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Il suo nome viene accostato per la sua attività di
pacifista a quello di Gandhi, il leader indiano della non violenza, anche lui
assassinato nel 1948, della cui vita King è stato un grande estimatore. Con la sua vita dedicata alla non violenza Gandhi ha ispirato movimenti di difesa
dei diritti civili e personalità quali Martin Luther King, Nelson Mandela, e
Aung San Suu Kyi.
Trovo in wikipedia questo sintetico ma preciso ritratto della sua opera e dei suoi ideali: Unanimemente riconosciuto apostolo instancabile della resistenza non violenta, eroe e paladino dei reietti e degli emarginati, "redentore dalla faccia nera", Martin Luther King si è sempre esposto in prima linea affinché fosse abbattuta nella realtà americana degli anni cinquanta e sessanta ogni sorta di pregiudizio etnico. Ha predicato l'ottimismo creativo dell'amore e della resistenza non violenta, come la più sicura alternativa sia alla rassegnazione passiva che alla reazione violenta preferita da altri gruppi di colore, come ad esempio, i seguaci di Malcolm X.
Per leggere e sentire un estratto del suo discorso, cliccare qui. Interessante e segno delle difficoltà che ebbe ed ha l'integrazione razziale negli USA è la storia dell'istituzione del Martin Luther King day. Dopo quindici anni di discussioni parlamentari il Presidente Ronald Reagan firmò l'istituzione della festa nazionale che si celebra il terzo lunedì di gennaio, un giorno vicino cioè al 15 gennaio, giorno della sua nascita. Dobbiamo arrivare al 18 gennaio 1993 perchè il Martin Luther King Day venisse celebrato in tutti i cinquanta stati degli USA. Il 14 ottobre 1964 il Parlamento norvegese dichiarò Martin Luther King vincitore del Premio Nobel per la pace. Riporto questi due famosi passi del discorso: Io ho davanti a me un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho davanti a me un sogno, oggi! (…) E quando lasciamo risuonare la libertà, quando le permettiamo di risuonare da ogni villaggio e da ogni borgo, da ogni stato e da ogni città, acceleriamo anche quel giorno in cui tutti i figli di Dio, neri e bianchi, ebrei e gentili, cattolici e protestanti, sapranno unire le mani e cantare con le parole del vecchio spiritual: "Liberi finalmente, liberi finalmente; grazie Dio Onnipotente, siamo liberi finalmente". Egli volle che le parole finali del suo discorso "Free at last, free at last, thank God almighty I'm free at last", venissero incise nella lapide della sua tomba. Si possono accostare le parole di Martin Luther King "I have a dream" a quelle di Obama "Yes We Can" e di Steve Jobs rivolto ai giovani «Stay Hungry, Stay Foolish» (Siate affamati, siate folli)?
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