sabato 7 dicembre 2013

Il cancer non guarda in faccia a nessuno: colpisce credenti e atei



Pietro Scoppola
Il cancer non guarda in faccia nessuno, colpisce neonati, bambini, giovani, adulti e anziani.
Non fa distinzione tra ricchi e poveri, tra credenti, agnostici e atei e tra persone bianche, nere, rosse e gialle.
Racconto le riflessioni di un credente morto per un cancer all'età di 81 anni. Nel libro "Un cattolico a modo suo", edizione Morcelliana 2008, Pietro Scoppola (Roma, 14/12/1926 – Roma, 25/10/2007), storico e politico italiano, uno dei principali esponenti italiani del cattolicesimo democratico scrive  nelle ultime pagine a proposito del cancer che lo sta distruggendo: E' una malattia orribile il tumore. Lo senti che ti corrode, che ti mangia da dentro, fa parte di te ma è contro di te. Ti curano ma le cure ti indeboliscono, ti distruggono, alla fine non sai se sono peggio del male. Ecco: voglio dire tutto il male possibile della malattia e della sofferenza che mi procura; sono uno straccio: il male ha attaccato - mi dicono - un linfonodo che non so che cosa sia e mi ha portato via la voce. (….) Lo sapevo già, ma ho realizzato e alla fine ho scoperto che c'è tanto dolore nel mondo di fronte al quale il mio dolore è una piccola cosa. (…)
E allora bisogna combattere con tutti i mezzi il dolore fisico che abbrutisce; e accettare e farci amico il dolore che umanizza. Quando si soffre è una cosa bellissima sentirsi amati; è bello sentire e sapere che tanti ti vogliono bene. Poi se provi a guardare il crocefisso e a pregare, l'orizzonte si allarga all'infinito. (…) Ma la sofferenza può essere via alla beatitudine? Ma mi dibatto fra dolori per le ossa, insonnia dovuta al cortisone, depressione e una terribile debolezza che rende problematico ogni movimento. Come è difficile, Signore, sentire il tuo invito alla beatitudine in queste circostanze! Mi sembra sbagliato pensare e dire che quello che accade è volontà di Dio sicché meriti il nostro detto rassegnato "sia fatta la volontà di Dio!". per carità: è il detto che Gesù ci ha insegnato nel Padre Nostro e dunque prezioso e santo. Ma cosa è la volontà di Dio? E' quello che accade? E' molto difficile pensare che la volontà di Dio sia semplicemente quello che accade: possono essere volontà di Dio i cinquanta milioni di morti della seconda guerra mondiale? E perché il mio tumore - per saltare ad un piccolo fatto personale - dovrebbe essere la volontà di Dio? (...)Ma questo che vado scrivendo è anche in qualche misura falso, perché quando sei dentro al tritacarne, sotto torchio, ogni capacità di distinzione, ogni lucidità si perde e allora torni a dire semplicemente: sia fatta la tua volontà. Ora che sono gravemente malato non mi dispiace affatto sentirmi dire che persone care che pregano per me: non mi dispiace perché è un segno di affetto: non mi dispiace perché credo nell'efficacia della preghiera; perché credo nella possibilità del miracolo. (…) Gesù senza possibilità di equivoci ci assicura che la nostra preghiera è efficace e che la nostra richiesta è sempre ascoltata, il dono è garantito; ma la natura del dono rimane avvolta nel mistero e per lo
più nascosta ai nostri occhi. (…) L'alternativa che pure vedo lucidamente è l'assurdo e il rifiuto dell'assurdo: perché a me? perché adesso che anche Corinna (la moglie) è malata e avrebbe bisogno di me in piena forma? perché perfino la voce mi è stata tolta? che cosa ho detto di male che meritasse una sanzione così severa?
(…) Ma non è assurdo andarsene così per un grumo di cellule impazzite che dall'interno ti invadono e ti distruggono l'organismo? (…) Perché? Non c'è nessuna ragione plausibile se non questa logica stringente e inesorabile per cui la realtà abbandonata alle sue leggi se ne va lungo una strada di cui ci sfugge la direzione, il senso e il punto di arrivo.
Penso che il fatto di credere, di avere una visione escatologica, non ci esoneri affatto dalla condizione umana e quindi dal condividere il senso dell’assurdo che è intorno a noi. Quando poi quest’assurdo ci investe nelle nostre carni … Eppure con l’assurdo dobbiamo misurarci, dargli un senso, dominarlo: anche l’assurdo fa parte della realtà.
Il libro si chiude con il richiamo al silenzio: Ma non voglio che queste pagine diventino lo spazio del lamento … Sarà meglio in quel caso la preghiera e il silenzio: "Sta' in silenzio davanti al Signore e spera in lui”(Salmo 37,7).
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E' sorprendente come è rilassante  non  fingere di sapere più di quanto tu non sappia. Sono sorpreso che coloro che pretendono di parlare in nome di Dio, non si avvantaggino di questo
Ma anche gli atei muoiono per un cancer. Mi colpisce la sicurezza con cui Hitchens proclama la sua avversione sia per la religione che addirittura per il pensiero religioso. Questa riflessione, molto forte, riassume il suo modo di pensare sugli esseri umani e sull'esistenza terrena, che per lui non ha un prosieguo: "Guardati dall'irrazionale, per quanto seduttivo. Rifuggi dal "trascendente" e da tutti quelli che invitano a subordinarti o annientare te stesso. Diffida della compassione; preferisci la dignità per te e per gli altri. Non aver paura di essere considerato arrogante o egoista. Immaginati tutti gli esperti come se fossero mammiferi. Non essere mai spettatore dell'ingiustizia o della stupidità. Cerca la discussione e la disputa per il piacere che ti danno; la tomba ti offrirà un sacco di tempo per tacere. Dubita delle tue stesse motivazioni. Non vivere per gli altri non più di quanto tu ti aspetteresti che gli altri vivano per te."
Trovo nel sito del Corriere della Sera del 20 dicembre 2011 un interessante articolo di Stefano Montefiori dal titolo: L’ateo di fronte alla morte.
Racconta la storia di Christopher Eric Hitchens (Portsmouth, 13/4/1949 – Houston, 15/12/ 2011) giornalista, saggista, critico letterario e commentatore politico britannico naturalizzato statunitense, che ha vissuto e lavorato prevalentemente negli Stati Uniti.
Sopratitolo: Ritratti - L’intellettuale autore di «Dio non è grande», malato terminale di cancro
Sottotitolo: L’ultima battaglia di Christopher Hitchens in lotta contro il dolore e le voci di conversione
Copio e incollo l'inizio dell'articolo.
PARIGI — «Vedrai…», disse Christopher Hitchens all’incredulo amico Jeffrey Goldberg. «Arriverà il giorno in cui un ciarlatano, o qualcuno convinto chissà perché di agire nel giusto, metterà in giro la voce di una mia conversione in punto di morte». Era l’agosto 2010 e a «Hitch» o «the Hitch», come lo chiamano i molti che gli sono affezionati, era stato da poco diagnosticato il cancro all’esofago che ormai si è esteso ai nodi linfatici e ai polmoni. Per allontanare gli avvoltoi dell’ora decisiva, l’ateo militante autore di Dio non è grande (Einaudi) consegnò precise istruzioni a Goldberg (grande firma dell’«Atlantic»): dovesse mai emergere una improvvisa dichiarazione di fede del seguente tenore — «Accetto Gesù come mio signore e salvatore», oppure «Maometto, che la pace sia con lui, è il messaggero divino», o ancora «il rabbino Lubavitch è l’unico vero messia, vive attualmente a Brooklyn» —, «non sarò io ad averla pronunciata ma al massimo un essere agonizzante e terrorizzato il cui cervello è stato contaminato dalla malattia. Nessuno che io possa riconoscere come me stesso direbbe mai stupidaggini simili».
Nel 2010 ha dichiarato di essere affetto da cancro all'esofago, a causa del quale è deceduto il 15 dicembre 2011, all'età di 62 anni.
« Sono un ateo. Non sono neutrale rispetto alla religione, le sono ostile. Penso che essa sia un male, non solo una falsità. E non mi riferisco solo alla religione organizzata, ma al pensiero religioso in sé e per sé »
(Christopher Hitchens, intervista al Free Inquiry, 1996)
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Concludo questo post con i 10 pensieri di John Stephen Piper, nato 11/1/1946, predicatore Battista e scrittore, ha servito come pastore per 33 anni presso la Bethlehem Baptist Church a Minneapolis, Minnesota. Dei 10 pensieri quello che più mi intriga è il 6°: "Sprecherai il tuo cancro se perdi troppo tempo a leggere e informarti sul cancro piuttosto che a leggere su Dio."  E' il mio caso, dedico molto tempo a capire e a far conoscere il cancer, piuttosto che pensare a Dio! Sto sbagliando strategia? Mi sorprende la sicurezza con cui John Piper declina i suoi 10 pensieri. E' molto diversa, e la preferisco, la riflessione di Pietro Scoppola che ho riportato in alto.
Il titolo della riflessione d
i John Piper è impegnativa e fa pensare: Reagire spiritualmente al cancro (Non sprecare il tuo cancro).
Scrivo questi pensieri alla vigilia di un intervento chirurgico alla prostata. Credo nella potenza di Dio nel guarire, attraverso un miracolo e attraverso le medicine. Credo sia giusto e buono pregare per entrambi questi modi di guarigione. Il cancro non viene sprecato quando Dio lo guarisce miracolosamente, poiché Egli ne è glorificato, ed è per questo che il cancro esiste. Non pregare per la propria guarigione dal cancro potrebbe far sprecare il tuo cancro. Ma la guarigione non è il piano di Dio per tutti, e ci sono molti altri modi in cui si può sprecare la propria esperienza con questa malattia. La mia preghiera è che io e te faremo tesoro di questa sofferenza e che non la sprecheremo.
1. IL TUO CANCRO ANDRA' SPRECATO SE NON CREDI CHE SIA STATO STABILITO PER TE DA DIO.
Non intendo affermare solamente che Dio si serve in qualche modo del nostro cancro ma che non ne sia l'artefice. Quello che Dio permette, lo permette per un certo motivo. E quel motivo è lo scopo per cui Dio
ha stabilito che il cancro ti colpisse. Se Dio intravede degli sviluppi molecolari nelle tue cellule che stanno per diventare un cancro, Egli può decidere di fermarli oppure no. Se non li arresta, vuol dire che ha uno scopo nel non farlo, e, siccome Egli è infinitamente saggio, è giusto dire che questo scopo è nel piano di Dio. Satana è reale, e può procurare piaceri e dolori. Ma non è la realtà definitiva. Per esempio, quando si scaglia contro Giobbe colpendolo con un'ulcera maligna (Giobbe 2:7), Giobbe riconosce che quanto gli accade è in definitiva il volere di Dio (2:10), e l'autore ispirato del libro concorda: "(Essi)…lo confortarono e lo consolarono di tutti i mali che il Signore gli aveva fatto cadere addosso." (Giobbe 42:11). Se non credi che il tuo cancro è stato voluto per te da Dio, andrà sprecato.
2. SPRECHERAI IL TUO CANCRO SE PENSI CHE SIA UNA MALEDIZIONE E NON UN DONO
"Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù" (Romani 8:1). "Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo divenuto maledizione per noi" (Galati 3.13). Perché Dio, il Signore, è sole e scudo; il Signore concederà grazia e gloria. Egli non rifiuterà di far del bene a quelli che camminano rettamente (Salmo 84:11).
3. SPRECHERAI IL TUO CANCRO SE CERCHERAI CONFORTO PIU' SULLE TUE RISORSE CHE IN DIO
Lo scopo di Dio nel tuo cancro non è quello che tu ti appoggi sui tuoi calcoli razionali e umani e che ti basi sulle tue risorse. Il mondo trova il suo conforto in ciò su cui può fare affidamento. Ma non i credenti. Alcuni confidano nei loro carri (percentuali di sopravvivenza alla malattia), altri nei loro cavalli (effetti collaterali delle terapie), ma noi confidiamo nel nome del Signore nostro Dio (Salmo 20:7). Stando a 2 Corinzi 1:9 lo scopo di Dio è evidente: "Avevamo già noi stessi pronunciato la nostra sentenza di morte, affinché non mettessimo la nostra fiducia in noi stessi, ma in Dio che risuscita i morti". L'obiettivo di Dio nel cancro (fra molte altre buone cose) è quello di abbattere tutti i nostri appoggi carnali affinché ci affidiamo completamente a Lui.
4. SPRECHERAI IL TUO CANCRO SE TI RIFIUTI DI PENSARE ALLA MORTE
Noi tutti moriremo, a meno che Gesù non torni prima. Non considerare la realtà di cosa vuol dire lasciare questa vita ed incontrare Dio è pura follia. Ecclesiaste 7:2 dice: "È meglio andare in una casa in lutto, che andare in una casa in festa; poiché là è la fine di ogni uomo, e colui che vive vi porrà mente. Come puoi prepararti adeguatamente se non vi poni mente?" Il salmo 90:12 dice: "Insegnaci dunque a contar bene i nostri giorni, per acquistare un cuore saggio". Contare i nostri giorni significa considerare quanto pochi siano e che presto finiranno. Come potrai mai avere un cuore saggio se ti rifiuti di riflettere su questo? Che gran spreco, se se non consideriamo la realtà della morte.
5. SPRECHERAI IL TUO CANCRO SE PENSI CHE SCONFIGGERE IL CANCRO SIA PIU' IMPORTANTE CHE AMARE CRISTO
Lo scopo di satana e quello di Dio nel tuo cancro non sono uguali. Satana cerca di distruggere il tuo amore per Cristo mentre Dio vuole che il tuo amore per Cristo divenga più profondo. Il cancro non ti avrà vinto anche se tu ne dovessi morire. Ma ti vincerà se tu fallirai nell'amare Cristo. Lo scopo di Dio è quello di svezzarti togliendoti dal petto del mondo per nutrirti della sufficienza di Cristo. Ha lo scopo di aiutarti a dire e a sperimentare: "Ritengo che ogni cosa sia un danno di fronte all'eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore" e quindi a poter affermare: "Infatti per me il vivere è Cristo e il morire guadagno" (Filippesi 3:8; 1:21)
6. SPRECHERAI IL TUO CANCRO SE PERDI TROPPO TEMPO A LEGGERE E INFORMARTI SUL CANCRO PIUTTOSTO CHE A LEGGERE SU DIO.
Non è sbagliato informarsi e conoscere bene il proprio il cancro. L'ignoranza infatti non è una virtù. Ma l'essere continuamente occupati nell'acquisire sempre più informazioni sul cancro e, per contro, mancare di zelo nel conoscere Dio è un sintomo di incredulità. Il cancro, invece, dovrebbe renderci più sensibili alla realtà di Dio.
Ha lo scopo di farci ubbidire con tutto il nostro cuore e la nostra forza al comando: "Conosciamo il SIGNORE, sforziamoci di conoscerlo!" (Osea 6:3). Significa anche aprire gli occhi sulla verità contenuta in Daniele
11:32: "Ma il popolo di quelli che conoscono il loro Dio mostrerà fermezza e agirà". La realtà del cancro dovrebbe avere lo scopo di renderci come delle querce ben radicate ed incrollabili: "Il cui diletto è nella legge del SIGNORE, e su quella legge medita giorno e notte. Egli sarà come un albero piantato vicino a ruscelli, il quale dà il suo frutto nella sua stagione, e il cui fogliame non appassisce; e tutto quello che fa, prospererà" (Salmo 1:2). Quale perdita se leggiamo giorno e notte sul cancro e non su Dio!
7. SPRECHERAI IL TUO CANCRO SE GLI PERMETTERAI DI FARTI ISOLARE DAGLI ALTRI INVECE DI APPROFONDIRE LE TUE RELAZIONI AFFETTIVE.
Quando Epafròdito consegnò a Paolo i doni della chiesa di Filippi, si ammalò, e fu quasi sul punto di morire. Paolo scrisse così ai Filippesi: "Egli aveva un gran desiderio di vedervi tutti ed era preoccupato perché avevate saputo della sua malattia" (Fil. 2:26-27). Che strana affermazione! Non dice che loro erano preoccupati perché lui era malato, ma che lui era preoccupato perché aveva saputo che loro erano venuti a conoscenza della sua malattia! Questo è il cuore che Dio desidera creare in te attraverso la tua malattia: un affetto profondo e un sincero interesse per gli altri. Non sprecare il tuo cancro richiudendoti in te stesso.
8. SPRECHERAI IL TUO CANCRO SE TI RATTRISTI COME COLORO CHE NON HANNO SPERANZA.
L'apostolo Paolo usò questa espressione parlando a coloro che avevano perso i propri cari: "Fratelli, non vogliamo che siate nell'ignoranza riguardo a quelli che dormono, affinché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza" (1 Tessalonnicesi 4:13). La morte comporta dolore e tristezza. Anche la morte di un credente in Cristo comporta una certa perdita: la separazione dal corpo, dalle persone amate, dal proprio ministero terreno. Ma si tratta di una tristezza ben diversa poiché è permeata di speranza. "Preferiamo partire dal corpo e abitare con il Signore" (2 Corinzi 5:8). Non sprecare il tuo cancro rattristandoti come quelli che non hanno questa speranza.
9. SPRECHERAI IL TUO CANCRO SE TRATTERAI IL PECCATO CON NONCURANZA COME FACEVI PRIMA.
I peccati con i quali eri alle prese prima di ammalarti di cancro sono ugualmente "attraenti" anche ora che hai questo male? Se è così, stai sprecando il tuo cancro poiché esso dovrebbe avere lo scopo di distruggere la tua inclinazione verso il peccato. L'orgoglio, l'avarizia, la concupiscenza, l'odio, la mancanza di perdono, l'impazienza, la pigrizia, il procrastinare continuamente le cose da fare, sono tutti nemici che il cancro dovrebbe combattere. Non pensare semplicemente che tu stia lottando solamente contro il cancro. Pensa anche che stai combattendo con il cancro. Tutte quelle cose sono nemici ben peggiori del cancro. Non sprecare la potenza che ha il cancro di annientare quei nemici. Che la prospettiva dell'eternità renda ai tuoi occhi i peccati di questa vita vani come essi sono realmente. "Che serve all'uomo guadagnare tutto il mondo, se poi perde o rovina sé stesso?" (Luca 9:25).
10. SPRECHERAI IL TUO CANCRO SE NON LO USERAI COME STRUMENTO PER TESTIMONIARE LA VERITA' E LA GLORIA DI CRISTO.
I cristiani non si trovano mai in nessuna circostanza per puro caso. Ci sono dei motivi per i quali ci ritroviamo dove siamo. Considera ciò che Gesù disse a proposito delle circostanze dolorose ed inattese della vita: "Vi metteranno le mani addosso e vi perseguiteranno consegnandovi alle sinagoghe, e mettendovi in prigione, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome. Ma ciò vi darà occasione di rendere testimonianza" (Luca 21:12-13). Così è anche con il cancro. E' un'opportunità di testimoniare. Cristo è infinitamente degno. Questa è un'occasione d'oro per dimostrare che Egli vale più della nostra vita. Non sprecarla. Ricordati che non sei solo. Avrai l'aiuto di cui hai bisogno. "Il mio Dio provvederà abbondantemente a ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza, in Cristo Gesù" (Filippesi 4:19).
By John Piper, © Desiring God, Website: http://www.desiringGod.org, E-mail: mail@desiringGod.org

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