In un precedente post dal titolo "Se ho un cancro, di chi è la colpa?, avevo affrontato temi impegnativi quali: il dolore, la sofferenza e la malattia. Avevo cercato di capire perchè l'Universo è così come lo percepiamo e viviamo e quali siano state le teorie filosofiche e religiose introdotte per spiegarlo. Concludevo che non ci sono risposte esaurienti per spiegare l'esistenza del male e della malattia ma solo tentativi più o meno convincenti!
Parlare sempre di cancro, di storie di chi ce l'ha fatta e di chi no, può essere alla lunga deprimente. Consiglio, a chi come me è impegnato in un cammino di speranza e ricerca, di spaziare su diversi orrizzonti, tenendo conto dei propri interessi culturali, spirituali e politici (non di partito) e dando sfogo alla propria immaginazione. Io, che sono un appassionato di cosmologia e soprattutto di teorie cosmogoniche, ho come valvola di sfogo il fantasticare sulle seguenti categorie scientifiche: l'Universo o il Multiverso (Molti Universi), i buchi neri, l'energia oscura, il bosone di Higgs e il big bang. Altri cancer blogger hanno scelto il raccontare la propria esperienza oncologica, parlare di musica e di letteratura, scrivere romanzi. Non dimentichiamo però il volontariato, altra strada che consiglio di percorrere, fa bene sia al corpo che allo spirito!
In questo post parlerò di cosmogonia e delle idee di Einstein su Dio e la religione.
In questo post parlerò di cosmogonia e delle idee di Einstein su Dio e la religione.
La decima edizione del Festival della Scienza, che si terrà a Genova dal 25 ottobre al 4 novembre 2012, avrà come parola chiave: Immaginazione.
Anche nell'introduzione al Festival si cita Albert Einstein (Citare Einstein, come premessa ad un articolo, è sempre di moda!): “L'immaginazione è più importante della conoscenza.
La conoscenza è limitata, mentre l'immaginazione abbraccia il mondo, stimolando
il progresso e facendo nascere l'evoluzione."
Si legge nella presentazione al Festival che: L'Immaginazione è un antidoto alla banalità, perché significa differenza, identità, personalità,
libertà.
Ieri, mentre aspettavo che mia moglie Giovanna terminasse la sua quotidiana seduta fisioterapica, ho dato uno sguardo alle riviste appoggiate sul tavolino della sala d'attesa. In genere ti aspetti di trovare riviste di facile lettura che trattano dei gossip di divi e politici. Con mio grande stupore trovo un numero di Time ed uno di Newsweek di maggio, è la prima volta che vedo riviste del genere nei poliambulatori. E' un indicatore di qualità? Sono certificati!
Newsweek è una rivista settimanale statunitense, fondata nel
1933, pubblicata a New York e diffusa in 3 milioni di copie negli Stati Uniti e
4 milioni nel resto del mondo.
Time è un
settimanale di informazione pubblicato negli Stati Uniti, è il
primo news magazine settimanale USA. È attualmente considerato uno dei
più autorevoli e prestigiosi settimanali del mondo, in particolare per quanto
riguarda la politica e l'economia internazionale.
Mi incuriosisce la copertina di Newsweek, riporta l'immagine che vedete nella foto con il titolo: New secrets from the Universe di Brian Greene. Greene, nato nel 1963, è un fisico teorico statunitense, esperto della teoria delle stringhe e docente alla Columbia University.
Per leggere l'articolo in inglese clicca qui.
Il titolo originale dell'articolo è il seguente: Brian Greene: Welcome to the Multiverse - The latest developments in cosmology point toward the possibility that our universe is merely one of billions (Benvenuti nel Multiverso - Gli ultimi sviluppi in cosmologia, verso la possibilità che il nostro universo è solo uno dei miliardi di universi possibili) (May 21, 2012).
Il titolo originale dell'articolo è il seguente: Brian Greene: Welcome to the Multiverse - The latest developments in cosmology point toward the possibility that our universe is merely one of billions (Benvenuti nel Multiverso - Gli ultimi sviluppi in cosmologia, verso la possibilità che il nostro universo è solo uno dei miliardi di universi possibili) (May 21, 2012).
Una traduzione in italiano la trovate qui.
Nell'introduzione e all'inizio dell'articolo si legge: Benvenuto
multiverso. I più recenti sviluppi nella cosmologia puntano alla possibilità
che il nostro universo sia solo uno fra miliardi. Di Brian Greene, Newsweek
Magazine, 21 maggio 2012.
L'articolo inizia con la citazione della seguente affermazione di Einstein “Ciò che davvero mi interessa è se Dio avesse scelta nel creare il mondo” E’ così che Albert Einstein, nel suo caratteristico stile poetico, si chiedeva se il nostro sia l’unico universo possibile. Il riferimento a Dio è facilmente equivocabile, poiché la domanda di Einstein non era teologica. In realtà, Einstein voleva sapere se le leggi della fisica necessariamente conducono a un unico universo – il nostro – composto di galassie, stelle e pianeti. O invece, come il catalogo annuale di nuove automobili nelle mani del venditore, le leggi potrebbero consentire universi con un’ampia varietà di diverse caratteristiche? E se così fosse, l’immensa realtà che siamo giunti a conoscere – attraverso telescopi potenti e mastodontici collisori di particelle – è il prodotto di un qualche processo casuale, un tiro di dadi cosmico che ha selezionato le nostre caratteristiche da un menù di possibilità? O c’è una spiegazione più profonda per la quale le cose sono così come sono?
L'articolo inizia con la citazione della seguente affermazione di Einstein “Ciò che davvero mi interessa è se Dio avesse scelta nel creare il mondo” E’ così che Albert Einstein, nel suo caratteristico stile poetico, si chiedeva se il nostro sia l’unico universo possibile. Il riferimento a Dio è facilmente equivocabile, poiché la domanda di Einstein non era teologica. In realtà, Einstein voleva sapere se le leggi della fisica necessariamente conducono a un unico universo – il nostro – composto di galassie, stelle e pianeti. O invece, come il catalogo annuale di nuove automobili nelle mani del venditore, le leggi potrebbero consentire universi con un’ampia varietà di diverse caratteristiche? E se così fosse, l’immensa realtà che siamo giunti a conoscere – attraverso telescopi potenti e mastodontici collisori di particelle – è il prodotto di un qualche processo casuale, un tiro di dadi cosmico che ha selezionato le nostre caratteristiche da un menù di possibilità? O c’è una spiegazione più profonda per la quale le cose sono così come sono?
(...)Conclude Greene: Siamo stati obbligati a rinunciare al sacro credo nella nostra
centralità, ma grazie a questo terremoto cosmico abbiamo dimostrato la
capacità dell’intelletto umano di andare ben oltre i confini
dell’esperienza quotidiana per rivelare verità straordinarie. L’ipotesi
del multiverso può essere errata. Ma potrebbe anche essere il prossimo
passo in questo viaggio, svelando un panorama mozzafiato di universi che
popolano un immenso paesaggio cosmico. Per alcuni scienziati, incluso
me, questa possibilità vale il rischio.
Greene sostiene che l'affermazione di Einstein non è teologica ma scientifica! Le idee religiose di Einstein non sono sempre state chiare. Nel 1954, un anno prima della morte, scriveva in una lettera al filosofo Eric Gutkind:
« Io
non credo in un Dio personale e non ho mai negato questo fatto, anzi,
ho sempre espresso le mie convinzioni chiaramente. Se qualcosa in me può
essere chiamato religioso è la mia sconfinata ammirazione per la
struttura del mondo che la scienza ha fin qui potuto rivelare. »
Riguardo alla relazione tra scienza e religione aveva scritto nel 1950 in "Out of My Later Years": "La scienza senza la religione è zoppa, la religione senza la scienza è cieca. Ricordiamoci che Einstein è l'inventore della teoria della Relatività ma non significa che tutto è relativo.
Greene ha pubblicato di recente un libro dal titolo: The Hidden Reality - Parallel Universes and the Deep Laws of the
Cosmos ( La realtà nascosta - universi paralleli e le profonde leggi del Cosmo), edito da Knopf. Il nostro Universo
potrebbe essere veramente grande, immenso ma finito, oppure potrebbe essere
infinitamente grande. Entrambi i casi sono possibili ma se è vero il secondo
caso allora ciò potrebbe implicare l'esistenza di tanti modi con cui la materia
può esistere e aggregarsi. Ma se l'Universo è infinitamente grande, può
ospitare un numero infinito di universi paralleli.
Navigando in internet, trovo nel sito AstronomicaMentis altri due libri di fisici famosi che trattano temi simili.
"Se il tentativo di rispondere alla domanda su come è nato
l'Universo sembra una impresa assurda, capire che cosa c'era addirittura prima
del Big Bang potrebbe apparire come una domanda senza senso. Il libro che mi piace
segnalare oggi, edito da Rizzoli e scritto dall'astrofisico teorico Roger Penrose, si interroga sul carattere straordinario
dell'evento che ha dato origine al nostro Universo. Sfruttando e rileggendo in
modo originale le più grandi scoperte cosmologiche degli ultimi decenni, dal
mistero della materia scura e dell'energia scura, dalla radiazione cosmica di fondo ai buchi neri, in Dal Big Bang all'Eternità
Penrose avanza una proposta che raccoglie tutti questi elementi in una
spiegazione unitaria, mostrando come il destino ultimo del cosmo, con la sua espansione sempre più accelerata, possa di fatto essere
reinterpretato come un nuovo Big Bang".
Sempre dallo stesso sito copio e incollo: "Nel libro che mi piace segnalare oggi, A Universe from Nothing: Why There Is Something
Rather Than Nothing (Un Universo dal Nulla: perchè c'è Qualcosa invece del Nulla) edito da Free
Press, il fisico teorico Lawrence Krauss offre una serie di risposte provocatorie su
dove e come ha avuto origine l'Universo, su cosa c'era prima, su quale sarà il
suo destino finale e come mai dal nulla si è originato tutto ciò che vediamo
attorno a noi. Krauss descrive gli approcci scientifici più moderni che tentano
di spiegare come mai esiste l'Universo anzichè il nulla e i risultati che
vengono presentati sono sorprendenti ed affascinanti: il risultato è che non
solo può originarsi qualcosa dal nulla ma qualcosa avrà sempre origine dal
nulla".
Perchè esiste l'Universo con dentro noi poveri mortali invece del nulla? E' la domanda che mi intriga e che sicuramente resterà senza risposta. Ma non importa, il destino dell'uomo è quello di immaginare, di indagare per scoprire le proprie verità parziali, senza mai pensare di aver trovato quelle definitive.
In conclusione mi sento molto in sintonia con queste affermazioni di Einstein tratte da Isaacson, Einstein: His Life and Universe, Simon e Schuster, p. 27: Io non sono ateo e non penso di potermi definire panteista. Noi siamo nella situazione di un bambino che è entrato in una immensa biblioteca piena di libri scritti in molte lingue. Il bambino sa che qualcuno deve aver scritto quei libri, ma non sa come e non conosce le lingue in cui sono stati scritti. Sospetta però che vi sia un misterioso ordine nella disposizione dei volumi, ma non sa quale sia. Questa mi sembra la situazione dell'essere umano, anche il più intelligente, di fronte a Dio. La convinzione profondamente appassionante della presenza di un superiore potere razionale, che si rivela nell'incomprensibile universo, fonda la mia idea su Dio.
In conclusione mi sento molto in sintonia con queste affermazioni di Einstein tratte da Isaacson, Einstein: His Life and Universe, Simon e Schuster, p. 27: Io non sono ateo e non penso di potermi definire panteista. Noi siamo nella situazione di un bambino che è entrato in una immensa biblioteca piena di libri scritti in molte lingue. Il bambino sa che qualcuno deve aver scritto quei libri, ma non sa come e non conosce le lingue in cui sono stati scritti. Sospetta però che vi sia un misterioso ordine nella disposizione dei volumi, ma non sa quale sia. Questa mi sembra la situazione dell'essere umano, anche il più intelligente, di fronte a Dio. La convinzione profondamente appassionante della presenza di un superiore potere razionale, che si rivela nell'incomprensibile universo, fonda la mia idea su Dio.
(ultimo aggiornamento 14.08.12).
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