E’
disponibile online “I numeri del cancro in Italia 2014”, il quarto
aggiornamento del volume frutto della collaborazione tra AIRTUM e AIOM. Oggi, 25
ottobre, in occasione del XVI Congresso Nazionale dell'Associazione Italiana di
Oncologia Medica (Roma, 24-26 ottobre), è stato presentato il quarto
aggiornamento del volume “I numeri del cancro in Italia 2014” frutto della
collaborazione tra gli epidemiologi di AIRTUM e gli oncologi di AIOM. I numeri
sulla patologia oncologica in Italia dicono che la mortalità è in forte calo,
ma evidenziano un forte incremento delle diagnosi di tumori del polmone tra le
donne: in quasi vent'anni si è registrato un aumento del 61%. Le nuove diagnosi
di tumore stimate per il 2014 sono 365.500 (1.000 nuove diagnosi al giorno).
Sono 2 milioni e 900 mila i cittadini italiani che nel corso della loro vita
hanno affrontato una diagnosi di tumore. L’ultima
edizione de “I numeri del cancro in Italia" si arricchisce di stime di
incidenza aggiornate, di un capitolo sull’incidenza di secondi tumori, uno
sull’impatto del fumo di sigaretta, uno sui dati regionali e anche di schede
specifiche per patologia sempre più dettagliate.
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COMUNICATO STAMPA - Presentata al Congresso nazionale AIOM la quarta edizione del volume sui numeri della malattia nel nostro Paese, frutto della collaborazione tra gli oncologi e gli epidemiologi dell’AIRTUM “TUMORI, CROLLA LA MORTALITÀ: DAL 1996 MENO 18% NEGLI UOMINI MA È BOOM DI CANCRO AL POLMONE FRA LE ITALIANE: PIÙ 61% IN 18 ANNI”. Il prof. Stefano Cascinu: “Il nostro sistema sanitario funziona: registriamo sempre meno decessi”. Sono 2 milioni e 900 mila i cittadini colpiti. Il prof. Emanuele Crocetti: “ Nel 2014, stimate 365.500 nuove diagnosi, la più frequente al colon-retto”. Il fumo di sigaretta sempre più killer al femminile. Roma, 25 ottobre 2014 – Le morti per cancro sono in netto calo. In circa vent’anni (1996-2014) sono diminuite del 18% fra gli uomini e del 10% fra le donne. Il numero di nuovi casi invece è sostanzialmente stabile rispetto al 2013: saranno infatti 365.500 nel 2014 (erano 366mila lo scorso anno, 364mila nel 2012 e 360mila nel 2011): 196.100 (54%) negli uomini e 169.400 (46%) nelle donne. Il merito è da ricondurre anche alle campagne di prevenzione, anche se il fattore di rischio più importante, il fumo di sigaretta, risulta ancora troppo diffuso. Un terzo degli italiani under 35 è fumatore. Con conseguenze allarmanti. Basti pensare che fra le donne il cancro del polmone, nelle aree coperte da registri tumore, in 18 anni ha fatto registrare un incremento pari al 61%. Complessivamente, il cancro del colon-retto è il più frequente con quasi 52.000 diagnosi stimate nel 2014, seguito da quello della mammella (48.000), del polmone (40.000), della prostata (36.000) e della vescica (26.000). È il censimento ufficiale, giunto alla quarta edizione, che fotografa l’universo cancro in tempo reale grazie al lavoro dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e dell’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM), raccolto nel volume “I numeri del cancro in Italia 2014”, presentato oggi al XVI Congresso Nazionale AIOM in corso a Roma. “Il libro – afferma il prof. Stefano Cascinu, presidente AIOM – rappresenta uno strumento fondamentale d’aggiornamento sullo stato dell’oncologia nel nostro Paese, rivolto ai cittadini, ai rappresentanti delle Istituzioni e ai clinici. La mortalità, in costante riduzione, è il più solido degli indicatori e dimostra che il nostro sistema sanitario è efficace: di cancro si muore sempre meno. In questa edizione, abbiamo aggiunto un approfondimento sulla relazione fra fumo di tabacco e cancro a cinquant’anni dalla pubblicazione del primo report scientifico su questo legame, dati a livello delle singole Regioni e un rinnovato confronto fra la situazione italiana e Paesi simili al nostro per stile di vita e qualità dell’assistenza, in particolare Stati Uniti, Paesi Scandinavi, Francia e Australia. Una caratteristica demografica condiziona il nostro sistema sanitario: la crescente quota di anziani. Per questo il carico assistenziale in campo oncologico in Italia, derivato dalla somma dei nuovi casi, della sopravvivenza e dell’invecchiamento della popolazione, è molto più elevato rispetto agli altri Paesi. Oggi nella Penisola 2 milioni e 900mila persone vivono con una precedente diagnosi di tumore. E nel 2020 saranno 4 milioni e 500mila”. I decessi nel 2011 (Istat, ultimo anno disponibile) sono stati 167.303: il cancro del polmone si conferma al primo posto per mortalità (33.706), seguito da colon-retto (19.077), seno (11.959), stomaco (9.957) e prostata (7.520). “Il big killer fra gli uomini – spiega il prof. Emanuele Crocetti, segretario AIRTUM - è quello al polmone (27%), al seno (17%) fra le donne. In questa edizione inoltre abbiamo inserito un capitolo sui cosiddetti ‘secondi tumori’ nei pazienti con cancro. Il rischio di ricevere un’altra diagnosi oncologica cresce con il tempo ed è, in media, del 4% per le donne e del 6% per gli uomini dopo 5 anni dalla prima malattia, del 6% e del 10% dopo un decennio, del 10% e del 14% dopo un ventennio e del 12% e del 16% dopo un trentennio. Questo incremento si registra in particolare nei tumori che condividono la stessa esposizione a fattori cancerogeni, come in quelli legati a fumo e alcol. In generale, i pazienti oncologici presentano un rischio maggiore del 10% di sviluppare un secondo tumore rispetto alla popolazione generale”.
“Questi dati sono fondamentali anche per impostare campagne di prevenzione – continua il prof. Carmine Pinto, presidente eletto AIOM –. La nostra società scientifica da anni è impegnata in progetti di sensibilizzazione, indirizzati a tutti i cittadini, in particolare ai più giovani. L’AIOM anche quest’anno, con la quinta edizione del progetto ‘Non fare autogol’, entra nelle scuole superiori a insegnare le regole della prevenzione oncologica ai ragazzi con i campioni della serie A. Va ricordato che quasi il 30% degli italiani è fumatore abituale, incluso un laureato su cinque. Questo significa che i cambiamenti negli stili di vita sono ancora indipendenti dalla consapevolezza dei danni alla salute causati dalle sigarette, anche tra le classi più istruite della popolazione. È pertanto necessario più impegno. Secondo l’American Cancer Society, il consumo di tabacco è responsabile di circa il 30% di tutte le morti ogni anno nei Paesi industrializzati. In Italia, questa stima corrisponde a più di 180.000 decessi evitabili ogni 12 mesi. Smettere di fumare riduce, dopo 5 anni, del 50% il rischio di sviluppare tumori del cavo orale, dell’esofago e della vescica e, dopo 10 anni, di morire per carcinoma del polmone”. I cinque tumori più frequentemente diagnosticati fra gli uomini sono quello della prostata (20%), del polmone (15%), del colon-retto (14%), della vescica (10%) e dello stomaco (5%). Tra le donne, il cancro della mammella è il più diffuso (29%) seguito da colon-retto (13%), polmone (6%), tiroide (5%) e corpo dell’utero (5%). “La sopravvivenza a 5 anni – conclude la prof.ssa Stefania Gori, segretario nazionale AIOM - è aumentata notevolmente rispetto a quella dei casi diagnosticati nei quinquenni precedenti sia per gli uomini (57% nel 2004-2007 contro il 39% del 1990-1992) che per le donne (rispettivamente 63% vs 53%). Su questo risultato positivo complessivo ha influito il miglioramento della sopravvivenza in alcune delle neoplasie più frequenti: colon-retto (64% per gli uomini e 63% per le donne), seno (87%) e prostata (91%)”.
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