Trovo nel sito dello IOV questo comunicato stampa che
riporto integralmente.
Un
libro illustra i passaggi più importanti nella lotta alle neoplasie: CANCRO, LA STORIA DELLA MALATTIA DALL’ANTICO
EGITTO A OGGI - “DOPO 3000 ANNI SIAMO VICINI ALLA SCONFITTA DEL
TUMORE”
L’autore, Pier Carlo Muzzio (Direttore dell’Istituto Oncologico Veneto): “Il volume è un contributo all’archeologia medica, che intreccia la cultura scientifica con quella sociale, religiosa e umanistica”
L’autore, Pier Carlo Muzzio (Direttore dell’Istituto Oncologico Veneto): “Il volume è un contributo all’archeologia medica, che intreccia la cultura scientifica con quella sociale, religiosa e umanistica”
Roma,
…febbraio 2013 – “Il cancro è la malattia più
intelligente di tutte ed ha sempre fatto parte della storia dell’umanità a
partire dall’epoca preistorica. Ma, soprattutto, è sempre stato considerato
come malattia a sé stante, ben distinta dalle altre”. Pier Carlo
Muzzio, già Ordinario di Radiologia dell’Università di Padova e Direttore
dell’Istituto Oncologico Veneto (IOV), è l’autore di “Nemsu, il tumore del faraone”
(ed. Marsilio, pp. 128), una storia del cancro, dalla preistoria all’oncologia
moderna, con un approccio innovativo, quello della “archeologia medica”.
“È una nuova disciplina – spiega il
Prof. Muzzio - che si occupa della malattia e del malato,
intrecciandosi con la paleopatologia, alla ricerca di tracce materiali e
letterarie. Gli apporti della cultura scientifica, umanistica, cibernetica,
sociale, religiosa convergono per leggere insieme i segni che il passato mette
a disposizione e sperare così di poter vincere una guerra che sembra infinita.
Nonostante il Novecento lo abbia definito ‘il Male del secolo’, il cancro
accompagna da sempre il cammino dell’umanità e l’uomo lo ha temuto e combattuto
con strumenti via via più raffinati. Oggi possiamo affermare di essere vicini
alla vittoria contro la malattia. Questo libro ci conduce alla ricerca del
cancro nei suoi segni più lontani, per delineare, partendo dalla realtà
geografica, una sorta di atlante storico della presenza della malattia, dei
tentativi di ‘stanarla’, del grado di consapevolezza nel corso del tempo, degli
sforzi per cercare cure credibili risorgendo da continue sconfitte”.
Il
volume è stato scritto da Pier Carlo Muzzio con Isabella Colpo, archeologa
dell’Università di Padova, con una personale e partecipata prefazione di Cesare
De Michelis, presidente di Marsilio Editori.
“Per ogni fase storica
– sottolinea Isabella Colpo - abbiamo cercato di rispondere
a tre domande fondamentali. La prima: quanto fosse nota la malattia, e, quindi,
come venisse diagnosticata e dove fosse riconosciuta. La seconda: quale fosse
la spiegazione oncogenetica teorizzata. La terza: quali fossero le cure proposte”.
Riconosciuta
già a partire dal II millennio a.C. (alla prima metà si datano i papiri egizi
che per primi parlano di nemsu, mentre alla fine della seconda metà compaiono
notizie anche nei testi vedici), la malattia (karkinoma/cancer) è ben nota alla
medicina grecoromana, tanto nella fase ippocratea quanto all’epoca di Galeno,
quando le acquisizioni anatomiche, ottenute dai medici alessandrini anche con
la vivisezione su carcerati (una pratica di per sé vietata, ma tollerata)
portano a una più approfondita conoscenza della patologia.
“Il salto di qualità nella conoscenza del
cancro avviene nel V secolo a.C. – afferma il Prof. Muzzio -. La teorizzazione dei quattro umori del
corpo umano (bile nera, sangue, bile gialla, flegma), che con il loro equilibrio
determinano lo stato di salute, getta le fondamenta della medicina occidentale.
La malattia assume connotati precisi a partire dalla grande scuola medica di
Cos. A Ippocrate si deve l’introduzione del termine karkinos/karkinoma. La
definizione deriva dalla somiglianza della parte malata, nella fattispecie la
mammella invasa dal cancro, con l’animale da cui prende il nome. Il seno
colpito dal tumore, con prolungamenti radiati e vene dilatate simili a chele,
appare come un granchio”. Soprattutto a partire dal IV secolo a.C., si
svela sempre di più il vero volto della malattia tumorale e si inizia a
comprendere che l’unico rimedio possibile per sperare nella guarigione è la
completa asportazione chirurgica fino alla parte sana. Con la fine del Medioevo
si chiude la fase classica delle conoscenze, anche se la teoria umorale di
fatto persiste fino alla piena età dei lumi e oltre. È solo con le scoperte dei
grandi padri dell’anatomia, della fisiologia e della patologia, che nasce di
fatto la medicina moderna. Alla fine dell’Ottocento la scoperta della
radioterapia apre una nuova stagione di scoperte e ricerche.
“Il XX secolo non è più ‘storia del cancro’,
ma è ormai, pienamente, oncologia moderna – conclude Pier Carlo Muzzio -. La
letteratura scientifica del Novecento è ampia e in continua evoluzione. Ne
conosciamo bene i padri e gli autori. Nomi straordinari, ai quali dobbiamo i
più recenti progressi nella cura dei pazienti”.
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