martedì 21 agosto 2012

Dimmi che farmaco vuoi: di marca, generico, equivalente o biosimilare?

Dimmi che farmaco vuoi: di marca o brand, generico o equivalente e biosimilare?
Trovo sul sito dell'Altalex.com il testo coordinato del Decreto Legge 6 luglio 2012, n. 95, recante Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini, convertito, con modifiche nella Legge 7 agosto 2012, n. 135. Il provvedimento è il cosiddetto Spending review bis che segue il primo provvedimento sulla revisione della spesa pubblica, il Decreto Legge 7 maggio 2012, n. 52 (convertito con modifiche dalla Legge di conversione 6 luglio 2012, n. 94).
Leggi anche la nota di approfondimento con tutti i tagli previsti.
Per capire quello che scrivo sarebbe buona cosa leggere, dal sito dell'AIFA, quanto è scritto sull'ABC del farmaco (clicca qui), e sui biosimilari il Concept Paper, sempre dal sito dell'AIFA (clicca qui).
Ma torniamo alla nostra questione e leggiamo il comma 11bis dell'art. 15 che recita:  Il medico che curi un paziente, per la prima volta, per una patologia cronica, ovvero per un nuovo episodio di patologia non cronica, per il cui trattamento sono disponibili più medicinali equivalenti, è tenuto ad indicare nella ricetta del Servizio sanitario nazionale la sola denominazione del principio attivo contenuto nel farmaco. Il medico ha facolta' di indicare altresi' la denominazione di uno specifico medicinale a base dello stesso principio attivo; tale indicazione è vincolante per il farmacista ove in essa sia inserita, corredata obbligatoriamente di una sintetica motivazione, la clausola di non sostituibilita' di cui all'articolo 11, comma 12, del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27. Il farmacista comunque si attiene a quanto previsto dal menzionato articolo 11, comma 12.
Un amico mi racconta la seguente storia a proposito dell'entrata in vigore dell'art. 11bis.
Sono stato dal MMG, acronimo che significa Medico di Medicina Generale (un tempo lo chiamavamo medico di famiglia), per farmi ordinare le solite medicine per l'ipertensione. Ho l'esenzione A31 per patologia. Scopro, da un cartello appeso al muro, che dal primo settembre ha ridotto l'orario di apertura dell'ambulatorio, da 17,5 ore a 15 ore settimanali. Tutto come da contratto, mi dice. Precedentemente ha eliminato anche la segretaria che prendeva gli appuntamenti e la richiesta di impegnative per i farmaci. Con riferimento ai MMG e ai PLS (Pediatri di libera scelta) trovo nel sito dell'ULSS 17 una bella iniziativa da copiare da parte delle altre ULSS: Orari, indirizzi e numeri di telefono degli ambulatori ed associazioni dei medici:
Medici di Medicina Generale file unico in ordine alfabetico (agg. 20 agosto 2012)
Continua il suo racconto l'amico: Mentre il MMG stampa la ricetta, anzi due perchè su ognuna ci possono stare solo tre confezioni, mi chiede come stò. Benissimo, le rispondo, si fa per dire.
Brontola perchè è appena entrato in vigore la legge di “revisione della spesa” (spending review),  entrata in vigore il giorno 15 agosto, ossia il giorno di ferragosto. In entrambi questi giorni gli ambulatori erano chiusi, bisognava rivolgersi alla guardia medica, ora si chiama Servizio di continuità assistenziale. 
Vediamo se ho capito, non sono un farmacista, i mutamenti in ambito medico e farmaceutico della cosiddetta “Spending Review”, legge voluta e attuata dal governo Monti (leggi ricetta in alto). 
«1) Il medico è obbligato a prescrivere il farmaco equivalente indicandone sulla ricetta il nome chimico ma solo per le nuove terapie. Esempio: al  sig. Giovanni, visitato il giorno 16 agosto viene diagnosticata l’ipertensione; il medico decide di prescrivere un farmaco ( Triatec 10 mg );  scriverà sulla ricetta rossa SSN,  il nome chimico del principio attivo: Ramipril mg 10; in farmacia il cliente/ paziente riceverà il farmaco equivalente al minor costo.
2) Terapie già in atto, nulla cambia. Il sig Giovanni è in cura da 6 mesi per l’ipertensione con Triatec 10 mg,  il medico continua a prescrivere Triatec 10 mg. In farmacia il cliente viene avvertito che esiste anche l’equivalente per il quale non è dovuta alcuna quota di compartecipazione alla spesa e, a questo punto,  lo stesso cliente può scegliere il farmaco di marca, per il quale paga la differenza, o l’equivalente dove non paga nulla. Questo sarebbe stato il caso del mio amico, ma il MMG ha scritto, come si vede dalla ricetta il principio attivo Ramipril e non il nome commerciale Triatec. Da notare che ha indicato le ditte dei farmaci equivalenti: M.G. per il Caverdilolo e RAT. per il Ramipril.
3) Nuova terapia:  sceglie il medico. Il medico decide in ogni caso, anche per nuova terapia,  di prescrivere un farmaco di marca. Esempio: Triatec 10 mg, sulla ricetta prescriverà sempre il nome chimico Ramipril mg 10 seguito dal nome commerciale Triatec 10 mg e dalla clausola  non sostituibile”, giustificando brevemente la scelta (ad esempio: possibile intolleranza ad eccipiente diverso). In questo caso il cliente in farmacia riceverà il farmaco di marca senza avere la possibilità di scegliere l’equivalente.
4) Decide il paziente /cliente. Il medico prescrive per una bronchite, nuova patologia, un antibiotico iniettabile il ceftriaxone 1 g, il paziente in farmacia chiede se esiste il farmaco di marca, in questo caso il Rocefin da 1 g, e sceglie di utilizzare quest’ultimo perché lo ha già usato o per altro motivo, il farmacista consegnerà il farmaco di  marca facendo pagare al cliente la differenza».
Dopo questa spiegazione che ho trovato in rete, autore un farmacista, e che ho in parte adattata alla ricetta dell'amico, egli si è recato in farmacia scoprendo che non erano ancora in grado di fornirgli tutti i chiarimenti che chiedeva. Anzi discutevano tra di loro se potevano dargli i farmaci di marca che stava prendendo, chi diceva di sì e chi di no. Alla fine la titolare, dopo aver telefonato all'Associazione gli ha consegnato quello che chiedeva, i farmaci di marca, facendogli pagare in totale 6,64 €. La farmacista si è giustificata per la confusione, dicendo che era il primo giorno di apertura dopo le ferie e che non aveva ancora letto la normativa.

Per chi desidera approfondire, legga l'articolo di Mario Pappagallo sul Corriere della Sera, che riporto sotto, con utili link che rimandano al sito dell'AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco.
Dopo l'obbligo dell'indicazione del principio attivo sulle ricette mediche
Dall'Agenzia del farmaco tutte le informazioni sugli «equivalenti»
Sul sito le liste di trasparenza dei medicinali generici, una sezione «domande & risposte» e un documento sui biosimilari
MILANO - Nella home page del sito istituzionale di Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, un banner permanente è dedicato agli aggiornamenti delle liste di trasparenza dei medicinali equivalenti. Lo rende noto la stessa Aifa in una nota nella quale sottolinea come l’agenzia, da sempre promotrice di iniziative tese a sensibilizzare la popolazione generale e gli operatori sanitari sul ruolo prezioso rivestito dai farmaci equivalenti, abbia «inteso riaffermare la stessa efficacia e sicurezza tra i farmaci equivalenti e i cosiddetti farmaci di marca (o griffati)». Il comunicato Aifa è una replica anche all’intervento di Federconsumatori che, plaudendo all’obbligo per i medici di prescrivere solo principi attivi (cioè le sostanze base dei medicinali che hanno effetto terapeutico), ha sollecitato l’Aifa a intervenire «su questa problematica con una tempestiva campagna informativa che spieghi ai cittadini che questi farmaci hanno effettivamente le stesse proprietà terapeutiche dei griffati anche per contrastare chi, per interesse, si batte contro gli equivalenti con una vera e propria campagna di disinformazione, mirata a mantenere intatti vantaggi corporativi».
RISPARMIO - Per fortuna di tutti non si usa più il termine “generico” che già di per sé innescava dubbi sull’efficacia del prodotto non di marca. Senza considerare il prezzo più basso che nella testa degli italiani si collega automaticamente a un prodotto di qualità inferiore. In realtà così non è. E non si capisce perché se funzionano in Paesi come la Gran Bretagna, la Germania, gli Stati Uniti, sugli italiani non dovrebbero avere la stessa efficacia degli equivalenti “firmati”. Gli equivalenti – ha comunicato ancora l'Aifa - contribuiscono al mantenimento della sostenibilità del sistema consentendo, da un lato, al Servizio sanitario nazionale di liberare risorse indispensabili per garantire una sempre maggiore disponibilità di farmaci innovativi, dall'altro, al cittadino di risparmiare di propria tasca all’atto dell’acquisto dei medicinali. In quanto alla promozione, l’Aifa nelle scorse settimane ha pubblicato sul proprio sito istituzionale, in «Primo Piano», un documento dedicato ai medicinali equivalenti che riflette la posizione dell'agenzia sull'argomento e spiega alla popolazione generale, con termini chiari e comprensibili, i vantaggi derivanti per tutti da un maggior impiego di questi medicinali.
BIOSIMILARI - L’approfondimento dell’Aifa comprende anche una sezione con «domande e risposte» disponibile non solo sulla home page del portale istituzionale ma anche sul canale tematico dedicato al cittadino. Inoltre, dal 1° agosto è in rete un concept paper sui farmaci biosimilari (stesso discorso degli equivalenti, ma per una tipologia di medicinali più specifica e più complessa nella produzione perché biotech) per promuoverne l’utilizzo fornendo, agli operatori sanitari e ai cittadini, informazioni autorevoli, chiare, trasparenti, convalidate e obiettive anche su questo argomento. I medicinali biologici e i biosimilari rivestono infatti un ruolo essenziale per il trattamento di numerose patologie, per tale ragione l’Aifa ha ritenuto indispensabile fornire un documento il cui obiettivo è quello di definire le condizioni necessarie in ambito farmaceutico per assicurare un adeguato utilizzo e accesso anche ai prodotti biosimilari. Ed evitare, negli scenari futuri, che accada quanto già accaduto per i generici o equivalenti. E in corso, infine, l’aggiornamento degli elenchi dei farmaci per principio attivo. Riconoscendo il ruolo fondamentale dei social network, la diffusione dei contenuti informativi sta avvenendo anche su Facebook e Twitter.

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