Buongiorno a tutti, ho una domanda da fare. Vi risulta
che l'assunzione di vitamina B12 possa essere anche nociva in quanto andrebbe
ad alimentare il cancer? Questa domanda viene spesso posta dai gastrectomizzati e gastroresecati nel Forum chiuso "Vivere
dopo il cancro allo stomaco (si può!), coordinato da Rosie Fiorino. E' visibile invece il sito dell'Associazione per i malati di tumore allo stomaco, presidente Claudia Santangelo. Dalle risposte dei pazienti si evince una situazione
complessa, variegata e a macchia di leopardo: alcuni medici dicono di sì, altri
sono più dubbiosi. Anche il mio MMG aveva dei dubbi sull'uso della vitamina B,
dubbio fugato però dal gastroenterologo. Ho fatto una ricerca nel web, ecco quello che ho trovato a proposito della vitamina B12, chiamata anche cobalamina, in quanto nella sua struttura presenta un atomo di cobalto centrale. Per essere assorbita dal nostro organismo deve legarsi ad una sostanza secreta dalle cellule parietali dello stomaco, il fattore intrinseco. Il legame con il fattore intrinseco farà sì che la vitamina B12 venga riconosciuta da uno specifico recettore cellulare e introdotta all'interno della cellula.
Dal
sito dell'AUSL di Forlì: FERRO E VITAMINA B12 (per gastrectomizzati)
Lo stomaco nell'uomo ha solo funzioni di contenitore e
non ha quindi alcun ruolo nei processi digestivi che vengono effettuati dai
succhi pancreatici e dalla bile. Questo fatto consente agli operati di
gastrectomia di non avere alcuna limitazione di tipo qualitativo. Potete
infatti mangiare qualsiasi alimento, esattamente tutto quello che mangiavate
prima dell'intervento. L'unico accorgimento deve riguardare, come detto,
unicamente la quantità che dovrà essere limitata per singolo pasto. Lo stomaco riveste però grande importanza per l'assorbimento del Ferro e della
Vitamina B12. Per quel che riguarda il Ferro è comunque consigliabile un
controllo semestrale dei valori di Sideremia, Tranferrina e soprattutto di
Ferritina per poter valutare l'eventuale necessità di una terapia sostitutiva.
Se siete stati sottoposti a gastrectomia subtotale si ha un recupero dei
processi di assorbimento, per cui la carenza di Ferro diviene più rara. Diverso
è il discorso per quanto riguarda la Vitamina B12 che non sarete più in grado di
assorbire per tutta la vita in quanto è stato asportato il pezzo di stomaco
dove viene prodotto il cosiddetto fattore intrinseco che, coniugato alla
Vitamina B12, ne consente l'assorbimento. Per questo motivo ricordatevi che è
necessario eseguire una volta all'anno un ciclo di 12 iniezioni di Vitamina B12
per via intramuscolare.
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Dal
sito dell'AIMAC (in generale) È vero che c’é un rapporto tra vitamine e tumore? Devo assumere qualche integratore?
Sì, esiste un rapporto tra vitamine e cancro. Il tumore per crescere ha bisogno delle stesse sostanze che fanno crescere le cellule normali, ma in quantità maggiore, perché le cellule tumorali crescono più rapidamente delle cellule normali. Pertanto, un eccesso di vitamine facilita la crescita cellulare. Di conseguenza, gli integratori dovrebbero essere assunti solo dai malati che, durante la radioterapia o la chemioterapia, riducono sensibilmente la loro alimentazione.
Consultare sempre il proprio medico in merito all'opportunità di assumere qualunque tipo di supplemento nutrizionale orale sia esso acquistato in farmacia, in erboristeria o in negozi specializzati in prodotti nutrizionali, perché potrebbe interferire con la terapia somministrata (es. acido folico in chemioterapia con metotressato) e, di conseguenza, ridurne l'efficacia (es. vitamina C e E in chemioterapia e radioterapia) o potenziarne gli effetti indesiderati.
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Da Le Basi Scientifiche per le Linee Guida
16.1
Problemi nutrizionali e dieta nel gastrectomizzato totale
Premessa La gastrectomia totale causa invariabilmente una significativa perdita di peso, principalmente dovuta ad una riduzione dell’intake calorico, a sua volta provocato da un senso di sazietà precoce, che viene lamentato molto frequentemente dai pazienti, specie nei primi mesi dopo l’intervento. Recenti studi hanno permesso di chiarire che alla base del disturbo alimentare potrebbe esservi un’alterata produzione di ormoni gastroenterici (1,2). Dopo un intervento di gastrectomia totale, la ricostruzione del canale alimentare può avvenire con modalità tecniche diverse che prevedono, in ogni caso, l’esecuzione preliminare di un’esofago-digiuno-anastomosi o con una semplice, lunga ansa ad Y secondo Roux oppure con la creazione di una pouch digiunale, che viene interposta fra esofago e duodeno prossimale, al fine di mantenere il transito duodenale degli alimenti (2). Il passaggio precoce e rapido del cibo nel piccolo intestino, specialmente nelle ricostruzioni che saltano il transito duodenale, come avviene nella gastrectomia totale secondo Roux, è in grado di indurre un’iperglicemia post-prandiale; anche i livelli di insulina dopo pasto glucidico risultano più elevati nei pazienti sottoposti a gastrectomia totale. Allo stesso modo, la produzione di colecistochinina è significativamente più elevata rispetto ai controlli normali, specie dopo ricostruzione secondo Roux (1). Queste alterazioni ormonali si ritiene possano contribuire al senso di sazietà precoce lamentato dai pazienti; d’altra parte, studi condotti con traccianti radioattivi somministrati come pasto scintigrafico hanno confermato l’accelerato transito intestinale, ma non in tutti i casi e non sempre tale da interferire con la digestione e l’assorbimento dei nutrienti (3). Va in effetti precisato che sono molti gli studi scientifici che trattano i disturbi nutrizionali di pazienti sottoposti a chirurgia bariatrica od a gastrectomia parziale per ulcera peptica o cancro gastrico, mentre sono molto pochi quelli relativi alla gastrectomia totale.
Vitamine del gruppo B, proprietà benefiche |
Anemia sideropenia
Secondo Love et al. (14), è opportuno iniziare la supplementazione orale di
ferro nei pazienti che abbiano livelli di emoglobina superiori a 10 g/dL (14).
Il solfato ferroso (325 mg, idrato) o fumarato ferroso (200 mg) forniscono 65
mg di ferro per capsula. Si deve istruire il paziente ad assumere da 1 a 2
capsule al giorno per prevenire la carenza di ferro o da 3 a 4 capsule al
giorno per il trattamento di pazienti con carenza documentata. Se i parametri
non migliorano dopo alcune settimane di terapia, il dosaggio dovrebbe essere
aumentato. Può essere assunto un preparato liquido quando le capsule non sono
ben tollerate. Gli alimenti ricchi di calcio, come tè, cereali e crusca,
riducono l’assorbimento del ferro e non dovrebbero essere consumati insieme o subito
dopo la dose di ferro. Nei pazienti che rimangono refrattari alla
supplementazione orale potrebbe essere necessario il trattamento con ferro
parenterale, soprattutto se sintomatici e/o con livelli di emoglobina < 10
g/dl. La via di somministrazione endovenosa è meglio tollerata di quella
intramuscolare e pertanto dovrebbe essere preferita. Le formulazioni come ferro
destrano (50 mg di ferro elementare/ml), ferrico ossido saccarato (20 mg di
ferro elementare/ml) o sodio ferrigluconato (12.5 mg/ml) possono essere
utilizzate, calcolando la quota necessaria di ferro secondo la seguente
formula:
Ferro (mg) = [0.3 x peso corporeo del paziente in kg x 2.2 x 100 (14.8 - emoglobina del paziente)] / 14.8. La maggior parte dei pazienti adulti con deficit di ferro richiede da 1 a 2 g di ferro o da 20 a 40 ml di ferro destrano. I pazienti obesi possono avere necessità più elevate. La dose è in genere somministrata diluita in soluzione salina in un tempo di almeno 1 o 2 ore. Alcuni pazienti possono richiedere la somministrazione di ferro per via endovenosa più volte all’anno per mantenere le riserve (14). Dal punto di vista dietetico, i pazienti dovrebbero essere incoraggiati ad assumere alimenti ricchi in ferro facilmente assorbibile come la carne rossa ed il fegato. È meno assorbibile, invece, il ferro non-eme di cui sono ricchi alcuni alimenti come cereali, tuorlo d’uovo e vegetali a foglia verde. La vitamina C aumenta l’assorbimento di ferro, di conseguenza se ne suggerisce l’assunzione durante i pasti inserendo nella dieta agrumi come arancia, limone e pompelmo. Al contrario, il tè ne diminuisce l’assorbimento, quindi se ne sconsiglia l’uso oppure l’assunzione lontana dal pasto (1-2 ore di distanza) (15).
Anemia megaloblastica Attualmente, non vi sono test gold standard per la diagnosi di carenza di
vitamina B12. Quando i livelli plasmatici di vitamina B12 sono < 150 ng/L
e/o si sospetta un’anemia megaloblastica da carenza di vitamina B12 è
consigliata la ripetizione del dosaggio, insieme alla determinazione dei
livelli di omocisteina e di acido metilmalonico nel sangue (11). Secondo
Dali-Youcef et al. (16), i pazienti con carenza di vitamina B12 dovrebbero
ricevere 1.000 μg/giorno di cianocobalamina per via parenterale (intramuscolare
o sottocutanea) per una settimana, seguiti da 1.000 μg/settimana per un mese e
poi 1.000 μg/mese per tutta la vita. In alternativa, è efficace la stessa dose
di idrossicobalamina somministrata per via intramuscolare ogni 1-3 mesi per
tutta la vita. Questa forma di cobalamina si deposita maggiormente e più a
lungo nei tessuti rispetto alla cianocobalamina e, quindi, può essere
somministrata con minore frequenza (11). Anche se disponibile, il trattamento
con cobalamina orale non è ancora stato pienamente convalidato nella pratica clinica
in termini di efficienza a lungo termine (10). Si consiglia di eseguire una
determinazione dell’emocromo una volta all’anno nei pazienti in trattamento a
lungo termine per carenza di vitamina B12 (11).
Ferro (mg) = [0.3 x peso corporeo del paziente in kg x 2.2 x 100 (14.8 - emoglobina del paziente)] / 14.8. La maggior parte dei pazienti adulti con deficit di ferro richiede da 1 a 2 g di ferro o da 20 a 40 ml di ferro destrano. I pazienti obesi possono avere necessità più elevate. La dose è in genere somministrata diluita in soluzione salina in un tempo di almeno 1 o 2 ore. Alcuni pazienti possono richiedere la somministrazione di ferro per via endovenosa più volte all’anno per mantenere le riserve (14). Dal punto di vista dietetico, i pazienti dovrebbero essere incoraggiati ad assumere alimenti ricchi in ferro facilmente assorbibile come la carne rossa ed il fegato. È meno assorbibile, invece, il ferro non-eme di cui sono ricchi alcuni alimenti come cereali, tuorlo d’uovo e vegetali a foglia verde. La vitamina C aumenta l’assorbimento di ferro, di conseguenza se ne suggerisce l’assunzione durante i pasti inserendo nella dieta agrumi come arancia, limone e pompelmo. Al contrario, il tè ne diminuisce l’assorbimento, quindi se ne sconsiglia l’uso oppure l’assunzione lontana dal pasto (1-2 ore di distanza) (15).
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