domenica 30 marzo 2014

Ultime notizie sulla mia metastasi epatica

Caro fegato mio, così comincia l'ode di Pablo Neruda dedicata al fegato:
Umile, organizzato amico,
lavoratore alacre,
lascia che ti dia l’ala del mio canto,
il colpo d'aria,
l'elevazione della mia ode....

Grazie per aver reagito positivamente sia alla chemio tradizionale con cisplatino + xeloda che a quella sperimentale a base di anticorpo monoclonale. Nelle quattro figure  si vedono gli effetti della chemio tradionazionale e di quella sperimentale sulla mia recidiva epatica. Nella fig.1 diagnosi della recidiva epatica dopo tac con mdc, siamo ad agosto 2013, ricordo che sono stato gastrectomizzato il 3 dicembre 2010. Nella fig. 2, novembre 2013, remissione parziale della recidiva dopo 4 cicli di chemio tradizionale. Il 6 febbraio 2014, dopo i quattro cicli di chemio sperimentale, la situazione non è cambiata, vedi figura 3. La diagnosi veniva definita: stazionarietà della malattia. Nella figura 4, situazione dopo 45 giorni dalla fine della chemio sperimentale, tac del 20.03.2014, è scomparso anche l'ultimo nodulo da 10 mm nel settore 2, buon segno. Ora mi aspetta una tac a fine aprile e poi un'infusione. Faccio mia la conclusione dell'ode al fegato del grande Pablo:
Amo la vita:
Soddisfami! Lavora!
Non fermare il mio canto.



venerdì 28 marzo 2014

Ippocrate, Seneca, More, Napolitano e Veronesi sul fine vita

Chi viene colpito da una patologia importante, spesso incosciamente, rimugina pensieri più o meno angoscianti sul fine vita. Riporto la lettera che il Presidente della Repubblica ha inviato allo scrittore Carlo Troilo e il post di Umberto Veronesi.
Premetto le definizioni dell'eutanasia, il Giuramento di Ippocrate, il pensiero di Seneca e di Tommaso Moro tratti da Wikipedia:

  •  l'eutanasia è attiva diretta quando il decesso è provocato tramite la somministrazione di farmaci che inducono la morte (per esempio sostanze tossiche).
  • l'eutanasia è attiva indiretta quando l'impiego di mezzi per alleviare la sofferenza (per esempio: l'uso di morfina) causa, come effetto secondario, la diminuzione di tempi di vita.
  • l'eutanasia è passiva quando provocata dall'interruzione o l'omissione di un trattamento medico necessario alla sopravvivenza dell’individuo.
  • l'eutanasia è detta volontaria quando segue la richiesta esplicita del soggetto, espressa essendo in grado di intendere e di volere oppure mediante il cosiddetto testamento biologico. L’eutanasia è detta non-volontaria nei casi in cui non sia il soggetto stesso ad esprimere tale volontà ma un soggetto terzo designato (come nei casi di eutanasia infantile o nei casi di disabilità mentale).
  • il suicidio assistito è invece l'aiuto medico e amministrativo portato a un soggetto che ha deciso di morire tramite suicidio ma senza intervenire nella somministrazione delle sostanze.
Nel Giuramento di Ippocrate (circa 420 a.C.) si legge: «Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggerirò un tale consiglio; similmente a nessuna donna io darò un medicinale abortivo.»
Lucio Anneo Seneca (60 d,C.): «La vita non sempre va conservata: il bene, infatti, non consiste nel vivere, ma nel vivere bene. Perciò, il saggio vivrà quanto deve, non quanto può. Osserverà dove gli toccherà vivere, con chi, in che modo e che cosa dovrà fare. Egli bada sempre alla qualità della vita, non alla lunghezza.»
Nell'Utopia di Tommaso Moro (1516): « ...se qualcuno non solo è incurabile ma anche oppresso da continue sofferenze, i sacerdoti e i magistrati, poiché non è più in grado di rendersi utile e la sua esistenza, gravosa per gli altri, è per lui solo fonte di dolore (e quindi non fa che sopravvivere alla propria morte), lo esortano a non prolungare quel male pestilenziale...In questo modo li convincono a porre fine alla propria vita digiunando o facendosi addormentare, così da non accorgersi nemmeno di morire. Ma non obbligano comunque nessuno ad uccidersi contro la propria volontà, né gli rivolgono meno cure... Chi invece si toglie la vita senza aver ricevuto prima il permesso dei magistrati e dei sacerdoti è considerato indegno. »
Lettera del Presidente Napolitano a Carlo Troilo, dell'Associazione Luca Coscioni 
Lettera inviata dal Presidente Napolitano a Carlo Troilo, dell'Associazione Luca Coscioni, e dallo stesso resa pubblica:
"Caro Troilo, la ringrazio per avermi dato notizia dell'iniziativa programmata per il 18 marzo, nell'anniversario della triste data del suicidio di suo fratello Michele. E sento profondamente la drammaticità del travaglio che hanno vissuto altri partecipanti alla conferenza stampa per le disperate vicende dei loro cari. Drammatici nella loro obbiettiva eloquenza sono d'altronde i dati resi noti da diversi istituti che seguono il fenomeno della condizione estrema di migliaia di malati terminali in Italia. Ritengo anch'io che il Parlamento non dovrebbe ignorare il problema delle scelte di fine vita e eludere 'un sereno e approfondito confronto di idee' su questa materia. Richiamerò su tale esigenza, anche attraverso la diffusione di questa mia lettera, l'attenzione del Parlamento". Roma, 18 marzo 2014
Testamento biologico: “Grazie, presidente Napolitano”
Vivere è un diritto o un dovere? E' ora che anche in Italia si arrivi a una medicina della responsabilità
Grazie, presidente Napolitano. Non è possibile che la crisi economica e la confusione politica abbiano fatto accantonare, come se fosse un lusso e un capriccio, il dibattito sul testamento biologico e sull’eutanasia. Il messaggio che Lei ha mandato alla conferenza dell’associazione Luca Coscioni ha il grande merito di ricordare, non solo al Parlamento, ma a tutto il Paese, che negli ultimi dieci anni, secondo l’Istat, si sono verificati in Italia 10mila suicidi e oltre 10mila tentati suicidi di malati. Praticamente, mille all’anno. Decisioni tragiche per storie tragiche. Mentre ancora si attende una legge sul testamento biologico e giace inevasa la proposta di legge popolare sull’eutanasia. 
La discussione sul testamento biologico (che io voglio continuare a chiamare così, e non con il burocratico nome di «disposizioni anticipate di trattamento»)  si è incagliata, come qualcuno ricorderà, sul divieto di sospendere  l’idratazione e l’alimentazione artificiali, e sulla sottrazione di libertà costituita nel lasciare ai medici l’ultima parola. No, non ci siamo. Ed è per questo che avevo chiuso amaramente ogni discussione, affermando «meglio nessuna legge che questa legge».
Me n’era però rimasto un acuto senso d’ingiustizia nei confronti dei tanti  che continuano a soffrire. Ho perciò accettato di riaprire la discussione su invito dell’associazione Luca Coscioni, e di partecipare con un videoappello alla conferenza che ha visto presenti i testimoni di tragedie che sarebbero rimaste ignorate se gli stessi protagonisti, o i loro cari, non si fossero battuti per portare il problema a conoscenza dell’opinione pubblica: Mina Welby, vedova di Piergiorgio; la compagna di Mario Monicelli, Chiara Rapaccini; il figlio di Carlo Lizzani, Francesco; Luciana Castellini, compagna di Lucio Magri; lo scrittore Carlo Troilo, autore del libro «Liberi di morire», il cui fratello si uccise.
Che cosa ho detto, in questo videoappello? Che anche in Italia dobbiamo arrivare a una medicina della responsabilità, abbandonando la medicina paternalistica. Se oggi abbiamo il diritto, con la fecondazione assistita, di programmare la vita, dobbiamo anche avere il diritto di programmare il termine della vita. Perché vivere è un diritto, e non un dovere. Comunque la si pensi, è ora di arrivare a un aperto dibattito, in cui le posizioni si confrontino sino in fondo. Il Presidente della Repubblica ha detto nel suo messaggio: «Ritengo che il Parlamento non dovrebbe ignorare  il problema delle scelte di fine vita, ed eludere un sereno e approfondito confronto di idee su questa materia.»
Non so se la ripresa del dibattito, che io mi auguro sollecita, potrà contare sulla serenità, perché la contrapposizione ideologica è molto forte. Vorrei però ricordare il concetto dell’autodeterminazione, che è parte inscindibile della libertà di ogni individuo. C’è chi vorrà negarla?

giovedì 27 marzo 2014

Istituto Oncologico Veneto: "C'ERA UN RAGAZZO...SHOW"



L'instancabile  Bruno Bandoli dell'ufficio Comunicazione e Marketing dell'Istituto Oncologico Veneto - IRCCS, mi segnala questa piacevole serata.
Certo di fare cosa gradita, informo che venerdì 28 marzo 2014, alle ore 21,15 al Piccolo Teatro di Padova si svolgerà lo spettacolo musicale "C'ERA UN RAGAZZO SHOW" - IX^ edizione del Memorial Orfeo Valandro.
Si respirerà la magica atmosfera degli anni '60 - '70 e '80 con un repertorio dei più noti brani del revival italiano.
Tra i vari gruppi presenti,  Alfio Cantarella, mitico batterista dell'Equipe 84 e Renzo Levi Minzi, anima degli storici Delfini.
Numeri di magia, cabaret e altre sorprese animeranno la serata.

Venerdì 28 marzo 2014, ore 21,15
"C'ERA UN RAGAZZO...SHOW"
Piccolo Teatro
Via Asolo, 2 - zona Paltana - Padova
Ingresso libero con offerte per lo I.O.V.

mercoledì 26 marzo 2014

Istituto Oncologico Veneto: Concerto di Primavera



Ricevo da Bruno Bandoli dell'Ufficio Comunicazione e Marketing dell'Istituto Oncologico Veneto - IRCCS (IOV) una mail che segnala un'interessante iniziativa che volentieri pubblico.
Certo di fare cosa gradita, informo che sabato 29 marzo 2014, alle ore 20,45 presso il Teatro Modigliani di Padova si svolgerà il "Concerto di Primavera", organizzato con la collaborazione di Officine Espressive e il contributo della Provincia di Padova e della Cassa di Risparmio del Veneto.

Il repertorio dell'intero spettacolo sarà all'insegna dell'allegria: dagli anni '70 ai giorni nostri, passando per la musica pop e rock con una parte di gospel moderno.

Tra i vari artisti che si esibiranno, WEREVOLUTION, mitica band che ha calcato palchi nazionali e internazionali, che regalerà al pubblico il sound sviluppato in anni di concerti, con grande intensità emotiva degli arrangiamenti.

Inoltre si esibiranno le band di Officine Espressive, l'ODM CHOIR, Davide Stecca, eclettico pianista che accompagnerà Laura Franceschi nell'interpretazione di brani jazz, blues, soul e funk.

Da ultimo i TE BATO, gruppo di Body Percussion (percussioni attraverso il corpo), offriranno ritmi esplosivi e travolgenti.

giovedì 20 marzo 2014

AIOM: La vaccinazione antinfluenzale in pazienti oncologici è sicura, minimamente invasiva e ha costi contenuti



Trovo nel sito dell'AIOM le raccomandazioni sull'uso della vaccinazione antinfluenzale nei pazienti con il cancer. Io non l'ho fatta perché gli oncologi erano incerti, ora scopro che l'AIOM afferma che è sicura anche per chi è sottoposto a chemio o a terapie a bersaglio molecolare come nel mio caso.
Raccomandazionidella Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) sull’uso della vaccinazione antinfluenzale nei pazienti con neoplasia. (versione 2013, a cura del Working Group Ricerca Clinica)

martedì 18 marzo 2014

Terzani: viaggiare non serve. Se uno non ha niente dentro, non troverà mai niente fuori



Tiziano Terzani sull'Himalaya
Quest'anno ricorrono 10 anni dalla morte di Tiziano Terzani. Angela Terzani Staude, sua moglie, scrive in una lettera pubblicata nel libro, dal titolo "Un’idea di destino", che contiene i diari privati che Terzani ha tenuto dal 1984 fino alla sua scomparsa nel luglio 2004: Cari lettori, nel 2014 cade il decennale della morte di Tiziano e la cosa straordinaria per me è che possa esserci un decennale. Dieci anni “dopo” il passato di solito è dimenticato, mentre nel caso di Tiziano la cerchia dei suoi estimatori si è enormemente allargata e la notizia del “decennale” li coinvolge, li commuove…
Ho ascoltato anche l'ultima intervista di Tiziano Terzani (Firenze, 14 settembre 1938 – Orsigna, 28 luglio 2004) dal titolo: Anan, il senzanome (è vedibile interamente su Youtube). L'intervista realizzata dal regista Mario Zanot nel maggio 2004, è l'ultima testimonianza filmata di Tiziano Terzani, scomparso poco tempo dopo, il 28 luglio, proprio nel suo ritiro dell'Orsigna, sulle montagne toscane, dove si sono svolte le riprese.
Secondo me sperare di guarire da un cancer è auspicabile ed è possibile a qualsiasi età, ma lo è in particolare quando si è giovani e quando si hanno dei figli giovani. Ma per Terzani, morto a 66 anni, no! Non vuole aggiungere anni alla sua vita, anche volendo però non potrebbe farlo. Il cancer all'intestino, contro il quale ha lottato dalla primavera del 1997 fino alla morte avvenuta nel 2004, non gli ha dato scampo.

venerdì 14 marzo 2014

Cesare Boetto è "passed away"



Cesare Boetto
L'amica Federica, dirigente scolastico, mi ha mandato questa bella mail: Ciao a tutti, ieri vi ho pensato. Avevo una riunione  con i docenti in anno di prova e loro, raccontandomi dell'incontro generale con Andrea Bergamo, hanno detto che gli è stato consegnato il nostro libro sul'etica. Pare che ci siano copie da smaltire all'ufficio provinciale. Al di là delle battute mi sono ritrovata per alcuni minuti a spiegare loro da dove partiva e soprattutto che clima accompagnava la voglia di riflessione sull'etica a scuola allora...tra me e me pensavo a che distanza sembri ora tutto quel nostro discutere animatamente (anche litigare a volte) su principi di cui nessuno oggi fa cenno se non di passaggio. E' un peccato. Quella dimensione non dovrebbe andare persa, soprattutto in tempi di problemi economici per tutti. Dovremmo ripartire dalla nostra professionalità. Ogni mattina. Mi è venuto in mente anche perchè dando l'ultimo saluto ad un grande preside Cesare Boetto che è mancato da poco, so che lui ha lasciato la scuola più ricca in tanti anni. 

martedì 11 marzo 2014

Carcinosi peritoneale: una brutta "bestia"



Meglio nascondere la testa sotto la sabbia come gli struzzi (sarà vero?) per non vedere, non capire e non sapere? Meglio non dire niente a nessuno, non voler sapere nulla, tenersi tutto dentro? Il dilemma è sempre lo stesso: meglio un paziente informato o uno ignorante, nel senso che ignora perché non vuole sapere? Quando vieni colpito da un cancer spesso ti trovi spaesato, confuso e non sai come reagire. Pensieri di morte e di speranza si accavallano nella tua mente e a chi ti circonda non sai cosa dire e fare.
Anche un personaggio importante come Sigmund Freud, padre della psicanalisi, di fronte al tumore alla mandibola che lo colpì a 67 anni e lo perseguito fino alla morte avvenuta 16 anni più tardi (aveva pensato di morire a 62 anni, perché era un numero ricorrente nella sua vita) e dopo aver subito ben 34 interventi, ad un certo punto, siamo nel 1935, morirà nel 1939, dice basta, non dirò più nulla: "Mi sia concesso di por fine qui alle mie comunicazioni autobiografiche. Il pubblico non ha diritto di saperne di più, né dei miei rapporti personali, né delle mie battaglie, né delle mie delusioni, né dei miei successi." (Poscritto della sua autobiografia del 1935 pag. 140). Si affido solamente alla figlia Anna.

Anche Freud è un mortale e nonostante abbia fatto della condivisione dei suoi stati d'animo, in circostanze ben più scabrose della sua vita, il fulcro del proprio operato di studioso e di analista, di fronte al cancro è in difficoltà.

Ho già fatto la diagnosi tramite internet. 
Sono qui solo per la seconda opinione.

Anch'io sono spesso in difficoltà ma continuo ad informare e a cercare di capire come la "bestia", così chiamano il cancer molti amici di avventura, si sviluppa e può essere aggredita. Affronto quindi un tema ricorrente nel cancer gastrico: la carcinosi peritoneale e possibili terapie. Nelle Linee guida, nella premessa della Chemio Ipertermia Intra Peritoneale (CIIP), si legge con angoscia:  Il cancro gastrico (CG) rappresenta la seconda causa più frequente di morte per cancro, responsabile ancora oggi di oltre il 10% delle morti globali (1,2). Nonostante i progressi nella diagnosi precoce, il CG viene spesso diagnosticato in stadio avanzato ed il trattamento chirurgico radicale rimane l’unica opzione terapeutica; tuttavia, fino al 70% dei pazienti sviluppa una recidiva entro 5 anni (3). La causa più frequentemente correlata al fallimento del trattamento del CG è la diffusione della malattia nella cavità peritoneale. La carcinosi peritoneale (CP) da CG è un evento frequente anche nella fase precoce della storia naturale della malattia. E’ stato stimato che il 15-50% di pazienti presenta una CP al momento della diagnosi iniziale, soprattutto quando vi è coinvolgimento della sierosa da parte del tumore (4,5), potendosi altresì sviluppare dopo resezione curativa nel 60% dei pazienti con invasione T3 o T4 (6) ed in particolare, nell’istotipo diffuso infiltrante la sierosa gastrica (7). Trovo in internet il sito peritoneo.it curato dal dott. Pietro Bagnoli che lavora all'Humanitas di Milano. Il dott. Bagnoli spiega in maniera chiara e comprensibile il tema della carcinosi, nell'articolo dal titolo: Le carcinosi: un (primo) tentativo di classificazione. Riporto dopo l'articolo un breve glossario di termini usati.

venerdì 7 marzo 2014

Qual é l'ospedale migliore? Dove vado a farmi curare? La risposta del ministro Lorenzin




Dal sito del Dipartimento di Medicina
dell'UCSF di San Francisco
Qual é l'ospedale migliore in Italia? Dove vado a farmi curare in Italia? Quali sono gli indicatori di qualità? Sono quesiti difficili da affrontare, ci prova il Ministro della Salute Lorenzin con un progetto ambizioso. Lunedì 3 marzo alle ore 12.00 il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha presentato alla stampa ''www.dovesalute.gov.it.'' sito internet del Ministero della Salute aperto a tutti i cittadini. E' un progetto ambizioso, speriamo che vada in porto. Per il momento nel sito sono riportati solo gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS). Per il Veneto, è riportato  l'Istituto Oncologico Veneto (pubblico) e l'Ospedale S. Camillo di Venezia (privato) che si occupa di neuroabilitazione motoria della comunicazione e del comportamento. Per lo IOV vengono riportati i  numeri di telefono del CUP, dell'URP e i link dei siti delle tre Associazioni di Volontariato (AVO, CEAV, Chiama), presenti all'interno dell'Istituto.
Riporto alla fine l'elenco degli IRCCS, la parte del leone la fa la Lombardia. Copio e incollo dal sito del Ministero il comunicato stampa sulla presentazione.

Al via il portale www.dovesalute.gov.it. Il Ministro Lorenzin: "cambio culturale"

Novartis e Roche sanzionate dall'Antitrust con multa da 180 mln di euro



Lucentis e Avastin
Nella convinzione che l'informazione cura e che è preferibile un paziente informato ad uno ignorante, parlo della multa che  l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato  ha inflitto per oltre 180 milioni di euro ai due colossi farmaceutici svizzeri, Novartis e Roche, per «un cartello che ha condizionato le vendite dei principali prodotti destinati alla cura della vista, Avastin e Lucentis».
«I due gruppi - si legge sul sito dell' Autorità - si sono accordati illecitamente per ostacolare la diffusione dell'uso di un farmaco molto economico, Avastin, nella cura della più diffusa patologia della vista tra gli anziani e di altre gravi malattie oculistiche, a vantaggio di un prodotto molto più costoso, Lucentis, differenziando artificiosamente i due prodotti».
La casa farmaceutica Roche afferma in una nota che «le accuse sono prive di qualsiasi fondamento» e che «ricorrerà in appello presso tutte le sedi deputate, a tutela della propria immagine e dei propri diritti, certa delle proprie ragioni». Roche, nel confermare che non c'é stata alcuna intesa anticoncorrenziale con Novartis, precisa che «Avastin (bevacizumab) e Lucentis (ranibizumab) sono farmaci diversi - per composizione, struttura e modalità di somministrazione - sviluppati per scopi terapeutici differenti: Avastin (bevacizumab) è un farmaco oncologico, mentre Lucentis (ranibizumab) è un farmaco ad uso oftalmico. Avastin (bevacizumab) non è prodotto, né è mai stato approvato dalle Autorità sanitarie internazionali e nazionale per uso oftalmico, e in Italia è registrato nel trattamento del tumore al colon-retto, all'ovaio, alla mammella, al rene e al polmone».
Entrambi i farmaci sono anticorpi monoclonali.
Segnalo altresì che la Procura di Roma e la Corte dei Conti si stanno interessando del caso.

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lunedì 3 marzo 2014

Umberto Veronesi: "Le mie lacrime davanti a un bambino malato di tumore"



Ciao REBECCA
Anche se questo blog è dedicato all'informazione per gli adulti e gli anziani pazienti oncologici, non dobbiamo dimenticare i bambini affetti da questa temibile malattia. Essendo anche vicepresidente dell'Associazione Invecchiamento Attivo e Solidarietà Intergenerazionale (IASI), non dobbiamo scordare di essere solidali e compassionevoli (soffrire insieme) con i bambini e i loro familiari che impattano con il cancer. La foto di Rebecca è tratta dalla pagina Facebook dedicata a tutti i bambini "speciali" malati di tumore, e per tutti i bambini che a causa di questo male sono diventati angeli troppo presto. Questa pagina e dedicata anche a te: CIAO REBECCA sarai il nostro ANGELO, mamma papà e nicole 

Ricordo che il 15/02/2014 è stata celebrata la  XII Giornata Mondiale contro il Cancro Infantile organizzata dalla Confederazione Internazionale delle Organizzazioni di Genitori di Bambini malati di Cancro  l'International Confederation of Childhood Cancer Parent Organizations (ICCCPO).
Traduco, dal sito dell'ICCCPO, una parte del comunicato stampa in occasione della XII Giornata Mondiale contro il Cancro Infantile.
Ginevra, 15 febbraio 2014 -  Oggi è l'International Childhood Cancer Day - una giornata in cui si celebra la forza , il coraggio e la resilienza dei bambini malati di cancro e delle loro famiglie . La Società Internazionale di Oncologia Pediatrica ( SIOP, presidente prof. Giorgio Perilongo, Azienda Ospedaliera di Padova) e la Confederation of Childhood Cancer Parent Organizations ( ICCCPO ) che rappresentano circa 2000 oncologi pediatrici e 169 associazioni di genitori, provenienti da 88 paesi, che rappresentano bambini malati di cancro , i sopravvissuti e le loro famiglie. I membri del ICCCPO insieme ai  professionisti medici  del SIOP organizzeranno  attività di sensibilizzazione cancro infantile in tutto il mondo, dal 15 febbraio in poi, per l'International Childhood Cancer.
Ogni anno, a più di 250.000 bambini in tutto il mondo viene diagnosticato un cancro, mentre si stima che 90.000 muoiono a causa della malattia. Questo numero è impressionante se si pensa che il 70 % di tutti i tumori infantili sono curabili.

domenica 2 marzo 2014

Mammografia: quando l’informazione è irresponsabile





Immagine di una mammella sana (sinistra)

 e una con un tumore (destra)
In molti paesi la mammografia di routine delle donne anziane è incoraggiata come un metodo di screening per la diagnosi precoce del cancro al seno. Nel 2009, la US Preventive Services Task Force (USPSTF) ha raccomandato che le donne, senza fattori di rischio, facciano lo screening mammografico ogni 2 anni, nell'età tra i 50 ei 74 anni. Hanno trovato che le informazioni erano insufficienti per raccomandare o sconsigliare lo screening tra i 40 ei 49 anni o di età superiore ai 74 anni.[2] Complessivamente gli studi clinici hanno trovato una riduzione relativa della mortalità del cancro al seno del 20%.[3][4] Alcuni medici credono che le mammografie non riducono la mortalità per cancro al seno o almeno che le prove non lo dimostrano.[5] In Italia, lo screening è proposto, gratuitamente, a tutte le donne tra i 50 e i 69 anni di età. (da Wikipedia)
Avevo postato  in questo blog la notizia della ricerca  canadese dell’Università di Toronto (Anthony Miller e coll.) sull’utilità degli screening mammografici ai fini della sopravvivenza, pubblicata sul BMJ  l’11 febbraio scorso, clicca qui. Trovo giusto riportare il parere molto critico del prof. Umberto Veronesi, medico e ricercatore che ha dedicato la vita allo studio e alla cura dei tumori, in particolare alle terapie conservative per i tumori del seno,  pubblicato nel suo blog il 18/02/14, dal titolo: Mammografia: quando l’informazione è irresponsabile

Guarito da 70 tumori letali grazie ad un farmaco sperimentale




Scansioni prima e dopo il trattamento con Brentuximab
(le macchie scure a sinistra sono i tumori, quelle a destra
sono reni e  vescica)
Alcuni compagni di ventura del Forum "Vivere dopo il cancro allo stomaco (si può!) hanno segnalato un articolo trovato in internet che narra la storia oncologica di Ian Brooks, 47 anni, meccanico di Bolton, della contea della Greater Manchester. Sarebbe guarito, è d'obbligo il condizionale, in appena 12 settimane, da un Linfoma a grandi cellule anaplastico (ALCL), rara forma di linfoma non Hodgkin (Lnh), che aveva favorito la proliferazione di 70 tumori nel suo corpo. I medici del The Christie Hospital di Manchester gli avevano dato solo poche settimane di vita e non sapevano più come aiutarlo. Anch'io sto facendo una sperimentazione con un farmaco che termina in 'mab', suffisso di tutti i farmaci anticorpo monoclonali, acronimo di Monoclonal Antibody (mAb), e quindi la notizia mi ha incuriosito. Nel sito del The Cristie si parla solo della sperimentazione in atto e non di Ian Brooks: http://www.christie.nhs.uk/about-the-christie/latest-news/2014/030214.aspx.

Sono andato a cercarla nella stampa inglese e l'ho trovata nel Daily Mail on line del 25 febbraio, autore Jaya Narain, nell'articolo dal titolo: Scansioni stupefacenti mostrano come i 70  tumori letali del paziente ammalato di cancro siano scomparsi in appena 12 settimane grazie al farmaco pionieristico.