lunedì 21 ottobre 2013

I pazienti oncologici devono vaccinarsi?



Titolo ANSA: Vaccino antinfluenzale in farmacie, partita campagna
Sottotitolo: Virus sotto lente medici sentinella 6 mesi
Come ogni anno è partita la sorveglianza per la stagione influenzale, tramite il protocollo Influnet, realizzato dall'Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute e i vaccini sono già arrivati nelle farmacie, avviando così la campagna contro il virus. Per sei mesi, da lunedì 14 ottobre fino alla 17/ma settimana del 2014 i medici sentinella,  medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, sparsi su tutto il territorio nazionale, forniranno i dati sull'influenza. Il vaccino per la stagione 2013-2014, come spiega la circolare pubblicata dal Ministero della Salute, e come indicata dall'Oms, dovrà contenere il ceppo A/California/2009 (H1N1), il ceppo A/Victoria/2011 (H3N2) e il B/Massacchussets/2012. Il nuovo vaccino avrà la variante B/Massacchussets, che sostituirà il ceppo vaccinale 2012/2013, B/Wisconsin/2010. La campagna vaccinale partirà a metà ottobre e terminerà a fine dicembre.
''Il protocollo InfluNet per la stagione 2013/2014 - spiegano gli esperti di Influnet - non contiene novità rispetto alla precedente stagione influenzale, sia per la sorveglianza clinico-epidemiologica sia per quella virologico-laboratoristica''. Per quanto riguarda gli aspetti epidemiologici si punta a ottenere una copertura per regione e per fascia di età pari al 2% della popolazione residente per l'intera stagione influenzale. Per l'avvio della campagna vaccinale le farmacie sono pronte.
''I vaccini ci sono - assicura Annarosa Racca, presidente di Federfarma - Da ieri hanno iniziato ad arrivare. Abbiamo anche diramato la circolare a tutte le farmacie''. I vaccini, vendibili su prescrizione del medico, sono prodotti da quattro aziende farmaceutiche. ''E' una buona protezione - continua Racca - soprattutto per gli anziani. Difatti, l'anno scorso che ci si è vaccinati meno, anche per via dei ritiri dal mercato di alcuni lotti, ci sono stati più casi di influenza''.
Intanto, anche se il virus influenzale non è stato ancora isolato nel nostro Paese, raffreddori e sindromi simil-influenzali hanno già iniziato a colpire diversi italiani.
''Stimiamo - precisa il virologo Fabrizio Pregliasco - che vi siano stati almeno 100mila casi di forme simil-influenzali a livello locale, soprattutto nelle regioni settentrionali, dove in queste settimane ha fatto più freddo''. Numeri in linea con quanto avvenuto in questi ultimi anni, ''in cui ormai mancano le mezze stagioni, e ci sono frequenti sbalzi termini - conclude - Questi virus infatti proliferano con i cambi repentini di temperatura, mentre per il virus influenzale serve un freddo prolungato''.
Ma i pazienti oncologici devono vaccinarsi?
Credo che la risposta migliore l'abbia data il dott. Domenico Amoroso:  Quindi, la decisione di vaccinarsi deve, a mio avviso, essere valutata assieme al Medico di famiglia e all’Oncologo di fiducia, che sapranno, sulla base di queste semplici indicazioni aiutare i Cittadini a scegliere meglio per la propria salute.
Riporto due pareri del 2011 e 2012, ma credo ancora validi, di due oncologi.
Il primo è del dott. Domenico Amoroso, direttore U.O.C. Oncologia Medica della Auls12 di Viareggio
LA VACCINAZIONE ANTINFLUENZALE NEI PAZIENTI ONCOLOGICI
Ma quanti leggendo i quotidiani si riconoscono nella tipologia di “persona a rischio” di contrarre l’influenza? Soprattutto, questo quesito se lo pongono i e le pazienti affette da tumore, sia che l’abbiano avuto in passato sia che stiano effettuando una qualche forma di chemioterapia o altra terapia. Ecco, allora, alcune considerazioni al proposito che emergono sia dai dati della letteratura disponibile (in verità piuttosto scarna...) sia dai consigli di esperti che la Associazione Italiana di Oncologia Medica ha interpellato. Come è noto, i pazienti affetti da neoplasie solide sono considerati, in misura variabile, pazienti immunocompromessi. Indubbiamente, la compromissione del sistema immunitario può condizionare un maggiore rischio di contrarre l’influenza durante la stagione autunnale ed invernale.
Visto che la vaccinazione antinfluenzale costituisce il metodo più efficace di prevenire l’infezione, ecco che risulta evidente la base teorica per cui vaccinare i pazienti oncologici. Ma, e c’è sempre un ma, bisogna essere attenti: esistono infatti due tipi di vaccini antinfluenzali, uno inattivato ed uno vivo e attenuato. Bisogna dire subito che il vaccino da utilizzare nei pazienti immunocompromessi è quello inattivato, preparato per la stagione in corso. Questo tipo di vaccino è quello che è più indicato in queste situazioni. Un’altra considerazione: tra i pazienti affetti da tumore, chi può essere vaccinato e chi deve lasciare invece perdere? In effetti, qui il problema si complica un poco. Se non ha senso, a detta degli esperti, un vaccinazione universale nei pazienti oncologici, allora però bisogna stabilire chi ne ha effettivamente bisogno. I pazienti che stanno effettuando chemioterapia, ad esempio, sono pazienti a rischio di compromissione maggiore del sistema immunitario.
Tuttavia, in questi pazienti si sa poco o nulla circa la eventuale interazione tra vaccinazione e chemioterapia, ed è per questo che in questi casi, la vaccinazione non viene generalmente consigliata, anche se ogni caso va valutato a sé. Discorso un pò diverso per quei pazienti invece che hanno terminato i trattamenti o che sono stati operati da tempo e vengono seguiti in ambulatorio. Per questi casi, la vaccinazione può essere utile, a patto che abbiano più di 65 anni. Quindi, la decisione di vaccinarsi deve,a mio avviso, essere valutata assieme al Medico di famiglia e all’Oncologo di fiducia, che sapranno, sulla base di queste semplici indicazioni aiutare i Cittadini a scegliere meglio per la propria salute.

Il secondo (ne riporto una parte) è di Vera Martinella (Fondazione Veronesi) apparso su Sportello Cancro del Corriere della Sera.it  il 1 dicembre 2011 (modificato il 2 dicembre 2011). Metto in evidenza che l'autrice lo definisce  Consiglio.
Sottotitolo:  Malati di cancro deboli e con basse difese immunitarie. Gli specialisti: anche i parenti devono prevenire i malanni di stagione
I CONSIGLI DELL’ONCOLOGO – L’indicazione alla vaccinazione, secondo Francesco Cognetti, direttore della divisione di Oncologia Medica A presso all’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma, vale anche per i malati di cancro che hanno concluso i trattamenti da molto tempo (anche se naturalmente il rischio in questi casi può essere considerato inferiore). «Per chi invece sta seguendo le cure, specie la chemioterapia – dice l’oncologo - la vaccinazione può evitare le complicazioni che potrebbero derivare dai virus influenzali, specie quelle che possono interessare le vie respiratorie. In questi casi l’immunizzazione dovrebbe essere eseguita due o tre giorni prima del ciclo di chemioterapia, dopo aver verificato che l’emocromo sia nella norma». Inoltre, i possibili effetti collaterali del vaccino, secondo l’esperto, non sono diversi da quelli in cui potrebbe incappare una qualsiasi persona che assume il farmaco. E chi si ammala, che dovrebbe fare? «Assumere antivirali, soprattutto quando l’influenza presenta caratteristiche di particolare aggressività – aggiunge Cognetti -. Naturalmente possono poi essere utilizzati nei pazienti oncologici tutti i farmaci che di solito vengono somministrati per abbassare la temperatura e, se indicata, anche la comune terapia antibiotica».

PER CHI HA UN TUMORE DEL SANGUE - I malati di mieloma, leucemie o linfomi sono generalmente immunodepressi, soprattutto quelli con una leucemia linfatica cronica che soffrono di ipo-gamma-globulinemia. E quanti attualmente sottoposti alle cure anticancro, sebbene vengano sottoposti a vaccinazione, è improbabile che riescano ad avere un’adeguata risposta immunitaria. «I pazienti con un tumore del sangue sono particolarmente deboli e dunque la vaccinazione è decisamente consigliabile. Ed è importantissima anche per i familiari, in modo da ridurre al minimo il rischio di trasmettere le infezioni - spiega Alberto Bosi, direttore dell’ Ematologia all’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi di Firenze -. E se compaiono infezioni respiratorie anche apparentemente banali è opportuno che i malati siano visitati dal medico curante. Se questo ravvisa la necessità di una terapia antibiotica, eventualmente integrata dall’infusione di immunoglobuline endovena nei pazienti con ipo-gamma-globulinemia, è bene comunque parlarne con il centro di oncologia ematologica che ha in cura la persona».

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