lunedì 2 luglio 2012

Siddhartha Mukherjee: I nuovi depressi


foto di Benoit Paillé
Ecco quello che mi dirà la Rosa quando leggera questo post: Smettila! Sempre di disgrazie parli! Non basta il cancro, anche della depressione ti occupi ora.
Amici miei, cancro e depressione intrigano la mia esistenza terrena. Sono convinto, come si dice nel motto della nostra Associazione, che l'informazione cura, ma da sola non basta. Che cosa posso/possiamo fare? Ricordiamoci dell'aforisma di W. Shakespeare: Quando nel dolore si hanno compagni che lo condividono, l’animo può superare molte sofferenze.
Trovo nella rassegna stampa dello IOV del 30 giugno un interessante articolo tratto dall'Internazionale dal titolo: I nuovi depressi. Nel sottotitolo si dice: Gli antidepressivi degli anni novanta sono stati una delusione. Ma hanno aiutato gli scienziati a capire meglio il cervello e una delle malattie più misteriose che colpiscono gli esseri umani
L'articolo, scritto da Siddhartha Mukherjee, è apparso sul The New York Times Magazine. Le foto sono di Benoit Paillé.
Siddhartha Mukherjee (nato nel 1970) è un medico e saggista indiano naturalizzato statunitense. E' professore associato alla Facoltà di medicina della Columbia University e medico al Columbia University Medical Center di New York City.
Come ematologo e oncologo, Mukherjee è conosciuto per i suoi lavori sulla formazione del sangue e sulle interazioni tra il micro-ambiente ("nicchia") e le cellule cancerose.
È noto per il suo The Emperor of All Maladies: A Biography of Cancer, con il quale ha vinto il Premio Pulitzer per la saggistica nel 2011.
In Italia il libro è stato tradotto come "L'imperatore del male. Una biografia del cancro", pagine 736, Euro 19,00, Casa editrice Neri Pozza, Collana: I colibrì
Il New York Times lo ha classificato tra  i cento migliori libri del 2011. Si legge nel sito della Casa editrice Neri Pozza: Nella storia si legge a volte con stupore di città cinte d'assedio per decine di anni, fino all'inevitabile capitolazione. La città-cancro è sotto assedio da quattromila anni. L'uomo ha inventato «macchine» e strategie, un tempo rudimentali e ingenue, poi sempre più precise e astute, per espugnare la città. Ma dietro le mura si nascondono abitanti tra loro diversi per aggressività e vulnerabilità, le cellule del cancro, e con caratteristiche...
Umberto Veronesi ha affermato: «Un libro davvero di pregio, affascinante - nonostante la complessità della materia -, da cui traspare l'impegno, la dedizione e la passione di chi per lungo tempo l'ha maturato, curato, seguito in tutte le sue fasi di realizzazione».
Ma torniamo all'articolo sulla depressione, riporto alcune frasi.
La depressione colpisce 121 milioni di persone in tutto il mondo, compromettendo la loro capacità di lavorare ed entrare in relazione con gli altri. Nella forma più grave la depressione può portare al suicidio e ogni anno uccide 850 mila persone. Secondo una ricerca dell'Organizzazione Mondiale della Sanità condotta in 18 paesi e pubblicata nel 2011, nei paesi ad alto reddito il 15 per cento della popolazione si ammala di depressione nel corso della vita e il 28 per cento ha un episodio di depressione maggiore. Le percentuali scendono all'11 e al 20% per cento nei paesi a medio o basso reddito.
"Lo scrittore Andrew Solomon una volta definì la depressione un "difetto d'amore". I medici che usavano il Raudixin (medicina per l'ipertensione) al Duke avevano osservato in tempo reale l'emergere di quel difetto: veniva gradualmente a mancare l'amore per se stessi (sensi di colpa, vergogna, fantasie suicide), l'amore per gli altri (attribuzione di colpe, aggressività, accuse) e perfino il desiderio di amore (letargia, ripiegamento su se stessi, apatia). Ma secondo gli scienziati erano solo i sintomi esteriori del cattivo funzionamento dei neurotrasmettitori. Il "difetto d'amore" era un difetto delle sostanze chimiche".

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