martedì 19 giugno 2012

Resilienza: Più forti di prima, dopo la malattia

Laura, volontaria di "(CHIAMA) - Informazione come cura", mi segnala un articolo pubblicato nel sito del Corriere della Sera, rubrica Salute, dal titolo "Più forti di prima, dopo la malattia - Resilienza: la forza d'animo che guarisce" di Ruggiero Corcella.
Nel sottotitolo si legge: Una «riserva interiore» consente una nuova vita. Migliore. La sofferenza insegna a dare a tutto un valore diverso
Avevo studiato il concetto di resilienza in fisica, nei miei anni giovanili, ora scopro che tale concetto viene utilizzato in tanti altri campi. Condivido l'affermazione che: La sofferenza insegna a dare a tutto un valore diverso
Afferma Corcella nell'articolo: Il filosofo Epitteto; i 700 neonati hawaiani dell’isola di Kauai, classe 1955; i 100 bambini curati nell’Oncoematologia pediatrica dell’ospedale San Gerardo di Monza, che hanno scritto in un libro la storia della loro vittoria sulla leucemia: c’è un filo rosso che li lega. Si chiama resilienza. Un concetto che nasce dalla fisica e indica la capacità di un materiale di resistere a deformazioni e urti senza spezzarsi, anzi tornando alla sua forma iniziale. Col tempo, la parola ha ampliato il suo campo di applicazione e sta vivendo un grande successo internazionale. Così si parla anche di resilienza tessile, cioè la capacità dei tessuti di riprendere la loro forma originaria. C’è la resilienza ecologica e quella biologica, ovvero la capacità di ecosistemi e organismi di ripristinare le proprie condizioni di equilibrio dopo un intervento esterno. C’è una resilienza informatica e persino una resilienza geriatrica. (...) «I nostri ragazzi ci hanno insegnato che la crescita positiva dopo il trauma della malattia esiste veramente: — spiega Giuseppe Masera, pioniere dell’approccio psicologico nel campo dell’ematologia infantile e a lungo direttore della Clinica pediatrica del San Gerardo di Monza — per loro è stato come rinascere una seconda volta. Lo trovo affascinante. I pazienti ci dicono che la malattia ha insegnato loro a dare un valore diverso alle cose e all’esperienza della vita». Per questo Masera, con il grande oncologo di Philadelphia Giulio D’Angio, lancerà una proposta su una rivista scientifica internazionale: «Dobbiamo sensibilizzare gli oncologi a conoscere e promuovere un nuovo paradigma: dalla terapia globale e dalla prevenzione dei danni anche psicologici, alla promozione della crescita positiva. È poi necessario considerare la ricerca su questo tema: conoscere da un lato quali sono le caratteristiche individuali, dall’altro gli interventi più opportuni - a partire dalla diagnosi, durante la terapia, e negli anni successivi - che possano favorire la resilienza». Conclude così l'articolo Corcella: In presenza di un evento traumatico è opportuno individuare le strategie di coping, cioè la capacità di far fronte a un evento; i processi di empowerment, ovvero l’accrescimento e l’acquisizione di competenze, e il processo di resilienza, vale a dire la ripresa evolutiva. È come se fosse una scala». In fondo, assicurano gli esperti, basta imparare a salirci.

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