Tutti i pazienti oncologici sognano di sostituire la chemio tradizionale con chemioterapici di nuova generazione che diano meno effetti collaterali e blocchino le metastasi e le recidive quando le cure tradizionali si sono dimostrate incapaci. Anch'io ero candidato a prendere il Trastuzumab, ma la precondizione era che avessi l'HER2 positivo (invece era negativo, quindi niente nuovo farmaco).
Ho trovato nel sito benessere.com un interessante articolo dal titolo "ADDIO CHEMIOTERAPIA, ARRIVANO "LE BOMBE INTELLIGENTI" della ricercatrice Rossana Berardi, c/o Clinica di Oncologia Medica - Università Politecnica delle Marche, Ancona, che spiega e descrive l'uso di questi farmaci (copio e incollo l'articolo):
Negli ultimi anni la ricerca sui
nuovi farmaci antineoplastici ha suscitato grandi speranze ed aspettative per
terapie più specifiche e meno tossiche in ambito oncologico. In particolare, i
recenti avanzamenti nella biologia molecolare stanno consentendo di studiare la
differente espressione dei geni coinvolti nelle neoplasie (genomica) e
delle proteine da essi prodotte (proteomica ) al fine di determinare un
dettagliato profilo molecolare delle neoplasie. La conseguente applicazione
clinico-terapeutica di questi studi sta già consentendo (e consentirà in
maniera ancora più rilevante in un futuro molto vicino), di personalizzare le
terapie in base alla caratterizzazione biomolecolare del tumore, utilizzando
farmaci selettivi che agiscono sui differenti bersagli espressi dallo stesso,
colpendo, cioè le singole molecole alterate (fattori di crescita, recettori,
enzimi…) responsabili della crescita e della diffusione incontrollata delle
cellule tumorali, della loro resistenza alle terapie tradizionali e della produzione
di nuovi vasi sanguigni. Questi nuovi farmaci, spesso detti “a bersaglio
(target) ” o “biologici ” o ancora “intelligenti ”, da soli o
in combinazione con le terapie tradizionali (chemio-, radio-, ormonoterapia),
permetteranno pertanto di combattere direttamente il tumore, risparmiando le
cellule normali dell’organismo, con conseguente minore tossicità.
Caratteristiche peculiari e
vantaggiose di questi nuovi farmaci sono rappresentate, pertanto, da:
·
azione selettiva su particolari
substrati delle cellule tumorali;
·
modesta insorgenza di effetti
indesiderati anche nel caso di impiego prolungato
nel tempo;
·
possibilità di essere somministrati,
in alcuni casi, per via orale mantenendo il paziente in ambito ambulatoriale ;
·
possibilità di utilizzo in
associazione con terapie tradizionali.
Per contro, questi nuovi farmaci a
bersaglio presentano importanti restrizioni al loro impiego determinate dal
loro spettro d’azione che è ovviamente limitato a quei sottogruppi di tumori
che presentano specifiche alterazioni molecolari.
Nei paragrafi che seguono si è cercato di analizzare gli aspetti principali dei più importanti nuovi farmaci, alcuni dei quali sono già utilizzati nella corrente pratica clinica, altri non sono ancora commercializzati in Italia.
Nei paragrafi che seguono si è cercato di analizzare gli aspetti principali dei più importanti nuovi farmaci, alcuni dei quali sono già utilizzati nella corrente pratica clinica, altri non sono ancora commercializzati in Italia.
Trastuzumab
Bersaglio e Meccanismo d’azione:
Si tratta di un anticorpo monoclonale IgG1 umanizzato contro
il recettore 2 del fattore di crescita epiteliale umano (HER2). Bloccando tale
recettore, il trastuzumab determina un’inibizione della proliferazione delle
cellule tumorali umane che iperesprimono tale recettore. L’iperespressione di
HER2 è osservata nel 20 %-30 % dei tumori mammari primari.
Indicazioni: il trastuzumab è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma mammario metastatico con iperespressione di HER2:
Indicazioni: il trastuzumab è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma mammario metastatico con iperespressione di HER2:
· in monoterapia per il trattamento di
pazienti che hanno ricevuto almeno due regimi chemioterapici per la malattia
metastatica.
· in associazione al paclitaxel per il
trattamento di pazienti che non sono stati sottoposti a chemioterapia per la
malattia metastatica e per i quali non è indicato il trattamento con
antracicline.
La misurazione dell’espressione di
HER2 è obbligatoria prima di iniziare la terapia con trastuzumab. Essa viene
individuata tramite un esame immuno-istochimico di sezioni tumorali fissate.
Recentemente il farmaco ha dimostrato una notevole efficacia anche in fase
adiuvante, ovvero dopo l’intervento chirurgico radicale, tanto da essere in
corso di approvazione anche per questa indicazione e spesso utilizzato in
questa tipologia di pazienti. Attualmente sono in corso numerosi studi per
valutare l’impiego del farmaco nelle neoplasie mammarie per altre indicazioni o
in altre neoplasie (es. carcinomi gastrici…).
Modalità di somministrazione: si somministra per via endovenosa a cadenza settimanale.
Effetti collaterali più frequenti: reazioni cutanee (rash acneiforme), nausea/vomito, diarrea, reazioni all’infusione, reazioni di ipersensibilità, brividi e/o febbre. Un evento avverso serio molto raro ma serio è la cardiotossicità.
Nome commerciale: Herceptin (casa farmaceutica Roche).
Modalità di somministrazione: si somministra per via endovenosa a cadenza settimanale.
Effetti collaterali più frequenti: reazioni cutanee (rash acneiforme), nausea/vomito, diarrea, reazioni all’infusione, reazioni di ipersensibilità, brividi e/o febbre. Un evento avverso serio molto raro ma serio è la cardiotossicità.
Nome commerciale: Herceptin (casa farmaceutica Roche).
Imatinib
Bersaglio e Meccanismo d’azione: si
tratta di una piccola molecola in grado inibire l’attività sia della tirosin
chinasi associata al recettore c-Kit (espresso dai tumori stromali
dell’apparato gastroenterico inoperabili o GIST) sia della tirosin chinasi che
viene attivata quando si verifica la traslocazione cromosomica del gene Bcr-Abl
che è all’origine della leucemia mieloide cronica.
Indicazioni: imatinib è indicato per il trattamento di pazienti adulti con leucemia mieloide cronica con cromosoma Philadelphia (bcr-abl) positivo in fase cronica dopo il fallimento della terapia con interferone-alfa, o in fase accelerata o in crisi blastica. È inoltre indicato per il trattamento dei GIST (Gastro Intestinal Stromal Tumours, tumori stromali gastro-intestinali), che sono rari tumori dell’apparato digerente, localizzati più spesso allo stomaco (circa il 2/3 dei casi), più raramente nell’intestino tenue (circa il 20-30%) e, ancor meno frequentemente, in altre sedi quali intestino crasso ed esofago (approssimativamente nel 10% dei casi).
Modalità di somministrazione: si somministra per via orale, in compresse.
Effetti collaterali più frequenti: gli eventi avversi associati al farmaco segnalati più comunemente sono stati nausea/vomito, diarrea, mialgia e crampi muscolari, eruzioni cutanee, edemi superficiali (periorbitali o agli arti inferiori), neutropenia e trombocitopenia.
Nome commerciale: Glivec (casa farmaceutica Novartis). Il farmaco è attualmente in commercio anche in Italia per il trattamento dei GIST e per la leucemia mieloide cronica resistente alla terapia con interferone.
Indicazioni: imatinib è indicato per il trattamento di pazienti adulti con leucemia mieloide cronica con cromosoma Philadelphia (bcr-abl) positivo in fase cronica dopo il fallimento della terapia con interferone-alfa, o in fase accelerata o in crisi blastica. È inoltre indicato per il trattamento dei GIST (Gastro Intestinal Stromal Tumours, tumori stromali gastro-intestinali), che sono rari tumori dell’apparato digerente, localizzati più spesso allo stomaco (circa il 2/3 dei casi), più raramente nell’intestino tenue (circa il 20-30%) e, ancor meno frequentemente, in altre sedi quali intestino crasso ed esofago (approssimativamente nel 10% dei casi).
Modalità di somministrazione: si somministra per via orale, in compresse.
Effetti collaterali più frequenti: gli eventi avversi associati al farmaco segnalati più comunemente sono stati nausea/vomito, diarrea, mialgia e crampi muscolari, eruzioni cutanee, edemi superficiali (periorbitali o agli arti inferiori), neutropenia e trombocitopenia.
Nome commerciale: Glivec (casa farmaceutica Novartis). Il farmaco è attualmente in commercio anche in Italia per il trattamento dei GIST e per la leucemia mieloide cronica resistente alla terapia con interferone.
Farmaci anti-EGFR
Sono farmaci che agiscono bloccando
la funzione del recettore del fattore di crescita epidermoidale (Epidermal
Growth Factor Receptor o EGFR o HER-1).
Questo recettore, legandosi a specifici fattori di crescita (es. il Fattore di Crescita Epidermoidale, detto anche EGF, o il Transforming Growth Factor-α o TGF-α), innesca un meccanismo di trasduzione intracellulare “a cascata” che influenza la sintesi del DNA, la crescita e la sopravvivenza delle cellule.
Negli ultimi anni numerosi studi sono stati condotti per evidenziare, in diversi tumori, le alterazioni dell’EGFR al fine di individuare, nella suddetta cascata di segnali molecolari, potenziali bersagli terapeutici per i nuovi farmaci.
EGFR è espresso in molti tumori solidi (es. colon-retto, pancreas, polmone, mammella, tratto genito-urinario, glioblastomi, distretto cervico-facciale).
L’inibizione della funzione di questo recettore determina un potenziale terapeutico in grado di inibire la crescita o la progressione delle neoplasie che lo esprimono.
Sulla base della struttura e della funzione dell’EGFR, recentemente sono state sviluppate due differenti strategie terapeutiche:
Questo recettore, legandosi a specifici fattori di crescita (es. il Fattore di Crescita Epidermoidale, detto anche EGF, o il Transforming Growth Factor-α o TGF-α), innesca un meccanismo di trasduzione intracellulare “a cascata” che influenza la sintesi del DNA, la crescita e la sopravvivenza delle cellule.
Negli ultimi anni numerosi studi sono stati condotti per evidenziare, in diversi tumori, le alterazioni dell’EGFR al fine di individuare, nella suddetta cascata di segnali molecolari, potenziali bersagli terapeutici per i nuovi farmaci.
EGFR è espresso in molti tumori solidi (es. colon-retto, pancreas, polmone, mammella, tratto genito-urinario, glioblastomi, distretto cervico-facciale).
L’inibizione della funzione di questo recettore determina un potenziale terapeutico in grado di inibire la crescita o la progressione delle neoplasie che lo esprimono.
Sulla base della struttura e della funzione dell’EGFR, recentemente sono state sviluppate due differenti strategie terapeutiche:
· la prima utilizza anticorpi
monoclonali che colpiscono il dominio extracellulare del recettore, bloccando
così il sito di legame con EGF con conseguente inibizione dei processi di
crescita e progressione delle cellule tumorali;
· la seconda determina il blocco
dell’attivazione dell’EGFR mediante l’impiego di piccole molecole in grado
legarsi alla tirosin chinasi del recettore, che è l’enzima responsabile della
trasduzione del segnale post-recettoriale all’interno della cellula.
In vari tipi di neoplasie
attualmente vengono studiate ed utilizzate, tra le altre, le seguenti molecole
“biologiche” che bloccano in questi due diversi modi l’attivitá dell’EGFR:
cetuximab (Erbitux), gefitinib (Iressa), erlotinib (Tarceva).
Importanza del target EGFR e
meccanismo d’azione dei farmaci anti-EGFR (anticorpi monoclinali e piccole
molecole)
A. Cetuximab (C225)
Bersaglio e Meccanismo d’azione:
Si tratta di un anticorpo monoclonale che colpisce il
dominio extracellulare dell’EGFR.
Indicazioni: è stato approvato in combinazione con un farmaco chemioterapico, l’Irinotecan o camptotecina, per il trattamento dei pazienti affetti da carcinoma metastatico del colon-retto esprimente l’EGFR dopo il fallimento di una terapia citotossica contenente Irinotecan. Attualmente sono in corso numerosi studi per valutarne l’impiego sia in fasi piú precoci della malattia (terapia adiuvante ovvero dopo l’intervento di asportazione radicale del tumore del colon-retto e terapia di prima linea nelle neoplasie colo-rettali metastatiche) sia in differenti neoplasie (tumori dello stomaco, del pancreas…).
Modalità di somministrazione: si somministra per via endovenosa a cadenza settimanale.
Effetti collaterali più frequenti: reazioni cutanee (follicolite e/o meno frequenti alterazioni delle unghie), reazioni di ipersensibilità, congiuntivite e diarrea.
Nome commerciale: Erbitux (casa farmaceutica Merck KgaA). Il 29.06.2004 la Commissione Europea ha rilasciato l’autorizzazione all’immissione in commercio, valida in tutta l’Unione Europea del farmaco Erbitux, precedentemente già approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) americana (12/02/2004). Il farmaco è in vendita anche in Italia dal luglio 2005.
Indicazioni: è stato approvato in combinazione con un farmaco chemioterapico, l’Irinotecan o camptotecina, per il trattamento dei pazienti affetti da carcinoma metastatico del colon-retto esprimente l’EGFR dopo il fallimento di una terapia citotossica contenente Irinotecan. Attualmente sono in corso numerosi studi per valutarne l’impiego sia in fasi piú precoci della malattia (terapia adiuvante ovvero dopo l’intervento di asportazione radicale del tumore del colon-retto e terapia di prima linea nelle neoplasie colo-rettali metastatiche) sia in differenti neoplasie (tumori dello stomaco, del pancreas…).
Modalità di somministrazione: si somministra per via endovenosa a cadenza settimanale.
Effetti collaterali più frequenti: reazioni cutanee (follicolite e/o meno frequenti alterazioni delle unghie), reazioni di ipersensibilità, congiuntivite e diarrea.
Nome commerciale: Erbitux (casa farmaceutica Merck KgaA). Il 29.06.2004 la Commissione Europea ha rilasciato l’autorizzazione all’immissione in commercio, valida in tutta l’Unione Europea del farmaco Erbitux, precedentemente già approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) americana (12/02/2004). Il farmaco è in vendita anche in Italia dal luglio 2005.
B. Panitumumab (ABX-EGF)
Si tratta di un anticorpo
monoclonale con lo stesso meccanismo d’azione e le stesse indicazioni del
cetuximab. L’unica differenza è che è totalmente umanizzato e quindi
presumibilmente con un profilo di tolleranza migliore. Attualmente non è in
commercio e viene quindi somministrato nell’ambito di protocolli di studio. È
prodotto dalla casa farmaceutica AMGEN.
C.Gefitinib
Bersaglio e Meccanismo d’azione: Si
tratta di una piccola molecola che si lega alla tirosin chinasi dell’EGFR
bloccando la funzione di quest’ultimo e conseguentemente la trasduzione del
segnale di crescita della cellula tumorale.
Indicazioni: il farmaco è stato approvato per la cura del tumore polmonare in stadio avanzato del tipo non a piccole cellule, ovvero il più comune, che rappresenta l’80% di tutti i casi di neoplasie del polmone (circa 1 milione e duecentomila casi ogni anno nel mondo), che sia progredito o che non abbia risposto ad un precedente trattamento chemioterapico a base di cisplatino e taxotere. Al momento sono in corso numerosi studi per valutarne l’impiego in altre neoplasie (colon-retto, mammella…) e per confermare i dati ottenuti sulla patologia polmonare in cui studi successivi hanno dimostrato risultati decisamente meno positivi di quanto non si fosse precedentemente documentato.
Modalità di somministrazione: si somministra per via orale, la dose raccomandata è 250 mg (=1 compressa) al giorno.
Effetti collaterali piú frequenti: reazioni cutanee (follicolite), diarrea, nausea/vomito, calo dell’appetito e del peso, affaticabilità. Un effetto collaterale molto raro ma serio è la fibrosi polmonare interstiziale che si può manifestare con difficoltà respiratoria talora accompagnata da tosse e febbre.
Nome commerciale: Iressa (casa farmaceutica Astra Zeneca). Il farmaco ha ottenuto l’approvazione della FDA il 05/05/2003 ed attualmente è in vendita in vari stati, tra cui Stati Uniti, Giappone, Australia e Svizzera. Negli altri stati europei non è stata ancora ottenuta l’autorizzazione all’immissione in commercio.
Indicazioni: il farmaco è stato approvato per la cura del tumore polmonare in stadio avanzato del tipo non a piccole cellule, ovvero il più comune, che rappresenta l’80% di tutti i casi di neoplasie del polmone (circa 1 milione e duecentomila casi ogni anno nel mondo), che sia progredito o che non abbia risposto ad un precedente trattamento chemioterapico a base di cisplatino e taxotere. Al momento sono in corso numerosi studi per valutarne l’impiego in altre neoplasie (colon-retto, mammella…) e per confermare i dati ottenuti sulla patologia polmonare in cui studi successivi hanno dimostrato risultati decisamente meno positivi di quanto non si fosse precedentemente documentato.
Modalità di somministrazione: si somministra per via orale, la dose raccomandata è 250 mg (=1 compressa) al giorno.
Effetti collaterali piú frequenti: reazioni cutanee (follicolite), diarrea, nausea/vomito, calo dell’appetito e del peso, affaticabilità. Un effetto collaterale molto raro ma serio è la fibrosi polmonare interstiziale che si può manifestare con difficoltà respiratoria talora accompagnata da tosse e febbre.
Nome commerciale: Iressa (casa farmaceutica Astra Zeneca). Il farmaco ha ottenuto l’approvazione della FDA il 05/05/2003 ed attualmente è in vendita in vari stati, tra cui Stati Uniti, Giappone, Australia e Svizzera. Negli altri stati europei non è stata ancora ottenuta l’autorizzazione all’immissione in commercio.
D. Erlotinib
Bersaglio e Meccanismo d’azione:
Si tratta di una piccola molecola che si lega alla tirosin-
chinasi dell’EGFR bloccando la funzione di quest’ultimo e conseguentemente la
trasduzione del segnale di crescita della cellula tumorale. Indicazioni: il
farmaco è stato approvato negli Stati Uniti per la cura del tumore polmonare
non a piccole cellule in stadio avanzato che sia progredito ad almeno una
precedente linea di chemioterapia e delle neoplasie pancreatiche avanzate.
Attualmente si stanno studiando altre applicazioni del farmaco per le neoplasie
della testa e del collo e dell'ovaio.
Modalità di somministrazione: si somministra per via orale, in compresse.
Effetti collaterali più frequenti: reazioni cutanee (rash acneiforme), diarrea, nausea/vomito, congiuntivite, mucosite del cavo orale. Anche questo farmaco, analogamente al gefitinib, in casi molto rari può determinare la fibrosi polmonare interstiziale.
Nome commerciale: Tarceva (case farmaceutiche Roche, OSI Pharmaceuticals e Genetech). Il farmaco ha ottenuto l’approvazione della FDA il 19/11/2004.
Modalità di somministrazione: si somministra per via orale, in compresse.
Effetti collaterali più frequenti: reazioni cutanee (rash acneiforme), diarrea, nausea/vomito, congiuntivite, mucosite del cavo orale. Anche questo farmaco, analogamente al gefitinib, in casi molto rari può determinare la fibrosi polmonare interstiziale.
Nome commerciale: Tarceva (case farmaceutiche Roche, OSI Pharmaceuticals e Genetech). Il farmaco ha ottenuto l’approvazione della FDA il 19/11/2004.
Farmaci anti-VEGF
Alcuni farmaci agiscono inibendo
l’angiogenesi, cioè ostacolando lo sviluppo dei vasi sanguigni che irrorano i
tumori e determinando un arresto della crescita e la regressione delle
neoplasie. Il principale meccanismo d’azione di questa classe di farmaci
coinvolge il fattore di crescita angiogenetico (Vascular Endothelial Growth
Factor o VEGF) e il suo recettore (VEGFR). Anche in questo caso, così come
abbiamo visto per i farmaci anti-EGFR, esistono fondamentalmente due tipi di
farmaci: gli anticorpi monoclonali che bloccano il recettore o il fattore di
crescita (somministrati per via endovenosa) e le piccole molecole, che
legandosi alla tirosin-chinasi del recettore ne determinano il blocco.
A. Bevacizumab
Bersaglio e Meccanismo d’azione:
Si tratta di anticorpo monoclonale umanizzato che si lega al
VEGF, impedendo a quest’ultimo di legarsi ai suoi recettori (VEGFR-1 e
VEGFR-2), sulla superficie delle cellule endoteliali. Il blocco dell’attività
biologica del VEGF interferisce con la formazione dei nuovi vasi sanguigni del
tumore impedendo conseguentemente la crescita tumorale.
Indicazioni: il farmaco è stato approvato in combinazione con 5-fluorouracile ed acido folinico +/- irinotecan per il trattamento di prima linea dei pazienti con carcinoma del colon-retto metastatico. Attualmente si stanno studiando altre applicazioni del farmaco, ad esempio in associazione con chemioterapia con oxaliplatino e 5-fluorouracile o capecitabina o in fase adiuvante, cioè dopo un intervento chirurgico di asportazione radicale del tumore del colon.
Modalità di somministrazione: si somministra per via endovenosa.
Effetti collaterali più frequenti: astenia, diarrea, nausea, dolori non altrimenti specificati. Eventi avversi meno frequenti sono ipertensione e proteinuria. In casi rari il farmaco può provocare emorragie o tromboembolie.
Nome commerciale: Avastin (case farmaceutiche Genentech e Roche). Il farmaco ha ottenuto l’approvazione della FDA ed è entrato in commercio negli USA nel febbraio 2004. Recentemente, nel gennaio 2005, è stato approvato dalla Commissione Europea e dall’ottobre 2005 è in commercio anche in Italia.
Indicazioni: il farmaco è stato approvato in combinazione con 5-fluorouracile ed acido folinico +/- irinotecan per il trattamento di prima linea dei pazienti con carcinoma del colon-retto metastatico. Attualmente si stanno studiando altre applicazioni del farmaco, ad esempio in associazione con chemioterapia con oxaliplatino e 5-fluorouracile o capecitabina o in fase adiuvante, cioè dopo un intervento chirurgico di asportazione radicale del tumore del colon.
Modalità di somministrazione: si somministra per via endovenosa.
Effetti collaterali più frequenti: astenia, diarrea, nausea, dolori non altrimenti specificati. Eventi avversi meno frequenti sono ipertensione e proteinuria. In casi rari il farmaco può provocare emorragie o tromboembolie.
Nome commerciale: Avastin (case farmaceutiche Genentech e Roche). Il farmaco ha ottenuto l’approvazione della FDA ed è entrato in commercio negli USA nel febbraio 2004. Recentemente, nel gennaio 2005, è stato approvato dalla Commissione Europea e dall’ottobre 2005 è in commercio anche in Italia.
B. Vatalanib (PTK 787/ZK 222584)
Bersaglio e Meccanismo d’azione:
Si tratta di una piccola molecola che si lega alle
tirosin-chinasi dei recettori di VEGF e del fattore di crescita delle piastrine
(platelet-derived growth factor o PDGF), bloccandone la funzione e
conseguentemente inibendo la formazione dei nuovi vasi sanguigni del tumore.
Indicazioni: il farmaco attualmente viene studiato nei tumori del colon-retto, in associazione alla chemioterapia. Modalità di somministrazione: si somministra per via orale, in compresse.
Effetti collaterali più frequenti: astenia, diarrea, nausea, vertigini, cefalea, ipertensione.
Nome commerciale: attualmente è ancora in fase di studio e non è in commercio in nessun Paese (case farmaceutiche Novartis e Schering AG).
Indicazioni: il farmaco attualmente viene studiato nei tumori del colon-retto, in associazione alla chemioterapia. Modalità di somministrazione: si somministra per via orale, in compresse.
Effetti collaterali più frequenti: astenia, diarrea, nausea, vertigini, cefalea, ipertensione.
Nome commerciale: attualmente è ancora in fase di studio e non è in commercio in nessun Paese (case farmaceutiche Novartis e Schering AG).
E altro ancora…
In aggiunta ai farmaci descritti
finora, sono attualmente in fase di studio numerosi altri nuovi farmaci in
oncologia, con differenti indicazioni e meccanismi d’azione. Di seguito
riportiamo alcuni di questi. Ovviamente molti altri ancora sono attualmente in
fase di studio e, considerate le continue nuove acquisizioni della biologia
molecolare, il loro numero è in progressivo aumento. Attraverso lo sviluppo e
l’uso degli agenti biologici, in futuro i regimi antineoplastici potrebbero
essere specificamente modulati in base alle caratteristiche molecolari del
tumore dei singoli pazienti.
Anti-cox-2
Si tratta di farmaci comunemente
utilizzati come antiinfiammatori (celecoxib, rofecoxib, ecc.) di cui
recentemente è stato studiato un possibile impiego nei tumori del colon e del
polmone, dove sembrerebbero inibire la crescita cellulare e indurre l’apoptosi,
ovvero la morte delle cellule tumorali. Recenti acquisizioni sul profilo di
sicurezza di tali farmaci hanno evidenziato un incremento di fenomeni
cardiovascolari nelle persone che ne facevano un uso cronico prolungato. Tali
dati hanno indotto gli Enti regolatori statunitensi a ritirare queste molecole
dal commercio a scopo precauzionale, conseguentemente ed in attesa di ulteriori
chiarimenti, il loro utilizzo non può essere raccomandato.
Inibitori delle metalloproteinasi
Le metalloproteinasi rappresentano
una famiglia di enzimi la cui funzione principale è la degradazione delle proteine
della matrice extracellulare, come il collagene, la laminina, la fibronectina,
l’elastina e la parte proteica dei proteoglicani. Le metalloproteinasi sono
iperespresse in numerose neoplasie maligne e la loro iperespressione è
correlata con l’aggressività tumorale e il potenziale metastatico. Dato che le
metalloproteinasi giocano un ruolo fondamentale nel processo di progressione
della malattia neoplastica, come confermato dai dati preclinici e clinici,
l’inibizione farmacologica dell’attività delle metalloproteinasi può
determinare conseguentemente una marcata riduzione dell’invasività dei tumori
primitivi e delle metastasi. La famiglia degli inibitori delle
metalloproteinasi comprende vari farmaci tra cui marimastat, batimastat, BAY
12-9566, BMS-275291 e i bisfosfonati. Tutti, ad eccezione di questi ultimi,
sono ancora in fase sperimentale sia in Italia che all’estero. I bisfosfonati,
infatti sono già in commercio anche in Italia e rappresentano una classe di
farmaci inizialmente utilizzati per la cura dei disturbi dell’omeostasi del
calcio e, più recentemente, per la palliazione e la prevenzione delle metastasi
ossee nei pazienti oncologici. Oltre ad avere un effetto nel prevenire le
complicazioni scheletriche nei pazienti oncologici con metastasi ossee, i
bisfosfonati sembrano avere anche un’attività antitumorale diretta. I
meccanismi d’azione responsabili dell’attività antitumorale dei bisfosfonati
non sono ancora del tutto chiari. Tra essi annoveriamo:
la capacità di indurre l’apoptosi.
l’inibizione dell’adesione delle
cellule tumorali e l’invasione della matrice extracellulare dell’osso.
l’attività antiangiogenetica.
Inibitori del ciclo cellulare
Negli ultimi anni abbiamo assistito
ad un notevole progresso delle nostre conoscenze del ciclo cellulare e
soprattutto dei fattori che lo regolano, sia nella cellula normale sia in
quella tumorale. In particolare numerosi dati pre-clinici non solo hanno
confermato l'importanza di sostanze chiamate cicline e di chinasi
ciclina-dipendenti nei processi di controllo della normale replicazione
cellulare, ma anche e soprattutto, hanno chiarito molti dei punti oscuri circa
la relazione tra l'alterazione di tali processi e la progressione neoplastica.
Queste conoscenze hanno conseguentemente determinato un forte slancio per lo
sviluppo d’inibitori delle chinasi ciclina-dipendenti come agenti
anti-neoplastici (es. flavopiridolo, staurosporina, paulloni…). Anche l’uso di
questi farmaci è ancora del tutto sperimentale.
Oligonucleotidi antisenso
Per oligonucleotide antisenso si
intende un breve frammento di DNA, che contiene la sequenza nucleotidica
complementare del filamento di DNA codificante (senso) o di RNA messaggero
(mRNA). Perciò l'antisenso, grazie a questa sua "specularità"
rispetto al DNA senso, si appaia ad esso o all'mRNA, annullandone l'attività
biologica. Gli oligonucleotidi di impiego in terapia sono sintetici, ma nelle
cellule sono stati individuati anche oligonucleotidi endogeni, di cui è ignota
la funzione. L’oligonucleotide antisenso si lega all'RNA messaggero, o a
sequenze di controllo dell'espressione genica presenti sul filamento
complementare di DNA, impedendo così la decodificazione ed il successivo
processo di sintesi proteica. L’impiego clinico degli oligonucleotidi antisenso
è ancora in fase di studio.
Quanto sopra riportato ha carattere
puramente informativo e non è stato condotto con lo scopo di realizzare una
esaustiva trattazione oncologica, ma rappresenta un tentativo di approfondire
con semplicità un argomento che è in continua evoluzione. Sicuramente
rimarranno aperte molte altre domande e dubbi, per questo motivo è fondamentale
porre gli ulteriori quesiti ai propri medici di fiducia o direttamente
all’autrice dell’articolo (rossana.berardi@libero.it).
Aggiungo per approfondire:
Per leggere la Dichiarazione
di Helsinki, aggiornata alla 59a ASSEMBLEA GENERALE, SEUL, OTTOBRE 2008, clicca
qui
Per capire come nasce un farmaco, a cura dell'AIFA, clicca
qui
La sperimentazione dei nuovi farmaci, a cura dell'AIRC, clicca qui
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