sabato 10 maggio 2014

I merlotti e il mio cancer: Una mattinata allo IOV per infusione di mantenimento con Ipilimumab

I merlotti del mio terrazzo usciti dal nido
Che fine hanno fatto i merlotti e il mio cancer? Ecco la loro storia abbinata al diario di una mattinata allo IOV per infusione di mantenimento con Ipilimumab...pensate che uno dei due sono riuscito a prenderlo in mano e accarezzarlo...il giorno dopo ho provato anche con l'altro ma si è ribellato ed scappato nell'orto...il suo irritato cie-ciecie ha richiamato padre e madre che per poco non mi aggredivano . Nella foto i merlotti, due su tre, sono scesi dal nido costruito sulla felce del mio terrazzo, forse perchè spaventati da una gazza (ladra e killer). Dio non voglia che il terzo sia stato ucciso dalla gazza che una mattina di buon'ora è stata vista appoggiata sulla ringhiera del terrazzo. Ora i due merlotti sono fuggiti nel grande orto davanti al condominio dove abito, popolato però da cornacchie e gazze. Vita dura anche per i poveri merlotti, speriamo che se la cavino.
Per fortuna che non sono superstizioso, perchè la gazza non ha una buona fama. Oltre ad essere devastatrice di nidi, nella mitologia germanica  era la messaggera degli dei ed anche l’uccello della dea della morte Hel e per tale ragione venne creduta uccello del malaugurio. Nel medioevo, in Germania, veniva considerata uccello delle streghe ed anche uccello del patibolo. La "Gazza ladra" è anche il titolo dell'opera semiseria di Gioachino Rossini. A causa sua Ninetta stava per essere condannata al patibolo. Ma veniamo al mio cancer. La parola enigmatica e magica che conclude il referto delle ultime mie tac è: stabilità. Stabilità di cosa? Quasi sicuramente stabilità di patologia, non guarigione. Chi si accontenta gode!!
A tre mesi dal termine delle 4 infusioni dell'anticorpo monoclanale Ipilimumab, il protocollo sperimentale prevedeva l'effettuazione di due tac con m.d.c.: la prima l'ho fatta il 30.03.2014 (ne ho parlato nel precedente post) e la seconda il 24.04.14 che confermava il referto precedente: stabilità. Qundi l'Ipilimumab, anticorpo monoclonale antiCTLA4 (IgG1κ) interamente umano, prodotto in cellule ovariche di criceto cinese mediante la tecnologia del DNA ricombinante, ha fatto il suo dovere.

Gazza o Pica pica
Il 2 maggio 2014 mi sono recato, alle ore 8.00, all'Istituto Oncologico Veneto (IOV) per la visita di controllo, prima dell'infusione di 800 mg di ipilimumab (10 mg per kg, così sapete quanto peso), prevista dal protocollo sperimentale, diluiti in una sacca (5g/ml = 160ml), più altri eccipienti. Il farmaco è un liquido dall'aspetto trasparente leggermente opalescente, da incolore a giallo pallido, che può contenere (poche) particelle leggere ed ha un pH di 7,0 ed un'osmolarità di 260-300 mOsm/kg. La giovane e brava oncologa ha controllato gli esami del sangue eseguiti il 29.04.14 nell'ambulatorio sperimentazioni, sangue prelevato dalla brava infermiera Orietta e quindi ha dato l'ok alla prima infusione di mantenimento. Sono arrivato allo IOV con la bici elettrica, che un amico preside chiama bici per disabili; è difficile trovare da parcheggiare allo IOV con l'auto. Qualcuno mi dice che sono pazzo ad andare allo IOV, 4 km da casa, con la bici assistita, alla mia età e per fare chemio. Sono sempre stato un temerario, anche quando andavo in montagna, sulle amate Dolomiti; ora mi devo accontentare dei Colli Euganei. Gli esami del sangue avevano solo tre asterischi: uno sui globuli rossi o eritrociti (4,42x 1012 per litro, range 4,5-5,9 per gli uomini e 4.10 - 5.10 per le donne), il secondo sull'emoglobina (136 g/l, range 140-175 uomini e 123-153 donne  ) e il terzo su RDW (Red Cell Distribution Width 15,7, range 11,2-15,6). La seconda infusione di mantenimento è stata fissata fra 12 settimane, il 25 luglio 2014, a condizione che le due tac con mdc che dovrò effettuare fra 6 e 12 settimane confermino la stabilità della patologia. Altrimenti....Nota storica: il 25 luglio 1943 Benito Mussolini viene sfiduciato dal Gran Consiglio del Fascismo che vota l'ordine del giorno Grandi, e successivamente viene arrestato e sostituito al governo da Pietro Badoglio; questo fatto ha segnato la caduta del fascismo. Speriamo che questa data mi porti fortuna: permanga, cioè, la stabilità. Da notare che i marcatori tumorali non vengono mai testati in questo protocollo sperimentale. Alle ore 10, dopo che la farmacia ha preparato l'anticorpo monoclonale, accedo alla sala 4 del day hospital. Ho trovato nuovi locali per la chemioterapia: luminosi, spaziosi, puliti, accoglienti e con grandi finestre che danno sul parco. Ho incontrato la brava, gentile e simpatica infermiera Debora, era la prima volta che la vedevo, abita a Conselve, paese dove  ho fatto le scuole medie da giovane nei primi anni 50, mamma di tre figli, 14, 10, 5 anni. Abbiamo parlato di scuola, considerata la mia precedente professione e la nuova: volontario a 360 gradi. Nella sala ci sono 4 poltrone regolabili; inizialmente ero solo, poi sono arrivati altri due signori e una signora, tutti più giovani di me. Mi accomodo nella poltrona vicino alla finestra e aspetto che Debora, dopo aver letto le istruzioni, mi inietti il farmaco attraverso il port con l'aiuto di una pompa di infusione per regolare l'afflusso (90 minuti). Mi chiede, come da prassi, per essere sicura che il farmaco è proprio il mio: Quando sei nato Giovanni? Il 14.11.41, gli rispondo. Hai visto -Debora -che la mia data di nascita è un palindromo? Cioè, la puoi leggere al contario. I miei tre compagni di stanza non sono molto loquaci, tranne uno che mi sta di fronte. Prima di iniettarmi il farmaco Debora mi misura la pressione sanguigna (127/75) e con il pulsiossimetro (o ossimetro o saturimetro) la quantità di emoglobina legata nel sangue in maniera non invasiva (99%) e la frequenza dei battiti (bassa). Lo strumento non permette di stabilire con quale gas è legata l'emoglobina, ma solo la percentuale di emoglobina legata. Normalmente l'emoglobina lega l'ossigeno, per cui possiamo ottenere una stima della quantità di ossigeno presente nel sangue. Alle ore 12 l'infusione termina con la pulizia del port e ritorno a casa, dopo aver salutato Maria Teresa, un'amica che fa la volontaria presso l'URP, sempre con la mia bici assistita. Ricordo che la mia sperimentazione, per fortuna completamente a carico della casa farmaceutica americana, quindi non grava sulle tasse dei contribuenti, è la seguente: "Studio clinico di fase II, randomizzato, in aperto, a doppio braccio, che confronta l'efficacia di Ipilimumab verso la Miglior Terapia di Supporto somministrato dopo chemioterapia di prima linea in soggetti con tumore gastrico o della giunzione gastro-esofagea, non resecabile, localmente avanzato o metastatico".


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