Trovo su ticinonews l’articolo
della redazione sul Forum Mondiale sull’Oncologia che si è tenuto a Davos (Svizzera)
all’interno del World Economic Forum il 23 e 24 gennaio.
Titolo: Franco Cavalli al WEF
di Davos
Sottotitolo: L'oncologo
ticinese sarà tra i leader mondali per concordare un pacchetto di misure atte
ad accelerare i progressi nella ricerca contro il cancro
I leader mondiali che anche
quest’anno si riuniranno a Davos per il consueto Forum Economico Mondiale
dovranno rispondere alle richieste di misure più ambiziose per far fronte al
crescente tributo umano ed economico imposto dal cancro. Sono previste due
sessioni in cui i leader politici, economici e della società civile potranno
discutere come invertire l’attuale tendenza della malattia, lavorando insieme
alla comunità dei malati di cancro: “Il Percorso terapeutico nella cura del
cancro: recenti progressi nella prevenzione e nelle terapie antitumorali”
(prevista per venerdì 23 gennaio) e “La globalizzazione delle malattie non
trasmissibili” (si terrà sabato 24 gennaio).
Franco Cavalli, presidente
del World Oncology Forum (il Forum Mondiale sull’Oncologia indetto e finanziato
in modo indipendente dalla European School of Oncology - ESO ) si farà portavoce, in
entrambe le sessioni, dell’appello a concordare un pacchetto di misure atte ad
accelerare i progressi nella ricerca di terapie per la cura o il controllo a
lungo termine del cancro e per estendere massicciamente l’accesso dei malati di
tutto il mondo non solo alla prevenzione, ma anche a diagnosi precoce, terapie
e cure.
Questa sarà la prima volta
che il cancro sarà discusso al World Economic Forum di Davos. Cavalli, il cui
ruolo è stato determinante per l’inserimento di questo tema all’ordine del
giorno del meeting internazionale, ha dichiarato:
“Secondo le stime, ogni anno
il cancro sottrae all’economia mondiale due mila miliardi di dollari in
riduzione della produttività e costi sanitari, oltre a causare terribili
sofferenze a milioni di persone, famiglie e comunità.”
“Valuto molto positivamente
la possibilità di discutere con i leader mondiali del mondo politico, economico
e della società civile come possiamo agire insieme per invertire l’andamento di
questa malattia.”
“Il messaggio che porterò a
Davos riguarda l’urgente necessità di unire i nostri sforzi per rimuovere le
barriere che ostacolano lo sviluppo di cure efficaci e la loro accessibilità.”
“Dobbiamo trovare nuovi
modelli di collaborazione tra pubblico e privato e cambiare l’intero
‘ecosistema’ dello sviluppo e della valutazione delle nuove terapie
antitumorali, per accelerare i progressi e ridurre i costi della ricerca.
Dobbiamo inoltre imparare dall’esperienza di paesi come Tailandia e Brasile,
che hanno ottenuto eccezionali progressi in anni recenti nella lotta contro il
cancro, e dal successo di iniziative internazionali in altri ambiti medici,
come l’Alleanza Globale per i Vaccini e l’Immunizzazione (GAVI) e il Fondo
Globale per la lotta contro l’AIDS, la Tubercolosi e la Malaria. “È stato
raggiunto un forte consenso in vasti strati della comunità oncologia mondiale
sulle azioni da intraprendere per imprimere una svolta decisiva, come abbiamo
spiegato chiaramente negli appelli lanciati ai World Oncology Forum 2012 e
2014. Ma saranno necessari interventi concertati e coraggiosi, sia a livello
nazionale che a livello internazionale. “Il Forum Economico Mondiale, con la
sua particolare attenzione alla leadership e alla collaborazione tra pubblico e
privato come strumento per risolvere le grandi sfide globali è la cornice
ideale per discutere questo problema e io spero che tutte le parti interessate
coglieranno questa grande occasione.”
Tra i partecipanti al World
Oncology Forum e i firmatari degli appelli ci saranno: Richard Schilsky, chief
medical officer ed ex presidente della American Society of Clinical Oncology
(ASCO); Martine Piccart, presidente di ECCO, lo European Cancer Congress; Mary
Gospodarowicz, presidente uscente della Union for International Cancer Control
(UICC) e Direttore del Princess Margaret Cancer Centre di Toronto; Paul
Workman, direttore dell’Institute of Cancer Research di Londra; Alberto Costa,
direttore scientifico della European School of Oncology di Milano; Alexander
Eggermont, direttore dell’Istituto Gustave Roussy di Parigi; Hiroshi Nakagama,
direttore dell’Istituto di ricerca nipponico National Cancer Centre; e Luiz
Antonio Santini, direttore dell’Istituto Nacional de Câncer del Brasile.
Redazione | 19 gen 2015
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