giovedì 11 dicembre 2014

È possibile distinguere una terapia seria da una non scientifica o, peggio, truffaldina?



Trovo nel sito dell'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC), cliccare sul titolo, un interessante articolo dal titolo: È possibile distinguere una terapia seria da una non scientifica o, peggio, truffaldina?
SÌ, è possibile distinguere tra informazioni con basi scientifiche, che vale la pena di approfondire, e altre prive di fondamento. In ogni caso è necessario discutere con il proprio medico l'attendibilità delle cure proposte.
Circolano molte informazioni su come si possono prevenire o curare le malattie - in TV, sui giornali o nel passaparola conoscenti. Alcune di queste informazioni sono corrette, molte altre sono parziali, distorte o semplicemente sbagliate. Come facciamo a sapere quali sono corrette e quali no? Come valutare, per esempio, le storie di guarigione di cui Internet è pieno? Come distinguere ciò che fa bene davvero, da un falso ben architettato? O il probabile dall'incerto?

Alcuni consigli utili provengono da una guida realizzata da un'associazione benefica inglese, Sense About Science, da anni impegnata ad aiutare le persone a capire meglio la scienza. Ecco alcuni degli elementi sui quali Sense about Science consiglia di basare il proprio giudizio in materia di terapie (leggere l'articolo dell'AIRC).
La traduzione italiana della guida di Sense About Science realizzata a cura dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) è disponibile online a questo indirizzo ed ha per titolo: "Non ho nulla da perdere a provarlo" (“I’ve Got Nothing To Lose By Trying It”). In realtà, nella battaglia contro le bufale e la pseudoscienza hanno da perdere tutti, tranne chi le promuove e ci lucra sopra (spesso in modi subdoli e non sempre evidenti). (…) Alle volte ci si dimentica che anche i trattamenti alternativi, spesso presentati come naturali, sono potenzialmente nocivi, e possono interferire con i farmaci: è il caso di molti estratti di erboristeria. Un altro rischio frequente è di interrompere le cure "ufficiali", perché non del tutto soddisfacenti, andando incontro a un peggioramento, potenzialmente grave.
Consigli pratici
Una delle caratteristiche fondamentali di una buona fonte, se parla di malattie e terapie, è la citazione della rivista scientifica su cui la ricerca è stata pubblicata. Gli studi pubblicati sulle riviste scientifiche, infatti, hanno superato il vaglio della cosiddetta peer-review, ovvero di revisori indipendenti con una grande competenza nel campo. I revisori valutano se il lavoro è valido, significativo e originale, considerano tutti i dettagli dello studio e verificano se i dati raccolti giustificano le conclusioni dei ricercatori.
Poiché anche un piccolo errore può essere determinante, ogni medico scrupoloso che vuole essere sicuro di aver trovato per i propri pazienti un rimedio efficace e privo di rischi affida le proprie ricerche a questa verifica incrociata. La verifica è affidata a colleghi che conoscono la materia quanto lui, sapendo bene, come ricorda la guida, che "i sintomi di molte patologie sono instabili, come i dolori dell'artrite, che vanno e vengono. E che a fasi di peggioramento seguiranno molto probabilmente periodi di normalità - che possono essere scambiati per un miglioramento. Col tempo si può anche migliorare o recuperare da molte patologie. Ciò potrebbe verificarsi in contemporanea con l'assunzione di un particolare cibo o trattamento".
Sono quindi cinque gli aspetti fondamentali su cui occorre chiarirsi le idee:
1.      I risultati sono frutto di una ricerca indipendente e sono stati verificati?
2.      Lo studio è stato pubblicato su una rivista scientifica?
3.      Cosa dicono gli altri esperti del settore?
4.      È stata fatta una sperimentazione clinica?
5.      Il trattamento è autorizzato? Per quale indicazione terapeutica?
Attenzione ai familiari
Spesso familiari e amici, nel tentativo di essere d'aiuto, incoraggiano a provare tutto ciò che sembra offrire sollievo o speranza, senza domandarsi prima se si tratta di una terapia che funziona ed è sufficientemente sicura. In questo modo, senza volerlo, finiscono per esercitare su chi è già provato dalla malattia una pressione eccessiva e malposta, anche se in buona fede.
La guida di Sense About Science ha raccolto le opinioni di chi si è trovato - da malato - in questa situazione. Ecco i loro consigli:

  • Non sentitevi obbligati a provare qualcosa. Anche quando le persone intorno a voi hanno buone  intenzioni, dite loro che per voi è importante avere delle prove.
  • Affrontate i nuovi trattamenti con occhio critico, specialmente se state per spendere dei soldi.
  • Sospettate dei siti web che abbagliano con informazioni pseudo scientifiche.
  • Diffidate di ogni trattamento propagandato come cura miracolosa: se sembra troppo bello per essere vero... probabilmente è perché non è vero.


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