Che cos'è il cancer? Che cosa causa
il cancer? Qual è il legame tra cancer
e geni? Come viene
diagnosticato
il cancer? Come prevenire il cancer?
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Il Pensiero Scientifico Editore è una casa editrice italiana fondata nel 1946. Pubblica 32 periodici e ha in catalogo oltre 350 opere di sanità e medicina (con circa 30 nuovi libri ogni anno). Nell'articolo vengono esposte le idee originali sul cancer del fisico americano Robert H. Austin. Credo che le risposte di Austin alle domande che gli sono state poste sconcerteranno più di qualcuno. Mi sono chiesto: Come fare a tenere il mio adk recidivato tranquillo e felice invece di combatterlo con la chemio?
Ero convinto, al contrario di Austin, che con il cancer valesse il detto latino:
" Mors tua vita mea", significa morte tua, vita mia o la tua morte
(è) la mia vita. Vuoi vedere che mi sono sbagliato? Il punto esclamativo e di domanda nel titolo del post ce l'ho messo io per evidenziare l'incertezza su ciò che viene affermato.
Ecco l'articolo: "Potrebbe essere l’altra faccia della medaglia del grande
successo evolutivo della nostra specie, e potrebbe agire come un meccanismo
naturale di controllo e di selezione della popolazione. Si spiegherebbe così –
con una dinamica simile all’antibioticoresistenza nei ceppi batterici – il
fenomeno della resistenza alla chemioterapia. Ma se questa teoria fosse esatta,
sarebbe necessario cambiare radicalmente approccio al trattamento dei tumori,
cercando di impedire l’innescarsi del processo metastatico mediante una terapia
non aggressiva. La parola chiave è “eterogeneità”, spiega il grande fisico
Robert H. Austin, intercettato dalla rivista The Scientist al meeting annuale
dell’American Association for the Advancement of Science (AAAS), tenutosi nelle
scorse settimane a Boston.
I tassi di mortalità per cancro non sono calati quanto
l’immane sforzo economico di aziende e istituti di ricerca messo in campo negli
ultimi decenni avrebbe fatto prevedere. Così, qualcuno ha iniziato a chiedersi
se per caso non sia stata imboccata una strada senza uscita, se per caso non
serva un approccio del tutto nuovo in oncologia: in quest’ottica, nel 2009 i
National Institutes of Health hanno finanziato la creazione negli Stati Uniti
di 12 centri di Fisica Medica specializzati in ricerca oncologica, che
potessero analizzare il cancro come un sistema fisico, e quindi da una
prospettiva nuova. A dirigere uno di questi centri, quello presso la Princeton
University, è stato chiamato Robert H. Austin, fisico di fama mondiale e
insignito con l’Edgar Lilienfeld Prize dell’American Physical Society nel 2005.
Perché finora non
è stata trovata una cura definitiva contro il cancro?
Credo che la ragione per cui abbiamo finora fallito nella ricerca di una “cura” contro il cancro risieda nella profonda eterogeneità dei tumori. Non esiste un proiettile magico che possa colpire cellule tanto diverse tra loro. Ma questa eterogeneità potrebbe anche rivelarsi la chiave per arrivare a controllare il cancro. Siamo a un punto della ricerca oncologica che mi ricorda molto quello della ricerca sulla Fisica delle particelle nel 1960: tanti dati disorientanti con scarsa comprensione dei meccanismi di base che si nascondono dietro quei dati. Ma prima o poi emergerà dalla confusione un Modello Standard anche in oncologia come è successo in fisica, e chissà che non scopra un bosone di Higgs nascosto dietro l’eterogeneità di tutti i tumori.
Credo che la ragione per cui abbiamo finora fallito nella ricerca di una “cura” contro il cancro risieda nella profonda eterogeneità dei tumori. Non esiste un proiettile magico che possa colpire cellule tanto diverse tra loro. Ma questa eterogeneità potrebbe anche rivelarsi la chiave per arrivare a controllare il cancro. Siamo a un punto della ricerca oncologica che mi ricorda molto quello della ricerca sulla Fisica delle particelle nel 1960: tanti dati disorientanti con scarsa comprensione dei meccanismi di base che si nascondono dietro quei dati. Ma prima o poi emergerà dalla confusione un Modello Standard anche in oncologia come è successo in fisica, e chissà che non scopra un bosone di Higgs nascosto dietro l’eterogeneità di tutti i tumori.
In definitiva, che
cos’è il cancro?
Ho due risposte a questa domanda. Potrebbe essere l’effetto della fondamentale instabilità di ogni sistema biologico soggetto a mutazioni mentre riproduce e accresce se stesso. Un rischio letale che ogni essere vivente complesso deve accettare se si evolve. Ma potrebbe anche essere il “piano B” della Natura quando un essere vivente non muore quando dovrebbe. Un uomo invecchia stando attento alla salute, va oltre l’età “programmata” e quindi il sistema si autodistrugge per il bene della specie, una sorta di apoptosi cellulare su larga scala. Il che spiegherebbe perché il sistema immunitario permette che tutto ciò avvenga e anzi a volte si oppone persino ai nostri tentativi di aggredire i tessuti tumorali: è come se “volesse” il cancro.
Ho due risposte a questa domanda. Potrebbe essere l’effetto della fondamentale instabilità di ogni sistema biologico soggetto a mutazioni mentre riproduce e accresce se stesso. Un rischio letale che ogni essere vivente complesso deve accettare se si evolve. Ma potrebbe anche essere il “piano B” della Natura quando un essere vivente non muore quando dovrebbe. Un uomo invecchia stando attento alla salute, va oltre l’età “programmata” e quindi il sistema si autodistrugge per il bene della specie, una sorta di apoptosi cellulare su larga scala. Il che spiegherebbe perché il sistema immunitario permette che tutto ciò avvenga e anzi a volte si oppone persino ai nostri tentativi di aggredire i tessuti tumorali: è come se “volesse” il cancro.
E perché il cancro
dovrebbe essere parte di una strategia evolutiva?
Perché come specie per continuare ad evolverci e adattarci all’ambiente abbiamo bisogno di mutazioni continue. E il cancro è più diffuso negli esseri umani perché le mutazioni genetiche sono il meccanismo che muove la nostra rapida evoluzione.
Perché come specie per continuare ad evolverci e adattarci all’ambiente abbiamo bisogno di mutazioni continue. E il cancro è più diffuso negli esseri umani perché le mutazioni genetiche sono il meccanismo che muove la nostra rapida evoluzione.
Come governare
questo processo? O dobbiamo semplicemente rassegnarci a morire di cancro?
Il 90% dei decessi per cancro è dovuto al processo metastatico. Di solito un paziente riesce a convivere con la maggioranza dei tumori. Non necessariamente un tumore ti uccide, ma appena produce metastasi comincia a ucciderti. E cosa guida la transizione da tessuto tumorale a metastasi? Credo che si tratti di un processo stress-correlato. In parole povere, il tessuto tumorale quando si trova in un ambiente “stressante” decide di evadere metastatizzando.
Il 90% dei decessi per cancro è dovuto al processo metastatico. Di solito un paziente riesce a convivere con la maggioranza dei tumori. Non necessariamente un tumore ti uccide, ma appena produce metastasi comincia a ucciderti. E cosa guida la transizione da tessuto tumorale a metastasi? Credo che si tratti di un processo stress-correlato. In parole povere, il tessuto tumorale quando si trova in un ambiente “stressante” decide di evadere metastatizzando.
Cosa dovremmo
fare, allora: tenere tranquillo e felice il tumore?
Sì, tranquillo e felice. Possiamo imparare a farlo? Non credo sia impossibile.
Sì, tranquillo e felice. Possiamo imparare a farlo? Non credo sia impossibile.
E quindi dovremmo
smettere di trattare i tumori con la chemioterapia?
No, affatto. Non dobbiamo rinunciare alla chemioterapia, dobbiamo solo approcciarci al trattamento dei tumori in modo più furbo e meno semplicistico: invece di tentare di uccidere un tumore, dobbiamo imparare a controllarlo. Per esempio, potrebbe avere senso nutrire una massa tumorale invece di tentare di “affamarla”. Quando è arrivato sul mercato il primo farmaco antiangiogenico abbiamo tutti sperato che si trattasse della cura definitiva contro il cancro, invece ha fallito miseramente: le cellule tumorali hanno imparato a vivere con meno apporto di sangue e i tessuti tumorali trattati sono diventati più pericolosi ancora di quelli non trattati. Affamando il cancro abbiamo creato un mostro assoluto.
No, affatto. Non dobbiamo rinunciare alla chemioterapia, dobbiamo solo approcciarci al trattamento dei tumori in modo più furbo e meno semplicistico: invece di tentare di uccidere un tumore, dobbiamo imparare a controllarlo. Per esempio, potrebbe avere senso nutrire una massa tumorale invece di tentare di “affamarla”. Quando è arrivato sul mercato il primo farmaco antiangiogenico abbiamo tutti sperato che si trattasse della cura definitiva contro il cancro, invece ha fallito miseramente: le cellule tumorali hanno imparato a vivere con meno apporto di sangue e i tessuti tumorali trattati sono diventati più pericolosi ancora di quelli non trattati. Affamando il cancro abbiamo creato un mostro assoluto.
Qual è quindi la
cura per il cancro che dobbiamo iniziare a cercare?
Dovremmo smettere di usare la parola “cura”. È una parola sbagliata. Non vogliamo “curare” il cancro. Il cancro è un male necessario alla nostra evoluzione. La speranza è imparare a tenere il cancro sotto controllo abbastanza a lungo per morire di vecchiaia, il tutto con una buona qualità di vita.”
Dovremmo smettere di usare la parola “cura”. È una parola sbagliata. Non vogliamo “curare” il cancro. Il cancro è un male necessario alla nostra evoluzione. La speranza è imparare a tenere il cancro sotto controllo abbastanza a lungo per morire di vecchiaia, il tutto con una buona qualità di vita.”
Da: Pensiero Scientifico – David Frati
Pubblicato da Redazione, Thursday 2 May 2013 alle
12:43.
Glossario
Angiogenesi=I
tumori possono essere aggrediti togliendo loro i rifornimenti. Questi arrivano
attraverso il circolo sanguigno, che trasporta le sostanze nutritive necessarie
alla moltiplicazione incontrollata delle cellule. Non a caso le masse tumorali
sono in genere più ricche di vasi di un tessuto normale. Questo fenomeno è noto
col nome di angiogenesi, cioè formazione di vasi. Negli
ultimi anni sono stati prodotti diversi farmaci che agiscono su questo meccanismo:
sono i cosiddetti inibitori dell'angiogenesi,
il più noto dei quali è un farmaco biologico, il bevacizumab, usato nel cancro del
colon, del polmone, del rene e in molti altri tumori solidi.
Caro Giovanni,
RispondiEliminasono Fabio, ci siamo conosciuti alla giornata di studio allo IOV, la scorsa settimana.
Apprezzo molto il tuo lavoro di raccolta di informazioni, articoli e testimonianze. Grazie.
In particolare, questo articolo mi pare molto interessante, perché evoca scenari troppo spesso trascurati, a mio modo di vedere, relativi alle patologie neoplastiche, alle cause di insorgenza e soprattutto alla loro cura o ... "controllo".
Sono molto sorpreso che nessuno abbia commentato questo tuo post.
L'argomento invece, credo fermamente, andrebbe considerato con la massima attenzione.
Ne riparleremo ...
Ciao
F