Francis Crick e James D. Watson (in piedi),
scopritori della struttura e della funzione del DNA (1953).
|
James Dewey Watson (Chicago, 5 aprile 1928) è un biologo
statunitense, scoprì la struttura della molecola del DNA insieme a Francis
Crick e Maurice Wilkins con i quali ricevette anche il Premio Nobel per la
medicina nel 1962 per le scoperte sulla struttura molecolare degli acidi
nucleici e il suo significato nel meccanismo di trasferimento dell'informazione
negli organismi viventi. Che cosa ha combinato questo scienziato? Ha venduto
all'asta, per 4,1 milioni di dollari, la medaglia d'oro che viene donata ai
vincitori del premio Nobel.
Trovo su "il POST" un articolo molto critico su
James Watson dal titolo "James
Watson, premio Nobel e persona orribile" di
Laura Helmuth – Slate. (2 dicembre 2014)
Ecco alcune affermazioni tratte dall'articolo.
L'uomo che ha
contribuito a scoprire la struttura del DNA è un razzista e uno stronzo, dice
Slate: ora vende la medaglia del Nobel. (…)
Watson fu anche
notoriamente offensivo e arrogante quando lavorò come docente ad Harvard,
persino per gli standard di una persona che insegna in quella università. E. O.
Wilson, uno dei suoi colleghi, ha detto che tra gli anni Cinquanta e Sessanta
era il “Caligola della biologia” per il disprezzo che aveva verso chi studiava
qualsiasi altra cosa rispetto alle molecole. Wilson scrisse che,
sfortunatamente, Watson aveva avuto un colpo di genio quando aveva appena 25
anni: “Era come se gli avessero dato una licenza per dire tutto ciò che gli
veniva in mente e si aspettava di essere preso sempre sul serio”.
Nel 2000 Watson
disse durante una conferenza che c’era un nesso tra l’esposizione alla luce
solare – quindi il caldo – e la libido, e che “questo è il motivo per cui
esistono i latin lover”. Nello stesso discorso disse che le persone magre sono
ambiziose: “Ogni volta che fai un colloquio con una persona grassa ti senti in
colpa, perché sai che finirai per non assumerla”.
Non ha mai smesso
di dimostrare il suo disprezzo per intere categorie di persone, anche dopo le
cose che disse nel 2007. Durante una conferenza nel 2012, per esempio, parlando
delle donne nella scienza disse: “Penso che avere tutte queste donne intorno
renda le cose più divertenti per i maschi, ma probabilmente riduce la loro
efficienza”. (…)
Watson ebbe una
grande intuizione 61 anni fa sulla struttura fisica del DNA. È uno dei padri
fondatori di una branca molto importante e al tempo stesso specifica della
biologia moderna, e ha dedicato buona parte della sua carriera allo studio del
cancro. Ma non sa un cazzo di storia, di evoluzione umana, di antropologia,
sociologia, psicologia e di qualsiasi altro studio un minimo rigoroso
sull’intelligenza o la razza. Alla base di tutto c’è un fondamentale
fraintendimento da parte sua su come funziona la scienza che lo spinge a
credere che la sua esperienza in un livello di analisi – quello molecolare –
possa predire qualsiasi altra cosa a livelli più alti di analisi. La struttura
del DNA non predice il funzionamento di una cellula, che a sua non volta predice
la forma di un organismo, che a sua volta non predice le caratteristiche di una
cultura. Non è che l’idea che le persone bianche siano più intelligenti di
quelle nere sia un segreto che gli scienziati ci hanno tenuto nascosto per anni
fino a quando non se n’è venuto fuori James Watson a rivelarcela. È
semplicemente un’idea sbagliata.
Vi invito a leggere anche, su WIRED.it, il seguente
articolo: James Watson vende il suo premio Nobel
Il co-scopritore
della doppia elica del dna ha deciso di mettere all’asta la medaglia del Nobel.
Ha bisogno di soldi e vuole tornare a far parlare di sé.
La storia di James
Watson, uno degli scienziati più famosi del ‘900, è un misto di importanti trionfi
scientifici e di gaffe terribili, che ne hanno macchiato
indelebilmente l’immagine pubblica. Celebre per aver scoperto, insieme a Francis
Crick e Maurice Wilkins, (con l’essenziale collaborazione di Rosalind Franklin), la struttura a doppia elica del dna, Watson
ha infatti dimostrato negli anni di essere anche un fervido sostenitori di
teorie razziste e sessiste, di cui non ha peraltro mai fatto
mistero, esprimendosi anzi pubblicamente in più occasioni in favore della supremazia
intellettuale dei bianchi, e dell’inferiorità delle donne nella ricerca
scientifica. Dopo qualche anno di silenzio, lo scienziato sembra oggi
deciso a far parlare nuovamente di sé. La sua ultima bravata? Avrebbe deciso,
primo al mondo, di mettere all’asta il suo premio Nobel, o più precisamente la medaglia
che viene consegnata all’assegnazione del premio. (…)
Nessun commento:
Posta un commento