Un giornalista di una rete nazionale ci ha chiesto,
avendo visto il mio blog di IASI-Pronto Anziano, se siamo a conoscenza di casi di
mala sanità. Gli rispondo indirettamente tramite questo post, citando un caso di buona sanità
che mi tocca personalmente. Per un caso di pessima sanità, di cui mi sono
occupato in passato, faccio riferimento all'articolo
del Corriere del Veneto del 02 luglio
2014.
Caso di Buona
Sanità che mi riguardaCome sapete la mia vertebra L2 è crollata a seguito della progressione dell'Adenocarcinoma Gastrico; ho effettuato la gastrectomia il 3 dicembre 2010.
La colonna vertebrale, detta anche rachide o spina dorsale, è il principale sostegno del corpo umano e di quello di molti animali: i vertebrati. Oltre alla funzione di sostegno, la colonna vertebrale assolve altre importanti funzioni; una protettiva e una motoria. La funzione protettiva perché questa protegge il midollo spinale e riduce la possibilità che urti o vibrazione arrechino danni al nostro corpo, mentre la funzione motoria perché, grazie alle sue articolazioni, la colonna vertebrale riesce a capacitarci di muovere la testa nello spazio, di piegare il corpo in avanti ed estenderlo in senso opposto, di fletterlo e di ruotarlo. I costituenti fondamentali della colonna vertebrale sono le vertebre, queste non sono tutte uguali fra di loro, ma presentano diverse caratteristiche che ci consentono di farne una generica descrizione. Le vertebre sono costituite da un 'corpo vertebrale' che, insieme al cosiddetto 'arco vertebrale', delimita il 'foro vertebrale'. Attraverso la sovrapposizione delle vertebre si forma una specie di canale per via dei 'fori vertebrali', questo canale contiene il midollo spinale: la parte più importante del sistema nervoso centrale. Il corpo vertebrale è la parte più grande e resistente della vertebra, di forma pressoché cilindrica. Esso presenta tre facce, una superiore, una inferiore e una di contorno (detta anche circonferenza), l'arco vertebrale costituisce la parte posteriore della vertebra; esso è costituito da varie porzioni: due peduncoli, due masse apofisarie, due lamine, e un processo spinoso. (Wikipedia) Per vedere disegni della colonna vertebrale, clicca qui.
E' scritto sul foglio che mi è stato rilasciato: Paziente già portatore di busto C35 che porta saltuariamente, alla tac di rivalutazione crollo della L2. Non particolari dolori, si mantiene attivo, nuota. Alla valutazione: ipostenia a sinistra, non deficit di sensibilità agli AA.II., non dolori alla digitopressione del rachide. Dal punto di vista osteoncologico, le problematiche sono legate al crollo di L2, con coesistente lombosciatalgia.
Ci sono indicazioni chirurgiche differenti per il crollo della L2:
1. Intervento demolitivo (se solo quella vertebra è
interessata da malattia), oppure;Ci sono indicazioni chirurgiche differenti per il crollo della L2:
2. Approccio più conservativo con trattamento locale e stabilizzazione (crioablazione o vertebroplastica +/- stabilizzazione percutanea).
Per verificare se la metastasi ha intaccato solo la L2 o anche altre vertebre, eseguirò il 04/11/2014 una risonanza magnetica nucleare (RMN) del tratto cervicale-dorso-lombare. Siccome soffro ogni tanto di parestesie alle mani si è deciso di analizzare anche le vertebre cervicali.
Considero la presenza di diversi specialisti un esempio di buona sanità.
Glossario
Parestesia
Percutanea: che
avviene attraverso la pelle.
La vertebroplastica è una procedura chirurgica non da poco. Và consigliata in casi particolari.
La radioterapia ha le potenzialità di colpire la vertebra in toto e di diminuire l'effetto erosivo destrutturante della mestastasi, riducendo il rischio di crollo vertebrale evitando conseguenti danni neuronali midollari; contemporaneamente agisce in modo antalgico sulla decompressione delle terminazioni nervose. Va benissimo se associata a farmaci come i bifosfonati quali il pamidronato o lo zoledronato per aumentare il consolidamento dell'osso malato. Ne parli comunque con il suo oncologo per contattare il radioterapista per la Radioterapia sulle vertebre o, se ritenuta opportuna l'altra metodica, il chirurgo ortopedico o il radiologo interventista, sebbene, come le dicevo le indicazioni alla vertebroplastica sono molto limitate per i casi tumorali.
Dr. Filippo Alongi, Direttore Radioterapia Oncologica, Ospedale S. Cuore di Negrar (Verona)
Crioablazione percutanea
delle lesioni ossee : tecnica
Previo posizionamento sotto guida fluoro-TC di aghi da
biopsia ossea all’interno delle lesioni vengono coassialmente introdotti gli
aghi da Crioablazione. Alternando diversi cicli di congelamento e riscaldamento
si ottiene la necrosi e quindi la riduzione della massa tumorale. Inoltre la
procedura permette un’importante riduzione della sintomatologia dolorosa e
quindi un miglioramento della qualità di vita dei Pazienti. La procedura viene
eseguita in anestesia locale con una durata variabile in base al numero e alle
dimensioni delle lesioni. Al paziente viene richiesto di restare disteso a
letto nelle successive quattro ore. La degenza prevista per la procedura è
solitamente di 2-3 giorni con dimissione nella prima giornata post-trattamento
con terapia antibiotica domiciliare. In ogni paziente vengono preventivamente
valutate le indicazioni al trattamento e successivamente monitorati i risultati
nel tempo attraverso visite clinico-radiologiche.La stabilizzazione vertebrale lombare percutanea attraverso un approccio posteriore è sicuramente un intervento meno aggressivo rispetto a quelli convenzionali ( chirurgia a cielo aperto ) nei riguardi del trattamento dell’ insufficienza segmentale lombare (LSI) , delle micro-instabilità e delle spondilolistesi. Grazie allo sviluppo di strumentari concepiti per il trattamento minimamente invasivo di una serie di condizioni della colonna vertebrale, è possibile ad oggi eseguire tale intervento con il minimo impatto sulle strutture anatomiche della colonna lombare. I vantaggi di questa opzione chirurgica sono essenzialmente rappresentati dalla mini-invasività: essa consente infatti al chirurgo di essere estremamente rispettoso dell’anatomia, pur ottenendo un’ottima fissazione ( stabilizzazione ) del segmento di colonna interessato. Ciò permette quindi un rapido recupero della stazione eretta e della mobilità da parte del paziente: in genere il carico viene concesso fin dal primo giorno post-operatorio ( con ausilio di ortesi ) con conseguente abbattimento dei giorni di degenza ospedaliera e precoce ritorno alle normali attività quotidiane e lavorative.
Nessun commento:
Posta un commento