Nei
due blog che curo, prontoanziano.blogspot.it
dedicato all'invecchiamento attivo e alla solidarietà intergenerazionale e chiamablog.blogspot.it, dedicato
all'oncologia, ricordando che sono laureato in fisica, parlo oggi della probabile
scoperta del bosone di Higgs, chiamata anche Particella di Dio nel famoso libro di Leon Lederman, Nobel per la fisica, o Particella Dio, come dice la scienziata atea Margherita Hack nell'intervista a Repubblica.
Cambiare argomento ogni tanto, interrogarsi sui misteri dell'Universo, scegliere nuove categorie da esplorare e scoprire nuovi orrizzonti da guardare, giova alla salute dello spirito e del corpo, anche per chi è affetto da patologie gravi.
Cambiare argomento ogni tanto, interrogarsi sui misteri dell'Universo, scegliere nuove categorie da esplorare e scoprire nuovi orrizzonti da guardare, giova alla salute dello spirito e del corpo, anche per chi è affetto da patologie gravi.
E' nato il 4 luglio, festa
dell'indipendenza americana, è il titolo di un famoso film di
Oliver Stone, interpretato da Tom Cruise, dedicato alla memoria dell'attivista
politico Abbie Hoffman.
E' nato il 4 luglio, in Europa al CERN di Ginevra, anche il bosone di Higgs, il più grande centro di ricerca di fisica nucleare al mondo, dove lavorano
centinaia di italiani sia come dipendenti del Centro che del nostro Istituto
Nazionale di Fisica nucleare, INFN.
In fisica, le particelle elementari, i mattoni con cui è costruito il nostro universo, sono distinte, oltre
che per la massa e la carica, anche per lo spin. In base allo spin si dividono
in Fermioni (dal fisico italiano Enrico Fermi) e Bosoni (dal fisico indiano Satyendranath
Bose).
Higgs si congratula con Giannotti |
Per
parlare del bosone di Higgs, riporto da Yahoo Notizie l'interessante articolo,
con vari link, "Bosone
di Higgs: perché la sua scoperta è così importante".
Al
Cern di Ginevra sono stati annunciati gli ultimi dati sul bosone di Higgs. Gli esperimenti
Cms e Atlas hanno rilevato
una nuova particella, compatibile con le caratteristiche del bosone di
Higgs. Ecco tutto quello che si sapeva finora sul conto della particella
più famosa di tutti i tempi, protagonista dell' International Conference on
High Energy Physics (Ichep) in corso da oggi a Melbourne (Australia).
Il
bosone di Higgs è la particella che (in teoria) conferisce la massa a tutte le altre
particelle e, di conseguenza, a tutta la materia dell'Universo visibile. Il suo
nome si deve a Peter
Higgs, uno dei fisici che nei primi anni Sessanta hanno proposto il meccanismo
grazie al quale avverrebbe questo processo. Secondo la teoria, è possibile
immaginare un campo di Higgs che permei lo Spazio, pieno di questi
bosoni. Come i fotoni trasferiscono energia alle particelle che incontrano,
così i bosoni di Higgs sarebbero vettori di massa.
Le varie particelle elementari attrarrebbero più o meno bosoni di Higgs, mettendo su più o meno massa.
È
per un'astuta mossa del Nobel Leon Lederman che il bosone di Higgs è soprannominato
in questo modo dalla fine degli anni Ottanta. A quel tempo, Lederman era direttore del
Fermilab di Chicago e sperava di ottenere i finanziamenti per costruire in
Texas l'enorme acceleratore Superconducting Super Collider (mai costruito). Un
nome come particella di Dio, infatti, poteva
ammorbidire i deputati del Congresso. Leggenda vuole, poi, che il suo libro, pubblicato nel 1994, si dovesse intitolare, in
realtà, The Goddamn Particle (la particella
maledetta), e che l'editore decise di togliere damn.
Perché è tanto ricercato?
Perché
è l'unica particella prevista dal Modello Standard (una delle teorie, al momento la più
accredita, che riesce a spiegare il comportamento delle particelle elementari
dell'Universo visibile e alcune delle forze grazie alle quali esse
interagiscono), a non essere ancora stata osservata. Ci dà la conferma su come
pensiamo che funzionino alcune cose nell'Universo visibile. Se i fisici del
Cern avessero proprio sbagliato, vuol dire che da qualche parte c'è un errore:
dovremo prendere in considerazioni altri modelli, formulati dai fisici teorici
come estensioni del Modello Standard,
e prepararci a una fisica nuova,
tutta da scoprire.
Come si cerca?
Come si cerca?
Lanciando
fasci di protoni ad altissima energia all'interno degli acceleratori di
particelle (come il Large
Hadron Collider, Lhc) e facendoli scontrare. Dalle collisioni si generano
molte particelle elementari (leptoni, quark, bosoni W e Z, ecc), con caratteristiche
energetiche note. Lì in mezzo potrebbe formarsi anche l'Higgs. Nel marasma di
dati che escono dagli acceleratori gli scienziati cercano quello non previsto: per esempio un numero
troppo alto di collisioni in corrispondenza di un certo intervallo di energia
compatibile con quelli previsti per l'elusiva particella.
Perché è così difficile osservarlo?
Essendo
poco stabile, l'Higgs decade quasi immediatamente, quindi non si può sperare di
osservarlo per caso nell'Universo. Per lo stesso motivo — sempre che esista —
non può essere osservato direttamente nell'enorme mucchio di particelle
prodotte a ogni collisione nell'acceleratore, ma bisogna guardare ai suoi
prodotti di decadimento. Le particelle cui dà luogo, però, possono formarsi in
molti modi diversi.
Cosa era stato trovato finora?
Cosa era stato trovato finora?
Una
traccia.
In corrispondenza del valore di 125 gigaelettronvolt (GeV), due gruppi dell'Lhc
(le collaborazioni Atlas e Cms), indipendentemente, avevano osservato, lo scorso
dicembre, un eccesso di segnali. E 125 GeV è uno di quei valori compatibili con
l'Higgs. Se il valore sarà confermato, significa che il bosone di Higgs ha una
massa pari a 130 volte quella di un protone (in base alla relazione E = mc²).
Anche i dati
del Tevatron di Batavia, diffusi lo scorso marzo, sono in accordo con
quelli dell'Lhc. Il picco di segnali, però, poteva anche essere un falso
positivo: un errore o semplicemente un caso. O anche, per ipotesi, la traccia
di una particella completamente diversa da quella immaginata. Il
meccanismo di Higgs non predice la massa del bosone, ma dà un range di masse
possibili; i vari esperimenti condotti finora hanno escluso molti valori e
rimane plausibile solo il range 114-141 GeV. Ora è arrivata la conferma di un
segnale nella regione di massa di 126 GeV da parte di Cms e di 126.5 GeV
per Atlas.
Come si passa da traccia a prova?
Gli
scienziati misurano la significatività statistica,
cioè la probabilità che quel picco a 125 gigaelettronvolt sia solo frutto del
caso, e non dovuto alla reale formazione del bosone di Higgs. Si parla di sigma: finora eravamo a 3 sigma
e significava che questa probabilità era dello 0,13%. Bisogna arrivare almeno a
5 sigma (0,000028%) per trasformare l'indizio in scoperta. Ora si è arrivati a
4,9 sigma con Cms, quindi una probabilità di errore dello 0,000028%, e 5 sigma
con Atlas.
Cos'è il Modello Standard?
È
una teoria, con rispettivo modello matematico, che spiega il comportamento
delle 12 particelle elementari finora predette e osservate. Si
tratta di sei tipi di quark e sei di leptoni (tra cui l'elettrone e il
neutrino), più le particelle mediatrici di forza: il fotone, mediatore
dell'interazione elettromagnetica, i bosoni W e Z, che mediano la forza debole;
i gluoni, che mediano la forza forte. Come si legge sul sito del Cern: " A oggi, essenzialmente tutte
le verifiche sperimentali del Modello Standard si sono dimostrate in accordo
con le previsioni; nonostante ciò, il Modello Standard non può considerarsi una
teoria completa delle interazioni fondamentali, dal momento che non include una
descrizione della gravità e non è compatibile con la relatività generale".
Il bosone di Higgs colmerebbe questa lacuna, spiegando l'origine della massa.
Dopo l'Higgs...
Ci
sono diversi possibili scenari. Se un bosone di Higgs esiste, potrebbe essere
diverso da quello previsto. Oppure potrebbe venir fuori che la particella, così
come se la immaginano i fisici, non esiste. Allora si guarderà oltre il Modello
Standard e bisognerà considerare le altre
teorie. Come quella della Supersimmetria, che prende in considerazione molte strane
particelle non previste, compresi diversi tipi di bosoni di Higgs. Ogni volta che
sentiremo parlare di un picco non atteso presso un acceleratore di particelle,
potrebbe trattarsi di un nuovo
primo indizio.
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