Il Lama Zopa Rinpoche |
Si può guarire il cancro con la chirurgia, la chemio e la radioterapia? Sicuramente sì, ma non sempre purtroppo! Se aggiungiamo, e ripeto aggiuntiamo, anche la meditazione, la probabilità di guarigione aumenta? E' la domanda che si è posto il dott. Gioacchino Pagliaro e la sua equipe che da vent'anni si occupa di meditazione.
Trovo
sul Corriere di Bologna.it del 5 gennaio 2013 un articolo della redazione
online dal titolo:
Sottotitolo:
Il primo caso in Italia. La pratica
meditativa Tong Len sarà testata su un gruppo di 80 pazienti del reparto di
oncologia
BOLOGNA
- L'Ausl di Bologna ha deciso di consentire, prima azienda sanitaria a livello
internazionale, la sperimentazione di una terapia tibetana ai suoi pazienti
oncologici. Si chiama «Pratica meditativa Tong Len», partirà a febbraio e sarà
condotta dall'equipe di Gioacchino Pagliaro, 58 anni, direttore del reparto di
Psicologia clinica dell'ospedale Bellaria, che si occupa di meditazione da
oltre vent'anni.
LA
SELEZIONE - Nei prossimi giorni saranno scelti 80 pazienti, che continueranno nel frattempo il normale processo di
cure: 40 saranno sottoposti alla terapia, l'altra metà no, in modo da
valutare le differenze. Pagliaro e i 15 professori sanitari - spiega l'edizione bolognese di Repubblica - non conosceranno i nomi di chi farà il test: avranno
solo una scheda con le iniziali del paziente, il tipo di patologia e
determinati valori del sangue.
LO
STUDIO - Lo studio, a costo zero, durerà diversi mesi e, a distanza di tre e
cinque anni, lo staff di medici analizzerà i pazienti per capire se ci sono
stati cambiamenti, se sono variati alcuni valori del sangue come il livello dei
globuli bianchi oppure se ci sono miglioramenti negli stati d'ansia e di
tensione. Una misurazione, questa, che avverrà prima, dopo e durante il test.
Il «Tong Len» («Prendere e dare») è un'antica pratica buddista che prevede,
come attività centrale, la meditazione. Il comitato etico dell'Ausl ha
approvato la sperimentazione e il direttore sanitario Massimo Annichiarico ha
firmato la delibera che autorizza il progetto. Ad oggi non c'è letteratura
scientifica che possa dimostrare il reale beneficio della terapia.
L'articolo
viene commentato solo da due lettori, uno chiede: Perché non introducono la dieta crudista fruttariana ed il metodo
Gerson?
Un'ulteriore spiegazione del progetto la si trova qui.
Il parere del prof. Veronesi
La notizia non sfugge al prof. Umberto Veronesi che, anche se viene detto chiaramente che i pazienti che partecipano al progetto continueranno nel frattempo il normale processo di cure, scrive un post che riporto, datato 28 gennaio 2013, dal titolo: Preghiera e meditazione non curano il tumore.
Si
può credere che un atto spirituale come la meditazione possa aiutare a guarire
il tumore? Mi sono dovuto informare in che cosa consista la meditazione
tibetana Tong Len, quando ho saputo che sperimentalmente 40 pazienti oncologici
nell’ospedale Bellaria di Bologna la applicano.
Uno
dei principi su cui si basa sostiene che
quando sviluppiamo una grande compassione prendiamo su di noi la
sofferenza e le cause di sofferenza degli infiniti altri esseri viventi, e le
utilizziamo per distruggere il nostro pensiero egocentrico ed egoista, che è la
fonte di ogni nostro problema e malattia. Trovo molto bello questo concetto sul piano spirituale ma trovo
difficile immaginare che la meditazione su questo e analoghi concetti possa
risultare efficace terapeuticamente. Il
tumore si cura con la radioterapia, la chirurgia, la chemioterapia e soprattutto
con la prevenzione attuata con esami e
screening, stili di vita corretti, alimentazione sana. Una volta mi chiesero se
la preghiera aiuta a curare; e se oggi qualcuno mi chiedesse se la meditazione
serve a curare il tumore rispondo come allora, che non ci sono né possono
esistere evidenze scientifiche in tal senso.
Eppure
sono sempre stato convinto che la psiche, e dunque la psicologia, ha una grande
importanza nel percorso di cura del tumore e io mi sono sempre impegnato per
affiancare alle cure scientificamente appropriate una grande attenzione ai
fattori psicologici che possono ritardare il processo di guarigione, come
l’ansia che paralizza i pazienti dopo la diagnosi di tumore, lo stress che vi
si accompagna, e qualche volta il panico incontrollato.
Tutto
ciò che riesce ad alleviare il peso dell’angoscia e dia serenità al malato e
porti il paziente ad avere fiducia nel suo medico e nelle terapie che gli
vengono applicate partecipa indirettamente alla cura. E se la “meditazione
tibetana” affianca queste cure serie e sperimentate (così com’è per i pazienti
di Bologna, per i quali “il Tong Len” va ad “aggiungersi” alle terapie già in
atto), le osservazioni che emergeranno da questo studio potranno rivelarsi
importanti, sui rapporti tra corpo e psiche, che furono intuiti già da
Ippocrate.
Che
cos'è la meditazione Tong Len?
Questo tipo di meditazione tibetana ha origini antichissime e si basa sul principio del “dare e prendere energia”. Secondo Lama Zopa Rimpoche, autore del testo “Guarigione definitiva”, questo tipo di meditazione sarebbe il metodo più veloce per curare sé stessi.
Questo tipo di meditazione tibetana ha origini antichissime e si basa sul principio del “dare e prendere energia”. Secondo Lama Zopa Rimpoche, autore del testo “Guarigione definitiva”, questo tipo di meditazione sarebbe il metodo più veloce per curare sé stessi.
Lama Zopa Rinpoche (Thami, Nepal, 1946), nato alle falde del monte Everest, è considerato uno dei più importanti maestri buddhisti viventi. Attualmente è il direttore spirituale della Fondazione per la preservazione della tradizione Mahayana .
Riporto alcune frasi del libro "Guarigione definitiva".
La pratica di Bodhicitta del “prendere e
dare”, o in tibetano Tong Len, costituisce il metodo più rapido e
più potente per guarire noi stessi. Nella meditazione del “prendere e dare”,
quando sviluppiamo una grande compassione prendiamo su di noi la sofferenza e
le cause di sofferenza degli infiniti altri esseri viventi, e le utilizziamo
per distruggere il nostro pensiero egocentrico ed egoista, che è la fonte di
ogni nostro problema. Mettendo in pratica un grande amore colmo di gentilezza,
doniamo quindi tutto ciò che ci appartiene agli altri esseri viventi: il nostro
corpo, i nostri parenti e amici, i nostri stessi beni, la nostra energia
positiva, e la nostra felicità. (…) utilizziamo il nostro stesso dolore
per sviluppare la compassione per gli altri esseri viventi. Per mezzo di questa
meditazione, sperimentiamo la nostra malattia e tutti i nostri altri problemi
per il bene di tutti gli esseri viventi. Se pratichiamo questa meditazione con
cura e intensità questo ci aiuterà a diminuire e anche a eliminare il nostro
dolore, e non è cosa rara che la meditazione sia anche in grado di guarire la
nostra malattia. Tuttavia il punto più importante della pratica del “prendere e
dare” consiste nella sua capacità di purificare le cause della malattia, che si
trovano nella nostra mente.
Ho commentato l'articolo del prof. Veronesi che è stato pubblicato sul suo blog: Carissimo professore, perchè ha sentito il desiderio di scrivere un post sulla notizia della sperimentazione del Tong Len all'Ospedale Bellaria di Bologna e intitolarlo "Preghiera e meditazione non curano il tumore"? L'ho fatto anch'io nel mio blog, perchè il tema mi intriga. Non è una "cura" alternativa, ma aggiuntiva, quindi ben venga! Sono un paziente oncologico che crede nella scienza, ma condivido anche il messaggio della strofa della poesia di Angela: Non togliermi mai la speranza di potercela fare, anche se sei convinto del contrario: la speranza può fare miracoli proprio dove voi medici l’avete perduta. Cordiali saluti
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