Dal blog Salute di OGGI.it riporto il quesito di
Anna M.M. e la risposta della ricercatrice Laura Pentassuglia sulla cardioncologia.
Scrive Anna M.M. il 23
ottobre 2010 all'esperta Laura Pentassuglia, ricercatrice in cardioncologia al Vanderbilt Medical Center di Nashville (Usa), ora nel 2012 al Departement Biomedizin, CardioBiology, Physiology Institutedell’università di Basilea.
Anna M.M. Facendo parte come volontaria di un’associazione che opera in ambito
oncologico mi sono resa conto che una buona parte delle persone che hanno
dovuto sottoporsi a Chemio si ritrovano con problemi cardiaci e spesso nessuno
le aveva informate di questo effetto collaterale. Domanda… è una scoperta
recente o è già da tempo che si conosce questo problema? In caso di seconda
ipotesi non mi spiego perchè non viene data la corretta informazione al
paziente oncologico che si deve sottoporre alla Chemio. In ogni caso grazie per
quello che state facendo per noi.
Laura Pentassuglia risponde
il 25.10.2010
La Doxorubicina è nota per indurre problemi cardiovascolari, anche se gli
effetti a lungo termine (si parla di diversi anni dopo la fine della terapia)
sono un fenomeno che si e’ iniziato ad osservare diversi anni dopo la sua
introduzione per la cura dei tumori. I motivi sono due: in primo luogo e’
necessario seguire il paziente per oltre 10 anni dalla cura, quindi sono dati
che arrivano “in ritardo” rispetto a quelli in fase di trattamento; in secondo
luogo con il miglioramento delle terapie si hanno sempre più pazienti
oncologici che sopravvivono e di conseguenza gli effetti a lungo termine
diventano più evidenti. Per quanto riguarda le terapie di ultima generazione,
tipo Herceptin, si sta iniziando solo di recente ad individuare eventuali
difetti a livello cardiovascolare. Tuttavia le esperienze passate con questi
agenti sono diventate un monito per gli oncologi a non sottovalutare tali
problemi ed a collaborare durante e dopo la terapia con cardiologi, così da
poter curare tempestivamente tali patologie.
Per leggere il post "L'alleanza tra cardiologia e oncologia" clicca sul titolo.
Riporto le conclusioni del Simposio:
Alla fine di questi due giorni si è concluso che:
- E’ necessario seguire il paziente non solo durante la terapia ma anche negli anni successivi, assicurandosi che vengano fatto i dovuti esami oncologici e cardiologici;
- La diagnosi di malattie cardiovascolari deve essere effettuata entro 6 mesi, prima che diventino irreversibili;
- E’ necessario comprendere i meccanismi biologici alla base di queste disfunzioni non solo per poter trovare cure più efficaci ma anche per poter mettere a punto metodi per una diagnosi precoce.
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