giovedì 21 giugno 2012

Laura Pentassuglia: Alleanza tra cardiologia e oncologia


Dal blog Salute di OGGI.it riporto il quesito di Anna M.M. e la risposta della ricercatrice Laura Pentassuglia sulla cardioncologia.
Scrive Anna M.M. il 23 ottobre 2010 all'esperta Laura Pentassuglia, ricercatrice in cardioncologia al Vanderbilt Medical Center di Nashville (Usa), ora nel 2012 al Departement Biomedizin, CardioBiology, Physiology Institutedell’università di Basilea.
Anna M.M. Facendo parte come volontaria di un’associazione che opera in ambito oncologico mi sono resa conto che una buona parte delle persone che hanno dovuto sottoporsi a Chemio si ritrovano con problemi cardiaci e spesso nessuno le aveva informate di questo effetto collaterale. Domanda… è una scoperta recente o è già da tempo che si conosce questo problema? In caso di seconda ipotesi non mi spiego perchè non viene data la corretta informazione al paziente oncologico che si deve sottoporre alla Chemio. In ogni caso grazie per quello che state facendo per noi.
Laura Pentassuglia risponde il 25.10.2010
La Doxorubicina è nota per indurre problemi cardiovascolari, anche se gli effetti a lungo termine (si parla di diversi anni dopo la fine della terapia) sono un fenomeno che si e’ iniziato ad osservare diversi anni dopo la sua introduzione per la cura dei tumori. I motivi sono due: in primo luogo e’ necessario seguire il paziente per oltre 10 anni dalla cura, quindi sono dati che arrivano “in ritardo” rispetto a quelli in fase di trattamento; in secondo luogo con il miglioramento delle terapie si hanno sempre più pazienti oncologici che sopravvivono e di conseguenza gli effetti a lungo termine diventano più evidenti. Per quanto riguarda le terapie di ultima generazione, tipo Herceptin, si sta iniziando solo di recente ad individuare eventuali difetti a livello cardiovascolare. Tuttavia le esperienze passate con questi agenti sono diventate un monito per gli oncologi a non sottovalutare tali problemi ed a collaborare durante e dopo la terapia con cardiologi, così da poter curare tempestivamente tali patologie.
Per leggere il post "L'alleanza tra cardiologia e oncologia" clicca sul titolo.
Riporto le conclusioni del Simposio:
Alla fine di questi due giorni si è concluso che:
  • E’ necessario seguire il paziente non solo durante la terapia ma anche negli anni successivi, assicurandosi che vengano fatto i dovuti esami oncologici e cardiologici;
  • La diagnosi di malattie cardiovascolari deve essere effettuata entro 6 mesi, prima che diventino irreversibili;
  • E’ necessario comprendere i meccanismi biologici alla base di queste disfunzioni non solo per poter trovare cure più efficaci ma anche per poter mettere a punto metodi per una diagnosi precoce.

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