mercoledì 4 aprile 2012

Buona Pasqua

I volontari di (CHIAMA)-Informazione come cura, augurano una Pasqua di speranza con questa bellissima poesia "L'importanza di seminare" scritta da don Ottaviano Menato.
Don Ottaviano è nato a Casale di Scodosia nel 1927 ed è stato ordinato sacerdote nel 1952. Dopo le prime esperienze pastorali a Conselve, Pontelongo e Montegrotto Terme, nel 1962 giunse a Fellette di Romano d’Ezzelino con l’incarico di fondare la nuova Parrocchia del Sacro Cuore. Ottenuta la specializzazione in Psicologia presso l’Università Lateranense di Roma, ha messo la sua carica umana e la sua sensibilità spirituale a servizio di numerose comunità in varie città d’Italia. E’ stato dal 1992 al 2002 parroco alla Guizza, una grossa parrocchia della città di Padova.
Don Ottaviano Menato è noto soprattutto per la sua poesia, fatta di ricordi struggenti, di immagini, di sentimenti. Nel 1982 pubblicò la sua prima raccolta di poesie Semina, semina (3 edizioni) e nel 1989 la seconda La mia voce (3 edizioni esaurite). Del 1999 è la terza raccolta Nel cuore sogni infiniti (4 edizioni), del 2004 la quarta Non toccate i miei cavalli, del 2006 l’ultima raccolta Canto la vita, la bellezza e l’amore. Ha vinto vari premi di poesia prestigiosi, a livello sia nazionale che internazionale. Le sue poesie sono state incluse in antologie di prestigio. E' morto il 30.02.2010.

1 commento:

  1. Ricevo una mail con questo interessante aneddoto: «Una volta, fu chiesto a Isaac Newton in che modo l'uomo trasformato in polvere poteva ricomporsi di nuovo per dar luogo ad un corpo. Senza dire una parola, egli raccolse un pugno di limatura di ferro, lo mescolò con la sabbia e domandò al suo interlocutore: "Lei saprebbe separare la polvere di ferro da questa massa?". L'altro rispose di no. Allora, Isaac prese una calamita, l'accostò al composto e subito le particelle di ferro si attaccarono alla calamita. Quindi, Newton disse con calma: "Colui che ha posto una tal forza nel ferro inanimato, non potrà dare di nuovo un involucro corporale alla nostra anima immortale?"».

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