sabato 3 agosto 2013

Un cancro...da rivedere



Riporto, dopo aver ricevuto il suo consenso, le 11 pagine di riflessioni sul cancro di Enzo, un attivo e simpatico partecipante al gruppo Facebook "VIVERE DOPO IL CANCRO ALLO STOMACO (SI PUO’!)". Ecco la presentazione dell'autore del file dal titolo: Un cancro …da rivedere.

Agli amici del gruppo, l'elaborato è un'analisi etico - sociale della patologia CANCRO attraverso un ventennio di storia, effettuata senza alcuna presunzione, da chi non si è limitato a subirne solo le sue conseguenze ma ne ha osservato anche i fenomeni evolutivi e talvolta involutivi che nel tempo si sono avuti, in relazione ai cambiamenti sociali e di pensiero, al pari dell'innovazione tecnologica che avanzava a grandi passi. Ciò è stato reso possibile da una compartecipazione personale in tutto quello che ha caratterizzato questo lungo periodo, fissando le immagini e collocandole in sequenza logica e rappresentativa di uno stato mentale e sociale che ha toccato vari punti del problema, senza tuttavia arrivare ad una risoluzione......definitiva.
Riporto alcune frasi copiate a pag. 10. Anch'io ho ragionato sullo staging e grading del cancer che ti appioppano all'inizio;  mutatis mutandis, mi riporta alla mente il numero tatuato sul braccio dai nazisti nei lager.
Se il CANCRO ci colpisce, l’uomo ci confonde, con tutta una serie di dati sconcertanti che ci marchiano a fuoco per tutto il resto della nostra vita, sono sigle identificative della gravità di un male che dovrebbe essere tenuto delimitato nel suo contenitore naturale non esaltato di livello in livello, di grado in grado, di stadio in stadio, T1-T2- T3-T4-MX-M1-N0-N3, ecc. ecc. ed altre ancora sulle nostre povere spalle martoriate.Ad ognuna di queste sigle o numeri corrisponde poi un’organizzazione medica, una cura, un processo, che inevitabilmente comporta azioni di carattere  speculativo e commerciale di diversa portata che a noi sfugge, dal piccolo rappresentante della casa farmaceutica al grande primario che pontifica nella struttura ospedaliera e poi incassa nel laboratorio privato. La lobby del CANCRO non è immune dalle altre, anzi rende come fatturato qualcosa come 15 miliardi di euro l’anno, allora se è così a che servirebbe dargli un nuovo senso medico ed etico?
Grazie Enzo!!

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