Seneca ritratto da Rubens |
Dopo il post precedente su Seneca e i cattivi maestri/allievi, dedico alle amiche e agli amici che leggono questo blog, in particolare ai volontari di I.A.S.I. e di "(Chiama)Informazione come cura", ai membri del forum "Vivere dopo il cancro allo stomaco si (può!) e agli studenti dell'IIS "Leonardo da Vinci" di Padova che effettuano l'alternanza scuola/lavoro, la lettera di Lucio Anneo Seneca a Lucilio dal titolo: "L'uomo saggio" e parte di quella che parla degli ammaestramenti.
Esprimo l'augurio che, in questa nostra Italia impazzita, devastata da scandali di tutti i tipi, dove molte persone di ogni età stanno attraversando difficoltà sanitarie, economiche, sociali e psicologiche, al limite dell'umama sopportazione, possiamo trovare persone sagge che sappiano portarci fuori dalla palude.
Ricordo che Seneca, fin dalla giovinezza, ebbe alcuni problemi di salute; era soggetto a svenimenti e attacchi d'asma che lo tormentarono per diversi anni e lo portarono a vivere momenti di disperazione, come egli ricorda in una lettera (Epistulae ad Lucilium, 78, 1-2):
Ricordo che Seneca, fin dalla giovinezza, ebbe alcuni problemi di salute; era soggetto a svenimenti e attacchi d'asma che lo tormentarono per diversi anni e lo portarono a vivere momenti di disperazione, come egli ricorda in una lettera (Epistulae ad Lucilium, 78, 1-2):
« La mia giovinezza sopportava
agevolmente e quasi con spavalderia gli accessi della malattia. Ma poi
dovetti soccombere e giunsi al punto di ridurmi in un'estrema magrezza.
Spesso ebbi l'impulso di togliermi la vita, ma mi trattenne la tarda età
del mio ottimo padre. Pensai non come io potessi morire da forte, ma
come egli non avrebbe avuto la forza di sopportare la mia morte. Perciò
mi imposi di vivere; talvolta ci vuole coraggio anche a vivere. »
|
|
Ho trovato in rete, su YouTube, una versione musicata della lettera in ppt, caricata da theab74v
in data 12/lug/2010, per vederla clicca qui.
L'uomo saggio
"Già fin d'ora ti
insegnerò in base a quali criteri tu possa renderti conto di non essere un
saggio. L'uomo saggio è pieno di gioia, ilare ed estremamente calmo,
imperturbabile; vive da pari a pari con gli dei. Ora consulta te stesso: se non
sei mai triste, se nessuna speranza assilla il tuo animo con l'attesa
spasmodica del futuro, se nell'arco di giorni e di notti il tuo stato d'animo,
di un animo che punta in alto ed è pago di sé, si mantiene in perfetto
equilibrio, allora sei giunto al culmine del bene umano. Ma se brami i piaceri,
cercandoli a dritta e a manca, sappi che tanto sei privo di saggezza quanto di
autentica gioia. Desideri raggiungere questa condizione, ma sbagli, se speri di
arrivarci in mezzo alle ricchezze e attraverso le cariche onorifiche. Per dirla
in altri termini: tu vai cercando la vera gioia in mezzo alle angosce; codesti
beni, che chiedi come se dovessero procurarti letizia e piacere, sono cause di
sofferenza".
In un'altra lettera egli così si esprime a proposito degli ammaestramenti: "Gli
ammaestramenti non serviranno a nulla finché l'errore offusca la mente: se
viene eliminato apparirà chiaro come dobbiamo adempiere a ciascun dovere.
Altrimenti tu insegni a uno che cosa debba fare un uomo sano, ma non lo rendi
sano. Mostri al povero come comportarsi da ricco: ma se rimane povero, come può
farlo? All'affamato spieghi che cosa dovrebbe fare se fosse sazio: togligli
piuttosto la fame che ha nelle ossa. Lo stesso vale per tutti i vizi: bisogna eliminarli,
non insegnare cose impossibili a realizzarsi finché essi rimangono. Se non
rimuoverai i pregiudizi che ci affliggono, l'avaro non comprenderà come va
usato il denaro, né il vile come disprezzare i pericoli. Devi fargli comprendere che il denaro non
è né un bene, né un male e mostrargli persone ricche molto infelici. Devi
fargli comprendere che quello che generalmente temiamo non è temibile come si
dice, che nessuno soffre a lungo e non muore più di una volta: nella morte, che
è inevitabile, c'è un grande motivo di consolazione: non ritorna per nessuno; nel
dolore sarà un rimedio la fermezza d'animo, che rende meno penosi i mali se
sopportati con coraggio; la natura del dolore è eccellente, perché, se si
protrae, non può essere grande, e se è grande, non può protrarsi. Dobbiamo
accettare da forti quanto ci comanda la legge dell'universo".
Nessun commento:
Posta un commento