Scopro su Wikipedia che ci sono 7 tipi di incontri
ravvicinati. Un incontro ravvicinato (abbr. CE dall'inglese Close Encounter) in
ufologia è un evento nel quale una persona testimonia di essere venuta in
contatto con un oggetto volante non identificato (UFO). Mi ha sempre
affascinato l'incontro del 7° tipo, ovvero il rapimento da parte degli
extraterrestri. Un tempo sognavo il rapimento per conoscere nuovi mondi, in cui credo. Ora sogno di essere rapito per essere curato del mio cancer.
Mi chiedo: Come
posso chiamare gli incontri più o meno ravvicinati che faccio al Day Hospital
dell'Istituto Oncologico Veneto (IOV) con persone che stanno facendo chemio per
un cancer? Ogni volta che mi reco allo IOV incontro sempre qualcuno che
conosco o vedo persone note. E' un mondo a parte, distaccato da quello di tutti i giorni. E' una realtà sconosciuta e che incute paura a chi non non ha impattato con simili patologie.
Il 22 dicembre sono andato allo IOV per effettuare: un prelievo di sangue "nell'ambulatorio sperimentazioni" con la brava infermiera Orjeta,
la visita medica con gli oncologi Chiarion e Pigozzo e l'infusione mensile
dello Zometa nel day Hospital. Suggerisco ad Orjeta, dopo che mi ha bucato, senza
esito e con grande rammarico di entrambi, il braccio sinistro alla ricerca del sangue, di cambiare braccio; il prelievo sul destro è OK. Le dico, scherzando, che
predilige il braccio sinistro perché politicamente è di sinistra, sorride. Le ho fatto male Giovanni? mi chiede. Parafrasando la compianta Virna Lisi, le rispondo: Con quell'ago, puoi fare ciò che vuoi!!Faccio presente ad Orjeta e alla coordinatrice Daniela che ho postato in questo blog gli interventi che hanno presentato al XVI CongressoAIOM; mi congratulo con loro perché essere invitati all'AIOM è un riconoscimento della loro professionalità. Mi reco quindi nella sala d'attesa degli ambulatori, al primo piano, e aspetto che appaia sul display il mio numero, 41; coincide con il mio anno di nascita. Mi guardo attorno e vedo facce tristi e pensierose. Davanti a me una giovane signora con il collare e con le stampelle parla a voce alta con l'amica che l'ha accompagnata. Sento tutto quello che dicono ma non interferisco. Mi colpisce il desiderio della signora di effettuare un viaggio a Vienna ad aprile. Non so - dice - se in queste condizioni lo potrò fare. Le auguro che possa visitare la bella e romantica capitale dell'Austria. Quando appare sul display il numero 41 mi reco nell'ambulatorio n. 9 dove mi accolgono cordialmente la dott.ssa Chiarion e il dott. Pigozzo. Dopo un esame della mia precaria situazione e in attesa della tac del 23/12, dal cui esito dipende il mio futuro terreno, mi consegna il foglio per l'infusione dello Zometa. Mi congedo, saluto e faccio gli auguri di Natale a lei e al dott. Pigozzo. Mi reco quindi nella sala d'attesa del Day Hospital, al 2° piano, dopo aver consegnato il foglio con la prescrizione e resto in attesa che mi chiamino per l'infusione dello Zometa. Incontro Osvaldo, non è la prima volta, un amico e collega che dopo la visita attende l'infusione del cabazitaxel e contorni. Chiacchieriamo con serenità delle nostre "magagne", gli racconto della mia attività di volontariato e dei miei blog. Anche lui è impegnato nel volontariato. Mi confida che vorrebbe andare a marzo in Ecuador per la consacrazione di un amico prete. Quando l'ha detto all'oncologo, la risposta è stata: si vedrà. Quando si alza in piedi per prendere un bicchiere d'acqua, mi accorgo che porta un tutore sulla gamba sinistra. Gli chiedo: cosa ti è capitato? Ricordavo che, nonostante la metastasi ossea, si muoveva, per brevi tragitti in moto. La cosa mi ingelosiva, perché io a causa della recidiva alla L2 avevo abbandonato la bici elettrica. Mi spiega: nel mettere giù il piede in modo maldestro, con la moto ferma, mi si è rotto il tendine d'Achille; l'ortopedico mi ha detto che non è operabile alla mia età. Quando appare sul display il numero 41, mi reco nella stanza dove opera la sorridente e brava infermiera Beatrice. La mia terapia è breve rispetto a quella di Osvaldo, quindi prima di tornare a casa vado a fargli gli auguri. Saluto e auguro buon Natale alle infermiere che ho conosciuto.
Tornato a casa trovo la seguente mail di Osvaldo che mi
autorizza a postarla nel blog. Non è facile trovare il coraggio di parlare della
propria patologia oncologica e soprattutto postarla nel web. Ecco il testo telegrafico della mail: Ho compiuto a giugno 74 anni (io 73 a
novembre), dal 2008 tumore maligno alla
prostata, asportazione totale con linfonodi annessi, impotenza e incontinenza
l'eredità. Dato come
"chiuso" dopo 10 mesi mi trovo in metastasi ossea assai diffusa.(A me, Osvaldo, la sorte ha riservato una metastasi ossea (L2) ed una epatica. Mi dicono che la metastasi ossea da carcinoma alla prostata è diversa da quella dell'adenocarcinoma gastrico, leggi qui).
Ormoni. Chemio.
Ormoni. Chemio. Da Piove sono da
agosto 2014 allo IOV, seguito dai dott. Basso e Maruzzo. (Anch'io lo stesso percorso, Fornasiero - Favero, Chiarion - Pigozzo). Sono stato per 47
anni insegnante, dal 1993 al 2006 al Marconi di Padova, boys di Giovanni con
cui ho avuto una intesa perfetta e così spero sia stato per lui. (Concordo!) L'ultima nostra
lunga chiacchierata è di ieri mattina, zometa per lui, cabazitaxel e contorni
per me.(Osvaldo, spero tanto che non sia l'ultima.)Sono in perfetta sintonia nell'informazione come cura (è il titolo del Blog che curo e dell'Associazione), devo dire che nella dottoressa Sartore Francesca ( equipe Fornasiero, Piove di Sacco) e nei dott. Basso/Maruzzo ho trovato piena collaborazione per fare in modo che questa sia, come ogni fatto della vita una possibilità, una occasione. (Osvaldo)
Caro Osvaldo, ti auguro un sereno Natale, un buon 2015 e in bocca al lupo!!
Caro Osvaldo, faccio mie le parole di un compagno di avventura: Siamo come i maratoneti, solo uno arriva primo ma tutti gli altri sono felicissimi di aver partecipato, ognuno a suo modo ha corso per uno scopo per migliorarsi su se stesso. Allora miei involontari compagni di viaggio, non chiedo la vostra compagnia, seguite da soli la vostra strada, ma fatemi sapere che state camminando, fatemi sapere che cercate di superare il vostro record personale ed ogni mattina, come una vaporiera che sta per scoppiare lanciate un sano vaffa... al vostro, nostro, cancro. Abbiamo tutto il diritto di sentirci stanchi e che nessuno provi a tagliecelo. Buon anno amici, un anno di dolore, di sofferenze, di piccole gioie ma di grande soddisfazione per ogni giorno in più che potremo dire, oggi ho raggiunto il mio record personale di sopportazione. Vi aspetto tutti quanti al termine del 2015 e faremo un bel falò di tutte le nostre sofferenze. ah ricordatevi, se non dovessi esserci, sappiate che il il falò lo alimenterò ugualmente e faremo una grande festa.
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