirizzi della sua mailing list, penso che molti siano suoi ex alunni,  tutto quello che trova in internet o che le viene inviato.
Recentemente ha spedito alla sua ex alunna una mail, che riporto sotto dopo averla tradotta, che tratta di cure alternative alla chemioterapia e alla radioterapia  o che aiutano a prevenire il cancro.
L'amica, dopo aver esaminato il contenuto, a prima vista sembrava credibile, si è accorta che si trattava di una "bufala" (hoax in inglese).
Avverte la sua maestra e la invita ad avvisare le persone della mailing list,  che si tratta di un "falso". La signora esegue, ma chiede alla sua ex alunna cosa ci sia di errato nel contenuto del messaggio che circola nel web dal 2009.
Abbiamo visitato il sito della Johns Hopkins (Università che si trova a Baltimora nel Maryland) ed abbiamo trovato le risposte degli esperti ai 16 punti della "bufala" e l'invito ai lettori a divulgarle. 
Riporto in rosso e tra parentesi quadre le rettifiche con le spiegazioni della Johns Hopkins (Aggiornamento aprile 2009).

sabato 19 gennaio 2013

Problemi per il Registro tumori del Veneto


Il Registro dei Tumori del Veneto è nell'occhio del ciclone. Secondo i due articoli della giornalista Roberta Polese del Corriere del Veneto: "Allo stato dei fatti invece appare un’unica evidenza: dal 1999 a oggi il registro ha coperto meno della metà della popolazione veneta, poche Usl stanno fornendo il supporto informativo e tra quelle che mancano c’è Padova".
Così conclude l'articolo del 9.1.13 la giornalista: "Curare un tumore costa molto, e se non se ne conosce l’incidenza e la diffusione territoriale costa ancora di più".

Angelo della pietà o assassino?


Angelo della pietà o assassino?
Nel destino di ogni uomo è prevista, non si sa però quando e come, la morte o come dicono gli statunitensi, forse la rende meno drammatica,  'passed away' (passato oltre). Le persone giovani e quelle che godono di buona salute non pensano alla morte, ogni tanto affiora nei nostri pensieri o ci coinvolge per la perdita di  qualche persona cara, ma siamo spesso convinti che non ci riguardi. Quando però ti ammali di "cancer", uso i lemmi  francese o inglese, perchè foneticamente più dolci, essa ti appare più vicina e ti crea ansia.
L'idea per questo post mi è venuta dopo aver visto alla tv, il 16 gennaio 2013, il film "You Don't Know Jack" (Tu non conosci Jack) del 2010, comunemente conosciuto come "Dr. Death" (Dr. Morte).
E' un film televisivo della HBO, per la regia di Barry Levinson, con protagonista Al Pacino nella parte di Jack. Per quell'interpretazione Pacino ha vinto un Golden Globe. 
Il film racconta la storia di Jacob "Jack" Kevorkian (Pontiac (Michigan), 26 maggio 1928 – Royal Oak (Michigan), 3 giugno 2011), medico, pittore e compositore statunitense.

Ciao Alessio

Alessio e i suoi amati alunni
Giovedì sera, 18 gennaio 2013, si è celebrata una messa di suffragio, presso la chiesa di San Girolamo di Padova, a ricordo del maestro di scuola e di vita Alessio Stefanello, "passed away" il 2 gennaio 2011 per un "cancer" al cervello. Non avendo potuto partecipare, ma desiderando ricordarlo, riporto quanto avevo scritto in un altro post dedicato ad Alessio: " Dedico a Maria Grazia e alla figlia Chiara alcune frasi tratte dal libro testamento di David Servan-Schreiber 'Ho vissuto più di un addio', autore anche di 'Anticancro' il bestseller che ha venduto un milione e seicentomila copie nel mondo. David Servan-Schreiber (Neuilly-sur-Seine, 21 aprile 1961 – Fecamp, 24 luglio 2011) è stato uno psichiatra, giornalista e ricercatore francese, che ha lavorato a lungo negli Stati Uniti. David ha combattuto e inizialmente vinto un cancro al cervello poi, a distanza di diciannove anni dalla prima diagnosi,  una nuova ricaduta gli è stata fatale. Prima di morire ha deciso di dedicare i suoi ultimi mesi di vita alla scrittura di 'On peut se dire au revoir plusieurs fois'. Titolo italiano: Ho vissuto più di un addio) pubblicato in Italia dalla Sperling & Kupfer, per far arrivare al maggior numero di persone il senso della sua esperienza di uomo e di medico. E' più bella la traduzione letterale del titolo francese: 'Si può dire arrivederci più volte', perchè David ha usato arrivederci invece di addio. Addio, significa congedarsi da qualcuno in maniera definitiva, arrivederci è il commiato da una persona che ci si augura di rivedere al più presto.
"Mi piace - afferma David - una frase tratta da una lettera che un uomo aveva inviato alla moglie prima di partire per la guerra civile americana. Aveva davvero poche probabilità di rivederla: « Se non torno fisicamente, non dimenticare che ogni volta che sentirai la brezza sul tuo viso, sarò io che sono venuto a baciarvi». Un'intuizione che vorrei condividere con mia moglie e i miei figli. Voglio pensare che quando sentiranno la carezza del vento sul loro viso, si diranno:« E' papà che è venuto a darmi un bacio ».

Carissime Maria Grazia e Chiara, con l'augurio che anche voi due abbiate questa intuizione della brezza del vento, ascoltando insieme 'Blowing in the wind' di Bob Dylan, cantata con Joan Baez, vi abbraccio affettuosamente.