giovedì 10 aprile 2014

Due patologie da curare: Il cancer e la paura della paura


 
Trovo sul sito Medicitalia.it, il primo portale di consulti online con oltre 6.548 specialisti, 326.263 utenti e 839.162 risposte (è il canale salute scelto da La Stampa.it), un quesito di una signora sul suo tumore al seno dal titolo Tumore seno her2 (3) , dubbi su terapia adiuvante (29 dicembre 2013). In particolare la signora chiede chiarimenti su due differenti trattamenti terapeutici che le sono stati proposti da due oncologi di due ospedali diversi. La pronta risposta del dott. Salvo Catania merita un attento esame perché sostiene punti di vista che si adattano ad ogni sito del genere. Sostiene il dott. Catania:
1) Complimenti per l'accuratezza e la precisione nel formulare la sua richiesta , ma purtroppo la deluderò sulla domanda principale (^___^)
a) perché non è consentito dalle linee guida esprimere valutazioni su una terapia così impegnativa a distanza; b) perché è sempre consigliabile concordare una terapia attraverso una alleanza terapeutica reale, cioè guardandosi negli occhi, e non virtuale.
2) “sbaglio io a considerare il primo troppo pesante” No. non sbaglia, ma per non prenderla in giro credo che anche l'altra non la si possa considerare certo leggerissima (^___^).
3) L'approccio tra le due terapie non è così diverso come Lei ha scritto
http://www.senosalvo.com/terapia_medica_intro.htm
Purtroppo più pareri si sentono più cresce la confusione a seconda delle diverse scuole di pensiero
.
Nella quarta raccomandazione afferma (per me, Giovanni, è una novità che i pareri debbano essere dispari, ma anche tre pareri possono essere diversi e allora siamo daccapo): All'atto pratico se fosse una mia familiare sentirei nell'ambito dell'oncologia medica un ultimo parere (sempre dispari i pareri devono essere per ovvie ragioni) e poi però con fiducia non si dovrebbe più avere dubbi o ripensamenti o sensi di colpa per non avere saputo scegliere il "meglio".
Per Lei non sarà difficile in considerazione che non vive a...Lampedusa.

Nella settima raccomandazione le consiglia: Non affronti da sola questo momento molto delicato. Oltre al cancro, che non dovrebbe esserci più, c'è una seconda malattia, la più grave, cioè LA PAURA DELLA PAURA.
Provi in questi giorni, e lo scrivo alla paziente così "precisina e razionale", a leggersi  questa discussione (purtroppo sono oltre 2000 commenti).
http://www.medicitalia.it/salvocatania/news/44/Come-si-calcola-il-risch
Dopo di che intervenga per esprimere tutte le emozioni che le passano per la testa. La maggioranza di queste sono comuni a tutte.
Le garantisco che anche questa è TERAPIA e poi comprenderà quanto sia importante. E mi darà ragione.
In un altro post dal titolo, "Quando il virtuale si confronta con il reale", il dott. Salvo Catania scrive: Guarire vuol dire perseguire l’obiettivo di ristabilire un equilibrio tra la dimensione fisica e quella mentale, ma nonostante il tempo trascorso dalla somministrazione della sentenza, spesso è proprio la “guarigione psicologica” quella più difficile da raggiungere, messa a dura prova dalle cosiddette anticipazioni generate dalla nostra mente (credenze, aspettative, pregiudizi e soprattutto “paura della paura”), confuse con i dati di realtà, ovvero dai motivi reali di preoccupazione che sono basati su risultati diagnostici oggettivi.
Questo genera una seconda malattia talvolta molto più grave del cancro perché i malati di tumore frequentemente “smettono di vivere”, concependo il periodo di cura come una sorta di sospensione del tempo e questo senso di minaccia e sospensione interessa anche il periodo successivo alle cure nonostante i dati oggettivi siano molto incoraggianti.
Di questa “malattia” se ne occupa la psiconcologia, disciplina sviluppatasi intorno al 1950 negli Stati Uniti e che si occupa in maniera specifica delle conseguenze psicologiche causate da un tumore. La rabbia, l’ansia, la preoccupazione sono normali risposte adattive alla malattia, e di cui non ci si deve affatto preoccupare, e lo scrivo anche per i familiari, ma quando queste diventano troppo intense, continue e perseveranti, ci sono tutte le indicazioni per un trattamento specifico. Purtroppo la copertura istituzionale nel territorio italiano per questo trattamento non è quantitativamente ottimale in relazione alla elevata incidenza del cancro

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