mercoledì 8 maggio 2013

Maledetto cancro: Arrivederci Agnese Borsellino



Agnese e Paolo
Tra i vari articoli che parlano della morte di Agnese Piraino Leto, moglie di Paolo Borsellino, mi è piaciuto quello di Roberto Puglisi su livesicilia.it, che riporto. Aveva la mia età Agnese, 71 anni!! Nessuno ha avuto il coraggio di dire che è morta di cancro (preferisco"passed" away, espressione usata dagli statunitensi per dire che uno è morto), si usano frasi come: dopo lunga malattia, per malattia incurabile, inguaribile. Si usa il lemma cancro quando si parla di mafia, di corruzione. Ecco cosa trovo sul giornale "La Stampa": Non smise mai di cercare la verità sull’assassinio di suo marito, Paolo Borsellino. Riservata e lontana dai riflettori pubblici, Agnese Piraino Leto, preferiva parlare ai giovani dando messaggi di speranza e di riscatto da quel cancro della mafia che le tolse il marito, l’amico, il padre dei suoi tre figli: Lucia, Manfredi e Fiammetta.
Quindi l'appello di Umberto Veronesi di non usare cancro in senso traslato, non è stato ascoltato. Aveva scritto un post nel suo blog dal titolo: Cari giornalisti, le parole non sono neutrali.. Aveva detto tra l'altro: (…) in nome dei malati, faccio un appello perché responsabilmente si smetta di usare la parola cancro in senso traslato, evitando d’impiegarla in espressioni ad effetto come «il cancro della mafia» o «il cancro della corruzione», che naturalmente sottintendono la capacità metastatica e la natura aggressiva del male.
È morta Agnese Borsellino (Domenica 05 Maggio 2013 di Roberto Puglisi)
Si è spenta Agnese Piraino Leto, moglie di Paolo Borsellino, assassinato dalla mafia il 19 luglio del 1992. A darne notizia il fratello del magistrato, Salvatore, con un post su Facebook: "E' morta Agnese. E' andata a raggiungere Paolo. Adesso saprà la verità sulla sua morte".  I funerali sono previsti per domattina alle 9.30 nella chiesa di S. Luisa di Marillac, la stessa dove si svolsero le esequie del magistrato ucciso nella strage di via D'Amelio. Il nostro ricordo e la storia d'amore con Paolo.
PALERMO - Si è spenta Agnese Piraino Leto, moglie del magistrato Paolo Borsellino, assassinato dalla mafia il 19 luglio del 1992. A darne notizia il fratello del magistrato, Salvatore, con un post su Facebook: "E' morta Agnese. E' andata a raggiungere Paolo. Adesso saprà la verità sulla sua morte". Addio, Agnese
La penultima notizia di Agnese Borsellino è un sorriso sbocciato su un letto di troppo dolore. L'avevamo appresa qualche giorno fa. Agnese era in preda a spasmi lancinanti, provocati dalla sua malattia, tanto che aveva cominciato la morfina. Non avrebbe voluto. Il suo desiderio era la lucidità fino all'ultimo. A una donna capace di sopportare sulla sua carne la strage di via D'Amelio cosa può fare di peggio la morte?
Abbiamo saputo che Agnese Borsellino non c'è più alle undici di questa domenica di maggio, con un sms di Luigi Furitano, anima del gruppo nato a suo sostegno. Un messaggio intenso e secco: "Agnese ci ha lasciati". Subito dopo ho chiamato Manfredi, che onora chiunque accetti come amico. E lui mi perdonerà se riferisco qualche brandello di una conversazione privata. E' necessario per testimoniare ancora una volta la semplice grandezza dei figli e della moglie di Paolo. "Sono a Bologna per un intervento urgente alla spalla. Mai sarei andato via da Palermo. E' stata mamma a convincermi. Ha detto che avrebbe aspettato il mio ritorno. Ci siamo detti tutto. Ci siamo detti quanto ci vogliamo bene. Siamo sereni".
La serenità è un patrimonio conquistato a fatica, col sudore e col sangue, da una grande famiglia perbene. Quando un Borsellino muore, nel suo letto o su una strada fino a quel momento nota solo agli esperti di toponomastica, ci sono uomini dal cuore umile e pulito che piangono sinceramente, perché avvertono la portata di uno smarrimento immenso. Ci sono altri che non cessano la persecuzione. Quanti sassi in faccia ha dovuto e deve sopportare Lucia, sorella di Manfredi. Ha costruito presente e futuro, nonostante via D'Amelio. Si è fatta avanti con forza. Eppure le fanno pesare il cognome. La insultano alla stregua di una privilegiata, di una che ha avuto la rara fortuna di ricomporre il corpo in brandelli di suo padre.
Nemmeno Agnese, nonostante un cammino appartato, è stata del tutto risparmiata dalla superficialità e dalla meschinità. Uno striscione dedicato a lei non ha passato, di recente, il controllo della polizia a San Pietro. La Signora lo aveva chiesto come grazia residuale. Le sarebbe piaciuto, a congedo vicino, leggere il suo nome su un pezzo di stoffa, nella piazza festante e raccolta per ascoltare le parole di un grande Papa. Non le è stato concesso. E qualcuno ha commentato: "Giusto, non si fanno disparità per il cognome". Ora gli autori di tali commenti sanno che ad Agnese morente è stato negato qualcosa, una volta di più.
Agnese Borsellino è stata messa davanti allo scenario di un indimenticabile diciannove luglio. Da allora, ha testimoniato amore, ha cresciuto i suoi figli e si vede che sono figli di Paolo e di Agnese. Ha coltivato il suo silenzio con dolcezza, senza rancore, senza odio, abbracciando il dolore. Ha saputo sorridere dal suo letto di spasmi e morfina. E adesso sorridiamo anche noi, nel suo ricordo.
La nota diffusa dai figli
"Stamattina se n'é andata la signora Agnese Borsellino. I figli desiderano che oggi sia un momento di preghiera strettamente privato nel rispetto di una perdita che ha una dimensione prima di tutto familiare". E' quanto si legge in una nota diffusa dai figli della vedova di Paolo Borsellino - Lucia, Manfredi e Fiammetta - che invitano al rispetto del loro dolore chiedendo di considerare questo come un momento strettamente privato. I funerali sono previsti per domattina alle 9.30 nella chiesa di S. Luisa di Marillac, la stessa dove si svolsero le esequie del magistrato ucciso nella strage di via D'Amelio. "La Fondazione intitolata a Paolo Borsellino e a tutte le vittime della mafia - conclude la nota - ha messo a disposizione la mail info@progettolegalita.it per raccogliere eventuali messaggi di testimonianza di affetto e considerazione per la Signora Agnese che non ha mai smesso di chiedere, insieme ai figli, che sia fatta verità e giustizia".

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