mercoledì 28 agosto 2013

Martin Luther King: I have a dream

Che cosa stai facendo per gli altri?
Trovo in un forum questa illuminante riflessione: Bisogna sempre proseguire il cammino della vita con speranza e coraggio. Si dice che la speranza è un sogno fatto ad occhi aperti, allora io mi definisco una sognatrice per questo motivo. Cerco sempre di trovare uno spiraglio di sole in un cielo cupo e nero, cerco coraggio nel saltare l'ostacolo...La vita è fatta di dolori e gioie, cose belle e brutte, purtroppo non possiamo fare niente se non appunto non smettere di sognare e sperare in un domani migliore dell'oggi. Sognare un mondo migliore, avere speranza nel futuro, saper accettare le sventure sono condizioni per avere una vita migliore e non cadere nel pessimismo cosmico. I sogni ci aiutano a  sperare, ci aprono le porte a tutto quello che desideriamo. I sogni ci aiutano a stare bene e sono l’espressione di quello che desideriamo e vogliamo essere. Infine i sogni sono il nutrimento dello spirito. Dopo questa premessa non posso non ricordare nei miei due blog e nel forum [Vivere dopo un cancro allo stomaco (si può!)] che oggi, 28 agosto 2013, ricorre il 50esimo anniversario del famoso discorso «I have a dream» (Ho un sogno),  che Martin Luther King tenne a conclusione di una marcia sui diritti civili a Washington il 28 agosto1963. Invito i docenti a rileggerlo agli studenti quando le scuole riapriranno e i dirigenti scolastici a inserirlo nei siti delle scuole. Martin Luther King era nato ad Atlanta nello stato della Georgia il 15 gennaio 1929, morì assassinato a Memphis il 4 aprile 1968. E' stato un pastore battista come il padre e il nonno, politico e attivista statunitense, leader dei diritti civili.

Il suo nome viene accostato per la sua attività di pacifista a quello di Gandhi, il leader indiano della non violenza, anche lui assassinato nel 1948, della cui vita King è stato un grande estimatore. Con la sua vita dedicata alla non violenza Gandhi ha ispirato movimenti di difesa dei diritti civili e personalità quali Martin Luther King, Nelson Mandela, e Aung San Suu Kyi.

Trovo in wikipedia questo sintetico ma preciso ritratto della sua opera e dei suoi ideali: Unanimemente riconosciuto apostolo instancabile della resistenza non violenta, eroe e paladino dei reietti e degli emarginati, "redentore dalla faccia nera", Martin Luther King si è sempre esposto in prima linea affinché fosse abbattuta nella realtà americana degli anni cinquanta e sessanta ogni sorta di pregiudizio etnico. Ha predicato l'ottimismo creativo dell'amore e della resistenza non violenta, come la più sicura alternativa sia alla rassegnazione passiva che alla reazione violenta preferita da altri gruppi di colore, come ad esempio, i seguaci di Malcolm X.
Per leggere e sentire un estratto del suo discorso, cliccare qui. Interessante e segno delle difficoltà che ebbe ed ha l'integrazione razziale negli USA è la storia dell'istituzione del  Martin Luther King day. Dopo quindici anni di discussioni parlamentari il Presidente Ronald Reagan firmò l'istituzione della festa nazionale che si celebra il terzo lunedì di gennaio, un giorno vicino cioè al 15 gennaio, giorno della sua nascita. Dobbiamo arrivare al 18 gennaio 1993 perchè il Martin Luther King Day venisse celebrato in tutti i cinquanta stati degli USA. Il 14 ottobre 1964 il Parlamento norvegese dichiarò Martin Luther King vincitore del Premio Nobel per la pace. Riporto questi due famosi passi del discorso: Io ho davanti a me un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho davanti a me un sogno, oggi! (…) E quando lasciamo risuonare la libertà, quando le permettiamo di risuonare da ogni villaggio e da ogni borgo, da ogni stato e da ogni città, acceleriamo anche quel giorno in cui tutti i figli di Dio, neri e bianchi, ebrei e gentili, cattolici e protestanti, sapranno unire le mani e cantare con le parole del vecchio spiritual: "Liberi finalmente, liberi finalmente; grazie Dio Onnipotente, siamo liberi finalmente". Egli volle che le parole finali del suo discorso "Free at last, free at last, thank God almighty I'm free at last", venissero incise nella lapide della sua tomba. Si possono accostare le parole di Martin Luther King "I have a dream" a quelle di Obama "Yes We Can" e di Steve Jobs rivolto ai giovani «Stay Hungry, Stay Foolish» (Siate affamati, siate folli)?

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