I
volontari di (Chiama) sono persone con la testa sulle spalle, ma
sono anche dei sognatori, altrimenti non sarebbero dei volontari.
Sognano un paese migliore, un paese senza corruzione, senza caste,
politici che testimoniano e non solo predicano i valori e una società
attenta ai bisogni dei più deboli.
Le sfide e le prove che abbiamo davanti sono più che mai ardue, profonde e di esito incerto...Siamo immersi in un angoscioso presente, nell'ansia del giorno dopo, in un'obbligata e concitata ricerca di risposte urgenti - ci dice il Presidente della Repubblica nell'intervento sotto citato.
Le sfide e le prove che abbiamo davanti sono più che mai ardue, profonde e di esito incerto...Siamo immersi in un angoscioso presente, nell'ansia del giorno dopo, in un'obbligata e concitata ricerca di risposte urgenti - ci dice il Presidente della Repubblica nell'intervento sotto citato.
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l'appello, spero anche voi, di Giorgio Napolitano (http://www.quirinale.it/) che
riporto in parte.
"Colgo in questo incontro l'occasione per ridare respiro storico e ideale al dibattito nazionale". Con queste parole il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha aperto il suo intervento al Meeting per l'amicizia fra i popoli a Rimini. "Perché - ha sottolineato il Presidente Napolitano - è un fatto che ormai da settimane, da quando l'Italia e il suo debito pubblico sono stati investiti da una dura crisi di fiducia e da pesanti scosse e rischi sui mercati finanziari, siamo immersi in un angoscioso presente, nell'ansia del giorno dopo, in un'obbligata e concitata ricerca di risposte urgenti. A simili condizionamenti, e al dovere di decisioni immediate, non si può naturalmente sfuggire. Ma non troveremo vie d'uscita soddisfacenti e durevoli senza rivolgere la mente al passato e lo sguardo al futuro".
"Colgo in questo incontro l'occasione per ridare respiro storico e ideale al dibattito nazionale". Con queste parole il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha aperto il suo intervento al Meeting per l'amicizia fra i popoli a Rimini. "Perché - ha sottolineato il Presidente Napolitano - è un fatto che ormai da settimane, da quando l'Italia e il suo debito pubblico sono stati investiti da una dura crisi di fiducia e da pesanti scosse e rischi sui mercati finanziari, siamo immersi in un angoscioso presente, nell'ansia del giorno dopo, in un'obbligata e concitata ricerca di risposte urgenti. A simili condizionamenti, e al dovere di decisioni immediate, non si può naturalmente sfuggire. Ma non troveremo vie d'uscita soddisfacenti e durevoli senza rivolgere la mente al passato e lo sguardo al futuro".
"Ma perché abbiamo insistito tanto sulle prove che l'Italia unita ha superato, sulla capacità che ha dimostrato di non perdersi, di non declinare?", si è chiesto il Presidente Napolitano. "Perché le sfide e le prove che abbiamo davanti sono più che mai ardue, profonde e di esito incerto. Questo ci dice la crisi che stiamo attraversando. Crisi mondiale, crisi europea, e dentro questo quadro l'Italia, con i suoi punti di forza e con le sue debolezze, con il suo carico di problemi antichi e recenti, di ordine istituzionale e politico, di ordine strutturale, sociale e civile".
Per il Presidente Napolitano, "dinanzi a fatti così inquietanti, dinanzi a crisi gravi, bisogna parlare - e voglio ripeterlo oggi qui, rivolgendomi ai giovani - il linguaggio della verità : perché esso 'non induce al pessimismo, ma sollecita a reagire con coraggio e lungimiranza'. Abbiamo, noi qui, in Italia, parlato in questi tre anni il linguaggio della verità ? Lo abbiamo fatto abbastanza, tutti noi che abbiamo responsabilità nelle istituzioni, nella società, nelle famiglie, nei rapporti con le giovani generazioni ? (...) Impegno che per il Capo dello Stato "non può venire o essere promosso solo dallo Stato, ma che sia espresso dalle persone, dalle comunità locali, dai corpi intermedi, secondo quella concezione e logica di sussidiarietà che ha fatto, di una straordinaria diffusione di attività imprenditoriali e sociali e di risposte ai bisogni comuni costruite dal basso, un motore decisivo per la ricostruzione e il cambiamento del nostro Paese".
"Qui in Italia va perciò valorizzato ogni sforzo di disgelo e di dialogo. Ma bisogna andare molto oltre, e rapidamente", ha concluso il Capo dello Stato. Che si è quindi rivolto alla platea: "Spetta anche a voi, giovani, operare, premere in questo senso: e predisporvi a fare la vostra parte impegnandovi nell'attività politica. C'è bisogno di nuove leve e di nuovi apporti. Non fatevi condizionare da quel che si è sedimentato in meno di due decenni: chiusure, arroccamenti, faziosità, obbiettivi di potere, e anche personalismi dilaganti in seno ad ogni parte. Portate nell'impegno politico le vostre motivazioni spirituali, morali, sociali, il vostro senso del bene comune, il vostro attaccamento ai principi e valori della Costituzione e alle istituzioni repubblicane: apritevi così all'incontro con interlocutori rappresentativi di altre, diverse radici culturali. Portate, nel tempo dell'incertezza, il vostro anelito di certezza".
Ho visto su RAI Movie, in una serata afosa di agosto, il film "Neverland - Un sogno per la vita".
Il film racconta la vita di James Matthew Barrie, scrittore dei primi del
900, e
delle vicende che lo portarono a concepire il suo capolavoro Peter Pan
che andò in scena per la prima volta al Teatro Duke of York di Londra
nel 1904.
Neverland - Un sogno per la vita è un film del 2004
diretto
da Marc Forster ed interpretato, tra gli altri, da Johnny
Depp, Kate Winslet e Dustin Hoffman. La pellicola è stata presentata
fuori
concorso alla 61ª
Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.
In una
recenzione al film trovo queste indicazioni:
Siete sognatori? Andate a vederlo.
Siete razionali e poco amanti delle
favole? Forse questo film non fa per
voi, sebbene volare ogni tanto sia un piacere per tutti.
Sono
sempre stato un razionale e quindi questo film, quando ero più giovane
forse non l'avrei visto, ora dopo il K, la mia componente sognatrice è
diventata importante e spero di vivere nell'isola che non c'è, qioè in
un paese migliore, quindi sono contento di averlo visto.
L'Isola che non c'è (in inglese Neverland)
è un luogo immaginario
in cui agisce il personaggio di Peter
Pan inventato da Barrie (1904). Solo i
bambini possono accedervi, grazie alla loro immaginazione, seguendo la
"seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino".
Il riferimento all'isola che non
c'è viene spesso utilizzato
metaforicamente per riferirsi a un'utopia o a
un ideale,
implicando che chi ne nega la realizzabilità manca di immaginazione, di
fiducia, di speranza, d'impegno e volontà.
Stiamo
attenti - dice il Capo dello Stato - dare fiducia non significa
alimentare
illusioni; non si da fiducia e non si suscitano le reazioni necessarie,
minimizzando o sdrammatizzando i nodi critici della realtà, ma
guardandovi in faccia con intelligenza e con coraggio. Il coraggio della
speranza, della volontà e dell'impegno. Dell'impegno operoso e
sapiente, fatto di spirito di sacrificio e di massimo slancio creativo e
innovativo"
Non poteva mancare in questo post la bella canzone "L'isola che non c'è" di Edoardo Bennato.
Canta Bennato che l'isola, ovvero un paese, senza ladri e gendarmi, senza odio e violenza, senza guerre è proprio l'isola e il paese che non c'è, proprio non c'è, è un'utopia.
Son d'accordo con voi
niente ladri e gendarmi
ma che razza di isola è?
Niente odio e violenza
né soldati né armi
forse è proprio l'isola
che non c'è.... che non c'è
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