venerdì 3 agosto 2012

COME IDENTIFICARE I TUMORI PRIMA CHE SI SVILUPPINO

Trovo nel sito dello IOV tre importanti news. La 1a e la 3a le ho ricordate in precedenti post, la 2a la riporto integralmente. Per una maggiore comprensione dei termini usati, chiaramente per i non addetti ai lavori, evidenzio dei link con Wikipedia e traduco i termini inglesi.

1. TRATTAMENTO "PERSONALIZZATO" PER TUTTI I MALATI DI CANCRO - SEI MILIONI DI EURO PER LA NUOVA TECNICA “CTCtrap”  (vedi post)

2. COME IDENTIFICARE I TUMORI PRIMA CHE SI SVILUPPINO
I risultati del bando di ricerca del consorzio EuroNanoMed per finanziamenti nel campo della nanomedicina (European Innovative Research & Technological Development Transnational Projects in Nanomedicine) confermano il ruolo di primo piano dell'Istituto Oncologico Veneto - IOV nel panorama europeo della ricerca sul cancro.
Il progetto denominato FONDiag (Fluorescent Organic Nanocrystals for early Diagnosis of Esophageal and Colon Cancer - In italiano=Nanocristalli organici fluorescenti  per la diagnosi precoce del cancro dell'esofago e del colon), è risultato uno degli 8 progetti finanziati dalla comunità europea all’interno del 7th frame work programme e in assoluto quello che ha ottenuto il migliore punteggio finale dopo attenta valutazione da parte di un panel di esperti.
Alla ricerca, che ha ottenuto un budget complessivo di oltre 1,6 milioni di Euro ed è cofinanziato dalla Regione Veneto (Regione del Veneto – Economic Development, research and Innovation Department (VED), Veneto Nanotech s.c.p.a. (veneto Agency)), collaborano Laboratori di Francia e Polonia e del CRIBI, Centro di Biotecnologie dell’Università di Padova.
Con questo lavoro ci si propone la “costruzione” di nanoparticelle fluorescenti in grado di identificare e marcare le lesioni intestinali preneoplastiche.
"La caratteristica di queste nanoparticelle fluorescenti - spiega il prof. Giorgio Battaglia, Direttore dell’Endoscopia ad alta tecnologia dello IOV e coordinatore insieme al suo collaboratore dott. Stefano Realdon della ricerca - è quella di identificare le lesioni precancerose dell’intestino, quelle lesioni cioè che non sono ancora tumore, ma lo stanno per diventare. Una volta identificate tali lesioni, queste particelle si “attaccano” alle cellule alterate rendendole facilmente identificabili ad un semplice esame endoscopico perché appaiono come dei punti luminosi in un campo scuro. Ma se l’esame per il paziente è semplice e poco fastidioso, per evidenziarle servono endoscopi particolarmente sofisticati che attualmente in Italia sono disponibili solo allo IOV, come l’endoscopio a fluorescenza e l’endoscopia a laser confocale che permette l’ingrandimento della visione endoscopica fino a poter individuare le singole cellule".
Il progetto è molto complesso perché si articola in diversi step: nei laboratori di Tolosa viene prodotta la sostanza fluorescente che viene inglobata in una nanoparticella a Varsavia per essere poi "attaccata" ad un peptide, il vero responsabile dell’identificazione delle cellule alterate, costruito presso i laboratori del CRIBI a Padova diretti dal prof. Oriano Marin.
L’ultimo passo spetta ai ricercatori dello IOV che dovranno testare le nanoparticelle inizialmente in un modello sperimentale messo a punto presso i propri laboratori e poi nell’uomo.
Questa ricerca è molto importante perché, confermati i dati teorici, in un futuro molto vicino, saremo in grado di identificare le lesioni del tratto gastrointestinale allo stadio preneoplastico in modo semplice, poco costoso, non invasivo per il paziente.
E diagnosticare le lesioni a questo stadio vuol dire poterle curare solamente per via endoscopica, senza intervento chirurgico o pesanti cure oncologiche o radioterapiche, assicurando però al paziente una guarigione nel 100% dei casi.
Infine, grazie alla collaborazione della Dr.ssa Franca De Lazzari, responsabile dello Screening del Cancro del Colon dell’ULSS 16, pure coinvolta nel progetto, verrà assicurata dovrebbe l'immediata trasferibilità dei risultati della ricerca nella popolazione della provincia di Padova.
Il prof. Pier Carlo Muzzio, Direttore Generale dello IOV, unitamente alla Direzione Scientifica e Sanitaria, hanno espresso al proprio gruppo di ricerca viva soddisfazione per l'acquisizione del rilevante finanziamento che consentirà il raggiungimento di un importante, nuovo risultato nella lotta contro il cancro.

3. RETE ONCOLOGICA DEL VENETO - R.O.V. (Allo IOV una sola cartella clinica informatizzata per il percorso del paziente) (vedi post)
Il gruppo di lavoro multidisciplinare dello IOV ha concluso le varie attività finalizzate alla progettazione di una cartella oncologica informatizzata in grado di immagazzinare progressivamente e in maniera organizzata tutta la documentazione clinica relativa a ogni singolo paziente.
Le varie procedure, esaminate dal gruppo sin dal dicembre 2009 partendo da uno strumento base già validato, l'Oncosys-Noemalife, confluiscono ora in una "piattaforma informatica", comprensiva degli steps intermedi, consentendo ai vari specialisti l'integrale consultazione, in modo rapido e interattivo, di esami e trattamenti effettuati nelle diverse aree di intervento quali oncologia, radioterapia, chirurgia, radiodiagnostica e interventistica, cure palliative, psicologia e altri servizi.
Ciò permetterà ai vari specialisti la rapida individuazione della più adeguata tempistica e sequenza dei complessi trattamenti chirurgici, chemioterapici e radioterapici, garantendo contestualmente le procedure di verifica dell'appropriatezza prescrittiva delle terapie e l'efficacia dell'approccio terapeutico individuato.
“La nuova cartella clinica - spiega la Dott.a Vittorina Zagonel, Direttore U.O.C. Oncologia Medica 1^ dello I.O.V. - seguirà tutto il percorso del malato oncologico e sarà riepilogativa di tutti i trattamenti prescritti, consentendo la tracciabilità di ogni singola prestazione effettuata. In tal senso è risultato fondamentale l'adeguamento delle procedure in atto presso il Servizio di Farmacia, soprattutto in tema di prescrizione dei farmaci antitumorali, ora identificati in oltre 150 schemi di chemioterapia, suddivisi per patologia e codificati in modo univoco. Ciò consentirà la periodica elaborazione di report aggregati circa la prevalenza dei casi di tumore, l'efficacia dei trattamenti e gli effetti dei farmaci, ma soprattutto la conduzione di studi clinici con nuovi farmaci e quindi procedure terapeutiche innovative".
"La cartella clinica informatizzata - sottolinea il prof. Pier Carlo Muzzio, Direttore Generale dello I.O.V. - assicurerà a tutti i pazienti i migliori standard di cura, eliminando disomogeneità e criticità prescrittive grazie al quotidiano monitoraggio delle fasi di prescrizione, preparazione e somministrazione del farmaco, ora tracciate anche per quanto concerne gli operatori e i tempi per ogni passaggio. E' il presupposto essenziale per poter realizzare la Rete Oncologica Veneta - R.O.V. con positive ricadute anche per quanto concerne l'abbattimento del rischio clinico e il contestuale raggiungimento di costi standard".

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