sabato 3 gennaio 2015

"Due tumori su tre dipendono dalla sfortuna e non dallo stile di vita o dai geni". Ricerca shock pubblicata su Science




A sinistra i cancers causati dalla "sfortuna", a destra
quelli dovuti all'ambiente, alla genetica e allo stile di vita
L'amica Laura mi segnala questa notizia che ha suscitato reazioni contrastanti. Ho fatto una ricerca e ho trovato interessante l'articolo di Gianluca Ciucci, sull'Huffington Post, Pubblicato il 02/01/2015, con la foto che divide i cancers in quelli dovuti alla "sfortuna" e quelli legati all'ambiente, ai geni e allo stile di vita. Ad esempio è segnato che il cancer al colon dipende sia dalla genetica che dallo stile di vita (carni rosse). Mancano, come osserva Le Monde due tumori importanti e tra i più diffusi: seno e prostata

Due terzi dei tumori sono dovuti a mutazioni legate al puro caso piuttosto che a stili di vita sbagliati come il fumo. Solo un terzo è legato a fattori ambientali o predisposizioni ereditarie. Almeno secondo Cristian Tomasetti (matematico) e Bert Vogelstein (genetista), studiosi dell’università Johns Hopkins di Baltimora, che hanno pubblicato i risultati shock della propria ricerca su Science .
Secondo i risultati dello studio i fattori di rischio “convenzionali” (fumo, alcol, dieta, inquinanti) e la predisposizione genetica intervengono solo in un terzo dei casi. In sintesi il 66% dei tumori è pura sfortuna - ossia sembrano apparentemente incomprensibili perchè si verificano in assenza di comportamenti a rischio - ma gli stili di vita sbagliati continuano ad aumentare il rischio di ammalarsi: il fumo, da solo, resta il responsabile del 20% dei casi di cancro in tutto il mondo. Lo stesso vale per l'eccessiva esposizione al sole, bere troppo alcol o essere sovrappeso. Insomma gli stili di vita scorretti si sommano al “fattore sfortuna”.
Di 31 tumori studiati dagli scienziati della Johns Hopkins University School of Medicine, solo nove sono risultati essere collegati allo stile di vita o ai difetti genetici. I restanti 22 erano principalmente solo il risultato di “sfortuna”. Infatti più una cellula ha bisogno di dividersi per vivere e più aumenta la possibilità che sviluppi un tumore. Questo spiegherebbe come mai il cancro al colon è più diffuso di quello all’intestino, sostiene il Telegraph. Le cellule del colon si sdoppiano molto di più nel corso di una vita.
Tra le neoplasie collegate alla 'cattiva sorte', la ricerca inserisce quelle localizzate in alcuni organi e tessuti: cervello, testa-collo, tiroide, esofago, polmone, osso, fegato, pancreas, melanoma, ovario e testicolo. Su alcune forme tumorali i ricercatori evidenziano invece come il fumo, gli effetti del sole, delle radiazioni, di un eccessivo consumo di carne e fattori genetici possano avere un effetto scatenante (ad esempio tumore al polmone, fegato e gola).
Il lavoro di Vogelstein e Tomasetti si è concentrato sulle staminali, cellule che si possono differenziare in diversi tipi di tessuti a seconda delle esigenze. Proprio a causa della loro longevità, una mutazione nelle staminali può avere conseguenze molto più deleterie rispetto a quando ciò accade in una cellula comune.
Gli scienziati hanno contato le mutazioni casuali che possono avvenire durante una divisione cellulare, lasciando da parte altre cause (geni difettosi ereditati o di tipo ambientale come il fumo o la presenza di radiazioni). Il sistema matematico elaborato dai ricercatori ha evidenziato che all'aumentare del numero di divisioni cellulari aumenta il rischio che si sviluppi un tumore.
La ricerca è destinata a scatenare molte discussioni in ambito scientico e non. Intanto a poche ore dalla pubblicazione, alcuni oncologi francesi hanno criticato la scelta di non prendere in esame i due tumori più diffusi: quello al seno e quello alla prostata, come riportato da Le Monde.
"Tutti i tumori sono causati da una combinazione di sfortuna, ambiente e genetica – ha detto Vogelstein al Guardian - noi abbiamo creato un modello che può aiutare a quantificare l’incidenza di questi tre fattori nello sviluppo del cancro”. "Questo studio dimostra che molte forme di cancro sono dovute in gran parte alla sfortuna di subire una mutazione in un gene – prosegue Vogelstein – che causa il cancro indipendentemente da fattori di stile di vita e di ereditarietà. Il modo migliore per sradicare questi tumori sarà attraverso la diagnosi precoce".
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Ho copiato anche  il commento di Emanuele Pavone 
La statistica è spesso una cosa molto elastica: quando ero studente circolava la battuta che per tre punti sperimentali passa sempre una retta, a patto che sia "spessa" a sufficienza.
Probabilmente è vero che lo stile di vita non influisce più di tanto sulla'insorgere del tumore, ma non spiega come mai il tumore sia diventato progressivamente una delle prime malattie letali. Non spiega neppure come mai la "sfortuna" si sia accanita sugli abitanti di Casale Monferrato o di Taranto. In altre parole non tiene conto di un altro fattore importantissimo: l'ambiente in cui viviamo. In Cina, a Pechino, gli abitanti respirano ormai non aria ma una miscela di idrocarburi e polveri che contiene una parte di ossigeno. Questa ricerca, molto "interessante" ha il "pregio" di distogliere l'opinione pubblica da alcuni problemi quali appunto l'inquinamento ambientale e l'esaurimento progressivo delle risorse del pianeta. In altre parole, "un'arma di distrazione di massa". Sarebbe interessante sapere chi ha finanziato la ricerca....

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