mercoledì 3 luglio 2013

Vorrei "passed away" come Rita Levi Montalcini e Margherita Hack

L'amica Rosanna Bettella, segretaria provinciale del Sindacato Pensionati italiani (SPI), mi ha mandato il file di un'intervista che lei ha fatto a Margherita Hack, potete leggerlo cliccando qui. Ne ho approffitato per redigere un confronto con l'altra grande scienziata: Rita Levi Montalcini. Non voglio, però, occuparmi delle due scienziate per parlare delle loro importanti ricerche, spero già conosciute, ma tratterò dei loro ideali sociali, politici e religiosi. Più categoriche le idee dell'estroversa Hack, più pacate le riflessioni della riservata Levi Montalcini. Spero di non spaventarvi e di non annoiarvi con pensieri che spesso, a torto, rifiutiamo di considerare.
Ma tornando al titolo: quanti vorrebbero "passed away" come le due grandi scienziate? Molti! Ma per tanti sarà un pio desiderio!! Si può scegliere come e quando morire? Sì, se decidi per una morte assistita o per il suicidio, altrimenti sei nelle mani dei medici e della tua genetica. Non va ignorato o disprezzato chi ha una fede religiosa e pensa che la sua vita sia soprattutto nelle mani di Dio.
Quando più sei in buona salute e quanto più sei giovane raramente pensi alla morte, la rimuovi dai tuoi pensieri, vivi come se la morte fosse un problema degli altri e non tuo. Ma quando vieni colpito da un cancer o quando muore una persona cara, il pensiero del "sonno eterno" si insinua nella tua mente con più frequenza e insistenza. Ma per fortuna è anche un'occasione per riflettere sul senso del nascere, del vivere e del morire.
Ho 'invidiato' i decessi delle due grandi scienziate italiane sia per l'età e sia per le modalità, entrambe sono 'passed away' per problemi cardiaci e in poco tempo, come avevano sperato: Rita Levi Montalcini è morta il 30 dicembre 2012 a 103 anni e Margherita Hack il 29 giugno 2013, a 91 anni. Ad entrambe è stato intolato un asteroide: l'asteroide 9722 Levi-Montalcini, scoperto nel 1981 e  l’asteroide 8558 Hack.

Rita Levi Montalcini si è spenta serenamente la mattina del 30 dicembre 2012 nella sua abitazione romana di viale di Villa Massimo, nei pressi di Villa Torlonia. Il 31 dicembre è stata allestita la camera ardente presso il Senato e il giorno seguente la salma è stata trasferita a Torino, accolta da una breve cerimonia privata con rito ebraico. Il 2 gennaio 2013 si sono svolti i funerali in forma pubblica. Dopo la cremazione le sue ceneri sono state sepolte nella tomba di famiglia nel campo israelitico del Cimitero monumentale di Torino. Rita Levi-Montalcini è stata una neurologa e senatrice italiana a vita, Premio Nobel per la medicina nel 1986 assieme al suo studente biochimico Stanley Cohen per le ricerche sul Nerve Growth Factor (NGF) e sul suo meccanismo d'azione.
Per comprendere il pensiero filosofico e religioso della Montalcini vi invito a leggere l'articolo di Barbara Palombelli pubblicato sul Corriere della sera il 27 novembre 2006, dal titolo: Rita Levi Montalcini: «Io, agnostica difendo la vita e i principi morali»
Sopratitolo: Il premio Nobel, 97 anni: la conoscenza è per definizione un bene, ma gli scienziati non detengono il monopolio della saggezza
Sottotitolo: L’ educazione laica avuta dai genitori e la religione della scienza 
Ecco alcuni virgolettati dell'articolo:
Il suo credo «Nella prima infanzia, l' educazione assolutamente laica, impartita dai miei genitori a me e ai miei fratelli è stata motivo di imbarazzo, quando dovevamo confrontarci con coetanei e amici che facevano sfoggio della loro religione e chiedevano conto della nostra. Ripensandoci oggi, quel tipo di educazione ha avuto e ha tuttora il grande merito di rendere gli individui responsabili dei propri comportamenti in forza di principi etici e non allo scopo di ottenere un compenso o sfuggire ad una punizione in una ipotetica vita ultraterrena. Personalmente, pur dichiarandomi laica o meglio agnostica e libera pensatrice, mi ritengo tuttavia profondamente "credente", se per religione si intende credere nel bene e nel comportamento etico: non perseguendo questi principi, la vita non merita di essere vissuta»
Cita Einstein «Il fattore più importante dell' esistenza umana, diceva Einstein, è la creazione di un fine. E' necessario un grande sforzo interiore, da parte delle comunità di persone libere, per liberarsi dell' eredità di istinti antisociali e distruttivi. L' uso delle capacità intellettuali, basate su principi morali, dà contenuto e significato alla vita»
Sul creazionismo «La conoscenza è per definizione un bene - forse il bene primario dell' uomo - perché senza di essa non possono esistere le altre libertà fondamentali alle quali ci si appella di continuo. Gli scienziati non detengono il monopolio della saggezza. La soluzione dei problemi che affliggono l' intero genere umano, fino a porne in pericolo la sopravvivenza, spetta in pari misura a filosofi, uomini di religione, educatori e appartenenti ad altre discipline. La recente rinascita del movimento creazionista, basata sulla concezione del "disegno intelligente", nega la validità delle selezione darwiniana. Una negazione, questa, derivante dall' ignoranza delle rigorose prove dei nuovi apporti della genetica. Le ipotesi espresse da esperti genetisti trovano consenso nei risultati delle ricerche eseguite con le tecnologie avanzate oggi a disposizione dell' uomo. Il programma genetico nell' uomo non gode di un potere assoluto, ma è soggetto a modifiche di natura epigenetica» 
Sull'eutanasia «Nessuno ha il diritto di sopprimere la vita, l' eutanasia potrebbe essere concessa, sempre e soltanto nella fase terminale di malattie che provocano gravi sofferenze, in seguito a processi degenerativi o neoplastici senza speranza di guarigione. Sono favorevole all' eutanasia soltanto per la propria persona attraverso un testamento "biologico" stilato, a norma di legge, in pieno possesso delle proprie facoltà mentali, nel quale si dichiari che qualora non si fosse più in grado di possedere le facoltà di intendere e di volere, una commissione di medici esperti può porre fine alle gravi sofferenze o ad una vita priva di capacità cognitive».

L’astrofisica Margherita Hack è morta alle 4,30 del 29 giugno 2013 all’ospedale  Cattinara, a Trieste, dove era ricoverata da una settimana per problemi cardiaci. Aveva compiuto 91 anni il 12 giugno scorso. Al suo capezzale c’erano il marito, Aldo De Rosa, con il quale era sposata da 70 anni, Tatiana, che la assisteva da tempo, la giornalista Marinella Chirico, sua amica personale, e il responsabile del polo cardiologico, Gianfranco Sinagra. Astrofisica di fama mondiale, atea, vegetariana da sempre, divulgatrice, dichiaratamente di sinistra, sostenitrice da sempre dei diritti civili e di aperture in tema di bioetica. Il marito Aldo De Rosa, l'altra metà della mela, complementare in tutto, lei atea lui cattolico, lei una scienziata lui un letterato ("un'enciclopedia vivente che consulto in continuazione"), lei del tipo aggressivo e lui pacioso, "imprevedibile, timido, sognatore, come un extraterrestre, il mio opposto". Senza figli, donna impegnata socialmente, era anche una appassionata animalista: aveva otto gatti e un cane. Il suo ricovero era stato tenuto segreto per sua volontà, così come ha lasciato indicazioni di essere sepolta nel cimitero di Trieste senza alcuna funzione né rito, ma con una cerimonia esclusivamente privata. Le persone che gli sono state vicine fino alla fine hanno riferito che per rispettare le sue volontà non saranno resi noti né giorno né orario della sepoltura.

Entrambe non hanno voluto figli  (Rita Levi non si era mai sposata), forse per amore della scienza. Trovo opinioni molto forti della Hack in un'intervista che ha fatto alla giornalista Laura Laurenzi di Repubblica nel 2006 dal titolo: La famosa astrofisica non parla di pulsar e quasar. Racconta emozioni e sentimenti, la lunga storia d'amore col marito, la passione per lo sport. Ne riporto alcune, che si possono condividere o no, ma che è giusto conoscere.
Niente figli, per amore della scienza, preferiva i gatti! "Mai, mai. Noi i figlioli non si volevano. C'è chi è portato e chi non è portato: io non sono portata. Da ragazza poi mi dava molta noia tutta quella propaganda di Mussolini secondo cui le donne dovevano fare figlioli per forza, e anche tanti. Oggi c'è molta retorica attorno alla maternità. Io preferisco i gatti".  
L'idea che esiste un Dio mi sembra talmente assurda! "L'idea che esista Dio mi sembra talmente assurda! Non c'è né Dio, né l'aldilà, né l'anima. Quello che noi chiamiamo anima è il nostro cervello. Non credo nella vita dopo la morte e tanto meno credo a un paradiso in versione condominiale, dove rincontrare parenti, amici, nemici, conoscenti. Non mi soddisfa. Certo, può essere consolatorio: un po' come credere alla Befana...". Ma professarsi così strenuamente atea non è, alla fine, una forma di fede anche quella? "Dice? La verità è che non me n'è mai fregato nulla della religione, a esser sincera".  
Riflessione sulla malattia e la morte. Né della religione né della morte: "Non me ne preoccupo minimamente. Io la penso come Epicuro. Quando c'è la morte non ci sono io, e quando ci sono io non c'è la morte. Della malattia sì, ho paura: ho paura di soffrire, di non essere più autonoma, per questo sono così favorevole all'eutanasia. La vita e la morte appartengono all'uomo e non a Dio. Uno Stato laico e non teocratico deve riconoscere il diritto all'eutanasia come all'aborto, ai pacs, al divorzio, alla ricerca sulle cellule staminali embrionali".

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