giovedì 8 maggio 2014

Depressione nei malati oncolologici


Sulla soglia dell'eternità di Vincent van Gogh

Leggo nel sito Medicitalia+ a cura dello psichiatra dott. Francesco Saverio Ruggiero: La depressione, patologia destinata a divenire la prima causa di invalidità nel mondo, può, però, comportare un notevole peggioramento della qualità della vita del malato oncologico. La stessa può essere responsabile di una riduzione di collaborazione con lo staff medico che si occupa della patologia neoplastica. Inoltre, studi clinici dimostrano che la depressione può essere responsabile di una diminuzione della risposta immunologica, interferendo in tal modo con l’andamento della patologia e riducendo la risposta al trattamento chemioterapico.
Inoltre, i fenomeni di negazione della patologia e il disconoscimento della stessa, sono i principali responsabili delle continue indecisioni del soggetto, del continuo variare desideri in merito alle cure da intraprendere, del fuggire dai medici che tentano di salvargli la vita anche con interventi demolitivi che vengono spesso interpretati dal paziente come inutili mutilazioni.
I trattamenti per la depressione possono essere farmacologici, psicoterapeutici o combinati. Si sente spesso dire dai familiari ma anche, a volte,  dai pazienti oncologici: Siamo depressi. Vogliamo morire ed ogni cosa oramai ci pare un problema insormontabile. Cosa si può fare per aiutarli?
Rispondono gli amici virtuali nei post: Ci vuole tanta pazienza e tanto amore, ragazzi la depressione non è uno scherzo. Anche mio papà è depresso, alcuni giorni va meglio e in altri è un disastro.
Nella depressione tanta pazienza e tanto amore purtroppo non sempre sono sufficienti. Se è una "forte"depressione, direi che sia naturale rivolgersi a un bravo psiconcologo. Inoltre teniamo presente che, a differenza di altre cure mediche o farmacologiche, non ha neppure controindicazioni!  E' senz'altro utile consultare sul tema della depressione le Linee Guida Aiom su "Assistenza psico-sociale dei malati oncologici": Scarica il documento in formato PDF (872 KB)

Anche se sono state scritte per i professionisti del settore, le Linee Guida predisposte dall'Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) in collaborazione con la Società Italiana di Psiconcologia (SIPO), sono utili anche ai pazienti e ai loro familiari. Si dice nelle Linee Guida: Obiettivo principale delle cure psicosociali è quello di riconoscere e trattare gli effetti che la diagnosi e il trattamento dei tumori hanno sullo stato mentale e il benessere emotivo dei paziente. Oltre a migliorare il benessere emotivo e la salute mentale, le cure psicosociali hanno dimostrato di produrre una migliore gestione dei sintomi correlati alla malattia e gli effetti avversi del trattamento, come il dolore e la fatigue (stanchezza).
Riporto da un altro documento, le Basi Scientifiche per le Linee Guida in ambito clinico per le diverse patologie oncologiche, le seguenti indicazioni per la depressione: L’impostazione di una buona cura palliativa è di per sé una strategia importante per prevenire la depressione nei pazienti terminali. E’ cruciale la comunicazione tra i servizi, tra gli operatori sanitari, tra i pazienti e gli operatori sanitari e tra i pazienti e le loro famiglie. Un attento ascolto dei bisogni e la risposta a domande aperte incoraggiano i pazienti ad esprimere i loro problemi stimolando gli operatori sanitari a trovare appropriate informazioni ed adeguato supporto. Le cure palliative hanno lo scopo di diminuire il distress attraverso il controllo dei sintomi, come il dolore e gli altri più fastidiosi, e di identificare i pazienti "a rischio" depressione per prevenirne l’insorgenza.
Data la prevalenza della depressione, è opportuno tentare di individuare i casi fra tutti i pazienti. Alcuni operatori sanitari utilizzano uno strumento di screening della depressione, altri rivolgono al paziente una o due domande sullo stato d’animo, come parte di una valutazione generale dei sintomi. Ci sono prove non univoche sulla capacità degli strumenti di screening di migliorare gli effetti del trattamento sul paziente. Tuttavia, è improbabile che lo screening per la depressione provochi danni ai pazienti e, data la frequenza della depressione in questa popolazione, molti servizi di cure palliative lo attuano. Nell’introdurre lo screening, è importante assicurarsi che i medici siano in grado di eseguire una valutazione clinica competente e di impostare un trattamento ad hoc.
In cure palliative, la diagnosi di depressione è impegnativa. La depressione è particolarmente difficile da differenziare dal distress normale in questa popolazione, poiché la malattia avanzata evoca sempre paura e tristezza. Gli operatori sanitari devono controbilanciare il rischio di medicalizzazione di una normale angoscia con il rischio di sottostimare e non trattare una vera depressione. Una sfida ulteriore è costituita dal fatto che i sintomi somatici della depressione (ad esempio, stanchezza, insonnia ed inappetenza) imitano quelli di una malattia avanzata, il che rende difficile stabilire se tali sintomi siano dovuti a depressione o a malattia fisica.
Le manifestazioni tipiche che dovrebbero portare ad una valutazione della depressione sono: tono dell’umore basso, pianto, irritabilità e stress; perdita di interesse o di piacere nelle attività quotidiane; sintomi fisici intrattabili o sproporzionati rispetto al grado della malattia; senso di colpa e rifiuto delle cure. Altri sintomi comunemente associati alla depressione (mancanza di appetito, variazione di peso, alterazioni del sonno, perdita di energia, affaticamento, rallentamento psicomotorio, perdita della libido e diminuita concentrazione) possono essere dovuti alla patologia oncologica di base od ai trattamenti, e quindi sono meno utili nel fare una diagnosi.
La gestione della depressione deve prendere in considerazione la prognosi, soprattutto in questi pazienti dove il tempo di solito è breve. In media, ci vogliono dalle 2 alle 4 settimane perché il paziente incominci a rispondere agli antidepressivi. Per i pazienti con un’aspettativa di vita breve, la terapia psicologica deve essere impostata prontamente e deve affrontare le preoccupazioni immediate del paziente. Gli operatori sanitari dovrebbero discutere tutte le opzioni di trattamento con il paziente ed assicurarsi che siano ben informati. I pazienti dovrebbero avere parità di accesso di un’opportuna valutazione e gestione della depressione sia che siano in carico all’assistenza domiciliare sia che siano ricoverati.
La risposta al trattamento e gli effetti collaterali devono essere monitorati regolarmente (9,10). In conclusione, il trattamento della depressione associata a malattie terminali si deve avvalere di:
- attenta e costante valutazione dello stato dell’umore;
- controllo adeguato dei sintomi fisici e supporto multidisciplinare secondo il modello delle cure palliative;
- supporto psicologico;
- antidepressivi per depressione persistente moderata o grave senza sottovalutare gli eventuali rischi di   comportamento suicidario;
- consulto specialistico per depressione grave, persistente, resistente alla terapia ed ideazione suicidaria
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